Terminal bus a Bari, l’apertura slitta a giugno: lavori quasi finiti ma resta da scogliere il nodo tariffe

Slitta a giugno l’apertura del Terminal bus di Bari. All’appello mancano solo gli ultimi lavori e nella giornata di ieri si è tenuto un incontro a Palazzo di Città con la partecipazione del sindaco Vito Leccese, l’assessore a Lavori pubblici Domenico Scaramuzzi, l’ad di Ferrovie dello Stato Park Andrea Destro e i vari rappresentanti delle aziende pubbliche e private che gestiscono il servizio di trasporto extraurbano.

Al centro dell’incontro le tariffe delle sosta per i pullman, cioè quanto dovranno versare gli operatori per la sosta e il transito giornaliero dei loro mezzi. “I maggiori costi non siano scaricati sui passeggeri e sulle tariffe dei biglietti, il diritto alla mobilità è essenziale”, ha precisato il sindaco Leccese nell’incontro.

È per questo previsto un tavolo con Regione Puglia e Città Metropolitana dove le società cercheranno un sostegno economico almeno nella prima fase di avvio del terminal. Un altro tavolo sarà poi aperto invece con Fs Park che ha presentato il suo piano di gestione.

Sta di fatto che le aziende che gestiscono il servizio di trasporto extraurbano dovranno a giugno essere tutte pronte a spostarsi nella struttura, non sostando più né su via Capruzzi, né in Largo Ciaia.

Il progetto del Terminal Bus si estende su una superficie di circa7.500 metri quadrati. All’interno 18 stalli per i pullman delle linee extraurbane mentre un altro sarà utilizzato per la discesa dei passeggeri. Previsto un percorso per i pendolari realizzato sul marciapiede in via Capruzzi e protetto da una pensilina. All’interno del Terminal anche  tre chioschi. Uno sarà adibito a vano tecnico, l’altro sarà destinato agli autisti e nel terzo troveranno spazio tre locali commerciali, l’ufficio controllo accessi e i servizi igienici per i viaggiatori.

Padri separati, Giuseppe alla vigilia dell’Appello: “Rischio il carcere da innocente. È devastante”

Torniamo a parlare di Giuseppe e della sua storia da padre separato. Lo ricordiamo, Giuseppe è stato condannato a 3 anni per maltrattamenti in famiglia, ma ha trovato il coraggio per incontrarci e raccontare la sua storia.

Lo avevamo incontrato dopo il quarto Natale senza i suoi figli, questa volta Giuseppe è venuto a trovarci da Barletta alla vigilia di un momento delicato. A maggio è fissato l’Appello, rischia di andare in carcere per tre anni.

Ha sempre respinto ogni accusa di maltrattamenti, così come ha rifiutato ogni proposta di patteggiamento anche prima dell’avvio del processo. Qualcosa non torna. Nel video allegato tutti i dettagli e gli aggiornamenti della vicenda.

Incontro Emiliano-Conte, spunta l’assessorato alla legalità. Centrodestra all’attacco: “Siamo su Scherzi a parte”

Da quanto emerge, è stato un incontro definito “disteso e cordiale”, durante il quale Conte ha presentato il patto della legalità e la buona amministrazione, come annunciato in conferenza stampa. “Un incontro sicuramente molto positivo e ne esco più sereno e secondo me con buoni suggerimenti”, ha commentato brevemente Emiliano.

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Bosch Bari, incontro in Regione Puglia. FIM-Cisl preoccupato: “Rimangono elementi d’incertezza”

“Presso la Regione Puglia, in modalità mista, si è tenuto un incontro di verifica dello stato di attuazione del protocollo d’intesa siglato il 22 luglio 2022. Alla riunione erano presenti: il Sepac, i rappresentanti di Bosch e le delegazioni nazionali e territoriali delle organizzazioni sindacali e della RSU aziendale. Bosch ha confermato le prospettive di drastica riduzione delle attività sui motori diesel, le quali determinano la necessità di ridefinire la vocazione industriale dello stabilimento di Bari. L’impegno di ricercare nuove produzioni da portare in Puglia, al fine di ridurre al massimo l’impatto degli esuberi che si andrebbero a determinare nel 2027, ad oggi ha generato la piena attività per circa 260 lavoratori, grazie all’arrivo dagli stabilimenti di Repubblica Ceca e Germania di produzioni legate al motore endotermico (pompe GP40, CP4 e coperchi pompa) e di componenti per bici elettriche”. Inizia così il comunicato stampa di FIM-Cisl diramato al termine dell’incontro.

“Nell’apprezzare quanto fatto dall’azienda e nella consapevolezza delle difficoltà oggettive determinate dalla transizione dal diesel all’elettrico (la componentistica del quale, in termini di lavoro, rappresenta una frazione del lavoro necessario a produrre un motore tradizionale), la Fim ritiene imprescindibile uno sforzo e un impegno ancora maggiore da parte Bosch, la quale, in prospettiva, dovrà anche cogliere l’opportunità di industrializzare su Bari i frutti della ricerca che viene realizzata presso il CVIT – si legge nella nota -. Da luglio dello scorso anno ad oggi, attraverso le uscite volontarie e incentivate previste dall’accordo siglato a luglio 2022, i dipendenti sono scesi da 1.678 a 1.609; inoltre, si inizia a registrare anche qualche successo nelle politiche di outplacement. Nella gestione della crisi, tuttavia, la Fim ritiene debba essere privilegiata la ricerca di nuove attività, al fine di garantire quella massa occupazionale che rappresenta un valore aggiunto per la prospettiva industriale di lungo periodo dello stabilimento e per la funzione di volano dello sviluppo che Bosch può esercitare sul territorio pugliese. È stato inoltre confermato il forte impegno relativo alla formazione dei lavoratori (per un totale 32.600 ore), il quale prevede anche l’importante contributo della Regione Puglia. La Fim chiede la convocazione al MiMIT di un tavolo di confronto con le parti, affinché gli investimenti pubblici previsti per le nuove tecnologie della transizione, possano essere impiegati anche a sostegno del piano di riconversione dello stabilimento di Bari. La Fim ritiene altresì urgente un confronto al tavolo del Ministero del Lavoro per verificare con quali ammortizzatori sociali dare continuità di copertura ai lavoratori coinvolti dal piano di riconversione da qui al 2027”.