Guerra di mafia a Bari, omicidi Barbieri e De Santis: in abbreviato 9 condanne fino a 20 anni – NOMI

Pene da due a venti anni di reclusione sono state inflitte ai nove imputati finiti a processo, in abbreviato, per due omicidi di mafia avvenuti nel quartiere Japigia di Bari a gennaio e ad aprile del 2017.

Secondo le indagini della Dda, le vittime, Francesco Barbieri e Nicola De Santis, furono uccise nell’ambito della faida tra il clan Palermiti e il gruppo che faceva capo ad Antonio Busco, che in quel periodo intendeva espandersi e prendere il controllo di alcune piazze di spaccio nel quartiere.

Barbieri, secondo quanto ricostruito, fu ucciso dopo aver iniziato a rifornirsi di droga da Busco. De Santis, invece, fu freddato per vendicare un altro omicidio, quello di Giuseppe Gelao, che sarebbe stato commissionato proprio da Busco (per questo condannato all’ergastolo in primo grado).

In cinque sono stati condannati a 20 anni, in abbreviato, dalla gup Gabrielle Pede. Si tratta di Giovanni Palermiti (figlio del boss Eugenio), Filippo Mineccia, Nicola Parisi, Francesco Triggiani e Raffaele Addante. Mineccia avrebbe fatto parte dei commando in entrambi gli omicidi: nel primo avrebbe agito con Gelao (poi ucciso) e Michele Ruggieri (per questo condannato a 18 anni e 11 mesi). Nel secondo, invece, avrebbe agito con Palermiti e con l’ex collaboratore di giustizia Domenico Milella, per questa vicenda già condannato.

A parte Ruggieri, tutti gli altri imputati avrebbero avuto un ruolo nell’omicidio di De Santis: Parisi avrebbe ospitato nel suo appartamento Palermiti, Mineccia e Milella nei giorni precedenti all’omicidio, mentre Addante e Triggiani avrebbero avuto il ruolo di ‘vedette’, comunicando gli spostamenti delle moto di De Santis e di altri due membri del gruppo di Busco, che riuscirono a fuggire all’agguato. Ruolo di vedetta che avrebbe avuto anche Gaetano Mastrolilli, che ha confessato ed è stato condannato a 12 anni e tre mesi.

Condannati a tre anni e quattro mesi e due anni di reclusione anche Domenico Pagone e Agostino Capriati, finiti a processo per favoreggiamento e ricettazione per aver distrutto armi, vestiti e macchina utilizzata per i due delitti.

De Benedictis e l’arsenale da guerra, incubo finito per 7 poliziotti di Bari: il giudice archivia il procedimento

Terminato il lungo incubo per sette poliziotti del nucleo artificieri della Questura di Bari, in particolare Nicola Zicari, attuale responsabile dell’Ufficio Artificieri, Francesco Ettorre (entrambi assistiti dall’avvocato Emiliano D’Alessandro) e Giuseppe Cariola, assistito dall’avvocato Massimo Chiusolo. Tutti erano indagati nel filone che ha coinvolto in primis l’ex giudice barese De Benedictis per il possesso d’armi da guerra. Il gip del Tribunale di Lecce, Giulia Proto, ha archiviato il procedimento a loro carico come su richiesta del pubblico ministero Alessandro Prontera. Gli altri poliziotti sono: Piergiorgio Pastorelli, assistito dall’avvocato Raffaele Pesce; Gaetano Di Fiumeri, assistito dall’avvocato Raffaele Pesce; Paolo Cutolo e Francesco Rosario Mancuso. 

Armi, munizioni da guerra e tritolo in casa: arrestato 41enne a Bisceglie. Trovate anche 6 bombe carta

Aveva nel suo appartamento, a ridosso del centro cittadino di Bisceglie, nel nord Barese, armi e munizioni da guerra. Pistole e proiettili di vario calibro erano custodite in cassetti e mobili mentre il tritolo era stato sistemato in un barattolo fornito di innesco e pronto per essere usato.

Nascoste in un mobiletto invece c’erano sei bombe carta. A scovare l’arsenale sono stati i carabinieri che hanno arrestato un uomo di 41 anni del posto che ora è in carcere con le accuse di detenzione abusiva di armi da guerra, munizioni ed esplosivi e ricettazione. L’indagato, che ha precedenti di polizia per gli stessi reati, non ha saputo spiegare perché in casa aveva pistole semiautomatiche, una calibro 9×19 parabellum e un’altra calibro 7,65 assieme a 296 proiettili di vario calibro “illegalmente detenuti”, spiegano i militari evidenziando che “le armi saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificare se siano state utilizzate per fatti di sangue”.

Un’ambulanza mitragliata dall’esercito russo durante la guerra in Ucraina: sarà esposta a Bari dal 5 al 7 agosto

Un’ambulanza ucraina mitragliata nel 2022 dall’esercito russo nei dintorni di Kharkiv, seconda città dell’Ucraina, mentre prestava soccorso a un civile ferito in un bombardamento, sarà esposta a Bari, da lunedì 5 agosto a mercoledì 7 agosto, dalle ore 16 alle 22, all’ingresso di Parco 2 Giugno sulla complanare di viale Luigi Einaudi.

L’iniziativa, promossa a Bari dall’associazione “Uniti per l’Ucraina”, fa parte della campagna “Ukraine is calling” lanciata dall’organizzazione no profit LUkraine, con sede in Lussemburgo, per raccogliere donazioni e acquistare 112 veicoli di emergenza (tra ambulanze e camion dei pompieri) da portare in territorio ucraino. L’ambulanza sta attraversando l’Europa dal 2022 ed è giunta in Italia ad aprile 2024, facendo tappa in numerose città, per testimoniare la tragedia umanitaria che sta sconvolgendo l’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa.

Martedì 6 agosto, alle ore 18.30, l’assessora alle Culture Ines Pierucci porterà i suoi saluti nel luogo dove sarà esposta l’ambulanza, in rappresentanza dell’amministrazione comunale e della Città, alla presenza di altre autorità e della comunità ucraina residente a Bari. Inoltre, nei tre giorni in cui l’ambulanza sarà esposta a Bari si svolgerà a Parco 2 Giugno un mercatino di artigianato ucraino e, alle ore 19 di mercoledì 7 agosto, un concerto di beneficenza. Dall’inizio della guerra sono state distrutte circa 500 ambulanze ucraine, oltre a 1700 mezzi dei vigili del fuoco. Grazie alla raccolta fondi internazionale sono stati già acquistati circa 70 veicoli di emergenza.