Bari, 33enne ospite del Cara muore in ospedale: aperta inchiesta per omicidio colposo. Sono 9 gli indagati

Sono 9 le persone indagate nell’inchiesta per omicidio colposo aperta per fare chiarezza sulla morte di Soumaoro Bangaly, il 33enne guineano ospite del Cara di Palese deceduto all’ospedale San Paolo di Bari dopo aver ingerito diverse pile come atto di autolesionismo. Stava per essere operato, ma il suo cuore ha messo di battere prima dell’intervento. Le indagini dovranno stabilire se ha ricevuto le cure mediche sono state tempestive e se il trasporto in ospedale sia stato tardivo, quindi accertare un’eventuale responsabilità penale.

La morte di Soumaoro è stata all’origine della protesta dei migranti ospiti del Cara di Palese che hanno sfilato qualche giorno fa in città fino alla Prefettura. Una delegazione poi è stata accolta per chiedere migliori condizioni di vita nel Centro richiedenti asilo.

Scandalo all’Asl Bari, al via i primi interrogatori: scena muta di Nicola Iacobellis e Nicola Sansolini

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Nicola Iacobellis e Nicola Sansolini, tra i principali indagati nell’inchiesta sulle presunte tangenti pagate in cambio di appalti della Asl di Bari che nei giorni scorsi ha portato a 10 arresti.

I due, che sono detenuti in carcere sono comparsi oggi dinanzi al gip per l’interrogatorio di garanzia, si sono riservati di sottoporsi a interrogatorio in un momento successivo. Sansolini e Iacobellis, rispettivamente direttore responsabile della struttura complessa area gestione tecnica della Asl di Bari (fino al gennaio 2024) e poi dirigente dell’Uoc Ingegneria clinica e responsabile dell’edilizia sanitaria della Asl Bari, sono in carcere insieme a Concetta Sciannimanico, funzionaria dell’Uoc Area gestione tecnica della Asl Bari; Giovanni Crisanti, amministratore della Costruzioni Bioedili srl, Ignazio Gadaleta, legale rappresentante della Gadaleta Ignazio srl e Nicola Minafra, titolare della Falegnameria Moderna di Ruvo di Puglia (Bari).

Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, corruzione, falso, subappalti illeciti e turbata libertà degli incanti. Gli interrogatori degli altri quattro riprenderanno alle 14.30, mentre lunedì sono fissati quelli dei quattro indagati ai domiciliari (Paola Andriani, moglie di Nicola Iacobellis, Nicola Murgolo, legale rappresentante della Costruzioni Murgolo, Cataldo Perrone, titolare della Perrone Global Service srl, e Giuseppe Rucci, agente di rappresentanza e referente della Asl Bari della società Ism impianti servizi medicali srl).

Scandalo all’Asl Bari, da domani i primi interrogatori. Gli inquirenti: “Sistema diffuso di corruzione all’interno”

Si terranno domani 13 novembre, davanti al gip Giuseppe Ronzino, gli interrogatori di garanzia dei sei indagati in carcere da ieri per le tangenti pagate in cambio di appalti nella Asl di Bari. Si tratta di Nicola Sansolini, direttore responsabile della struttura complessa area gestione tecnica della Asl di Bari (fino al gennaio 2024) e poi dirigente dell’Uoc Ingegneria clinica (difeso da Antonio La Scala), e Nicola Iacobellis, responsabile dell’edilizia sanitaria della Asl Bari, che saranno interrogati domani mattina alle 9.

Per Concetta Sciannimanico, funzionaria dell’Uoc Area gestione tecnica della Asl Bari; Giovanni Crisanti, amministratore della Costruzioni Bioedili (difeso da Cristian Di Giusto), Ignazio Gadaleta, legale rappresentante della Gadaleta Ignazio srl e Nicola Minafra, titolare della Falegnameria Moderna di Ruvo verranno interrogati in videocollegamento nel pomeriggio alle 14,30. A loro è contestata l’associazione a delinquere e, a vario titolo, anche i reati di corruzione, falso, turbata libertà degli incanti e subappalti illeciti.

Gli interrogatori dei quattro finiti ai domiciliari (Paola Andriani, moglie di Nicola Iacobellis, Nicola Murgolo, legale rappresentante della Costruzioni Murgolo, Cataldo Perrone, titolare della Perrone Global Service srl, e Giuseppe Rucci, agente di rappresentanza e referente della Asl Bari della società Ism impianti servizi medicali srl) si terranno invece lunedì. Gli inquirenti hanno rilevato un «sistema diffuso di corruzione all’interno della Asl barese, da cui si rileverebbe un quadro inquietante di collusione e mercificazioni seriali della funzione pubblica».

Scandalo all’Asl Bari, mazzette fino a 30mila euro: “Non ci incastrano ma come gestiamo tutti questi soldi?”

