Canosa, realizza la sede della sua impresa in un’area archeologica: denunciato imprenditore 76enne

Un imprenditore del settore florovivaistico di 76 anni di Canosa di Puglia, nel nord Barese, è stato denunciato dai militari della guardia di finanza perché avrebbe illecitamente trasformato tre terreni sottoposti a vincolo archeologico, in zone private usate per la propria attività di impresa. Le accuse a suo carico sono uso illecito di beni culturali o paesaggistici e invasione di terreni.  L’area, che è stata sequestrata, è estesa complessivamente per un ettaro e mezzo ed è sottoposta a vincolo perché si trova in prossimità dell’arco di Traiano, risalente all’anno 109 avanti Cristo.

Secondo quanto accertato dai finanzieri coordinati dalla Procura di Trani, il 76enne avrebbe abusivamente perimetrato l’area impedendo di fatto l’accesso e la fruizione ai turisti. I suoli, acquisiti dal Comune di Canosa che ha emesso nel tempo ordinanze di sgombero mai rispettate, sono stati “occupati illecitamente” dall’imprenditore che ha “realizzato la sede di fatto della propria impresa”, si legge nel decreto di sequestro disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Giuseppe Zeno. L’operazione ha avuto lo scopo di “interrompere il protrarsi di una prolungata condotta illecita da parte dall’imprenditore e rendere fruibile alla collettività il bene archeologico”, evidenzia il colonnello Pierluca Cassano, comandante provinciale della guardia di finanza di Barletta.

Canosa, incendio distrugge impresa di ortofrutta nella notte: danni ingenti. Indagini in corso

Un incendio divampato intorno alle due e mezza della scorsa notte ha distrutto una impresa di ortofrutta di Loconia, frazione di Canosa di Puglia, nel nord Barese. Le fiamme, sulla cui natura indagano gli agenti della polizia del locale commissariato, hanno distrutto sia il capannone aziendale sia alcuni dei mezzi parcheggiati all’esterno. Il rogo è stato spento dai vigili del fuoco. I danni, ancora da quantificare, sono ingenti.

Da Otranto in Albania a nuoto per i diritti umani: si interrompe dopo 28 l’impresa dell’attivista Eva Buzo

Si è interrotta dopo 28 ore la traversata a nuoto di 50 miglie marine dell’avvocatessa 36enne australiana Eva Buzo, attivista per i diritti umani, che ieri mattina si era immersa nelle acque di Otranto per raggiungere a bracciate Valona, in Albania, paese di suo nonno. L’impresa di Buzo aveva lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della tratta degli esseri umani. L’attivista è stata costretta a interrompere a due miglia dal Karaburun, il punto distante 10 miglia dalla spiaggia di Valona, omologato come traguardo dell’impresa. La lunga permanenza in acqua le ha causato un’inizio di ipotermia, e la salsedine un forte arrossamento della gola e l’ingrossamento della lingua, con difficoltà respiratorie. Nonostante volesse continuare il suo staff glielo ha impedito recuperandola e portandola su un gommone sino a Valona, dove la attendeva un’ambulanza che l’ha condotta in ospedale. A farle visita anche l’ambasciatrice italiana in Albania. Dopo le cure prestate dai sanitari, nel pomeriggio la 36enne è stata dimessa dall’ospedale.