Emergono altri dettagli sull’inchiesta che ha travolto l’Asl Bari, portando all’arresto di 10 persone tra funzionari e imprenditori. Al centro appalti per la manutenzione di ospedali e ambulatori concessi ad amici in cambio di soldi, favori e regali. Le intercettazioni: “Se vengo a fare una perquisizione a casa tua e ti trovo 20 mila euro in contanti, tu puoi dire: ‘Io quei 20mila euro li ho avuti da mio padre che mi ha dato l’eredità, ce li aveva’ oppure ‘Io percepisco il fitto a nero’. Al processo poi esci pulito”.

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Cade da impalcatura in pieno centro, aperta inchiesta a Lecce: 5 indagati per la morte di Antonio Greco

Sono 5 le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Lecce per fare chiarezza sulla morte di Antonio Greco, l’ingegnere di 72 anni, originario di Aradeo, morto martedì mattina dopo essere precipitato dall’impalcatura di un palazzo in costruzione in via Lamarmora e in pieno centro. I 5 indagati sono il titolare della ditta appaltatrice dei lavori del palazzo in costruzione, il direttore dei lavori, il responsabile e il titolare della sicurezza e l’addetto alla sicurezza della ditta esterna per conto della quale la vittima di cui Greco era socio. Lunedì sarà eseguita l’autopsia.

Processo Codice Interno a Bari, voto di scambio e mafia: Olivieri chiede di lasciare il carcere. La Dda si oppone

Gli avvocati di Giacomo Olivieri, l’ex consigliere regionale pugliese in carcere dallo scorso 26 febbraio per scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione, hanno chiesto al gup di Bari Giuseppe De Salvatore la sostituzione della misura con gli arresti domiciliari. La Dda ha dato parere negativo, la decisione del giudice non è ancora arrivata.

Olivieri è una delle figure chiave dell’inchiesta ‘Codice interno’, che ha svelato i presunti incroci tra mafia, politica e imprenditoria cittadina e portato all’esecuzione di 130 arresti. Secondo l’accusa, avrebbe comprato i voti dai clan Parisi, Strisciuglio e Montani per favorire l’elezione al consiglio comunale di Bari, nel 2019, della moglie Maria Carmen Lorusso. Anche Lorusso è coinvolta nell’inchiesta, e dopo aver trascorso diversi mesi ai domiciliari è recentemente tornata in libertà.

Oggi era in tribunale per un’udienza del suo processo accanto agli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta, gli stessi di Olivieri. L’indagine si è divisa in due filoni processuali: in abbreviato ci sono 109 imputati, tra cui Olivieri, che verrà sottoposto a esame il prossimo 27 novembre. In ordinario ce ne sono 15, tra cui Lorusso e il padre Vito, oncologo in carcere per altre vicende.

Femminicidio a Gravina, Lacarpia si toglie la vita in carcere a Bari. Dubbi sulla morte: aperta inchiesta

La Procura vuole vederci chiaro sulla morte di Giuseppe Lacarpia, il 65enne che si è tolto la vita nella sua cella del carcere di Bari nella notte tra lunedì e martedì. L’uomo era stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la moglie, la 60enne Maria Arcangela Turturo, a Gravina.

Lunedì aveva fatto visita per un’ora alla tomba della moglie nel cimitero di Gravina, dopo aver chiesto e ottenuto il permesso. Poche ore dopo si sarebbe tolto la vita in cella. La figlia, dopo aver “festeggiato” sui social la morte del padre, ha poi precisato: “Non è un festeggiamento, è giustizia per la mia mamma. Sono tutte preghiere fatte per lei”.

Le indagini dovranno stabilire se ci sono state falle nel sistema di sicurezza e se il suicidio poteva essere evitato. In passato Lacarpia infatti aveva già tentato due volte di togliersi la vita, senza successo, tanto da finire anche in ospedale. Bisogna capire anche perché ad esempio non è stata disposta la sorveglianza a vista per 24 ore. Sul corpo verrà effettuata l’autopsia.

Corsano piange il sindaco 64enne Biagio Raona, aperta inchiesta sulla sua morte: ieri è stato dimesso dall’ospedale

La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta sulla morte del sindaco di Corsano, l’odontoiatra 64enne Biagio Raona, deceduto la scorsa notte nella sua abitazione. L’indagine nasce dall’esposto presentato dai familiari che chiedono sia eseguita l’autopsia.

I famigliari sostengono che Raona ieri, accusando dolori al petto, era andato al pronto soccorso dell’ospedale di Tricase. E il personale sanitario, dopo averlo sottoposto a controlli, avrebbe deciso di rimandarlo a casa dove il sindaco è morto, a mezzanotte, mentre era a letto accanto a sua moglie.

Il magistrato di turno ha disposto la chiusura della camera ardente e ha stabilito che l’autopsia verrà eseguita giovedì prossimo. Rinviato il funerale che era stato fissato per domani.