Case popolari da incubo, crollo nel sottoscala allagato durante l’intervista: “Siamo terrorizzati”

Torniamo ad occuparci del filone delle case popolari, il nostro viaggio da incubo continua direttamente da via Giandomenico Petroni.

Ci siamo recati qui per documentare le condizioni disastrate dello stabile di proprietà dell’Arca Puglia e ci siamo trovati al momento del crollo nel sottoscala allagato.

Nel video allegato lo sfogo dei residenti e i dettagli di quanto accaduto.

 

Malato di cancro si aggrava in ospedale e muore: “Scarsa igiene e poco personale. Un incubo”

Torniamo ad occuparci di malasanità e di infezioni ospedaliere. Questa volta è il turno di Angelo, una nostra vecchia conoscenza. Questa volta ha voluto essere intervistato di spalle dopo le ripercussioni avute in seguito alla prima intervista.

Suo papà, malato di cancro, è stato ricoverato nel padiglione Balestrazzi del Policlinico di Bari. Qui ha contratto un’infezione ospedaliera a causa delle condizioni igienico-sanitarie precarie della sua stanza. Tutto è documentato da alcune fotografie inequivocabili. Nel video allegato tutti i dettagli.

Infermiera aggredita a Taranto: “Ho paura di tornare al lavoro sono terrorizzata. È stato un incubo”

“Sono terrorizzata. Come si può arrivare a tanto? Io sono andata lì solo a svolgere il mio lavoro. È stato un incubo”. A parlare, in un video diffuso da Cgil e Fp Cgil, è una delle tre infermiere aggredite la notte tra venerdì e sabato scorsi da un paziente in stato di alterazione psicofisica nel reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Moscati di Taranto.

Un video in cui l’operatrice sanitaria (il cui volto non appare e la cui voce è camuffata) descrive quanto accaduto “durante il turno alle 2 di notte”. “Abbiamo sentito rumori strani, proprio strani – spiega – e le grida. Siamo entrate in stanza correndo”.

Il paziente, aggiunge l’infermiera, “tirava calci, con la sua testa sbatteva contro le spondine del letto. Eravamo sole”. Il paziente, sedato successivamente da una dottoressa in servizio al reparto Psichiatria, allertata da una delle tre operatrici aggredite, “si è addormentato alle 6 di mattina. Io psicologicamente – racconta ancora l’infermiera – sto a terra e fisicamente ho dolori dappertutto”. Poi ammette: “Ora ho paura di tornare al lavoro”.

L’aggressore sarebbe un paziente di 62 anni, tracheotomizzato, che era stato trasferito nel reparto di Otorinolaringoiatria dopo un intervento chirurgico a cui era stato sottoposto due giorni prima. Le tre infermiere, colpite con calci e pugni, hanno riportato contusioni ma hanno proseguito il servizio facendosi medicare e refertare solo a fine turno.

Viaggio da incubo su Flixbus, 19enne di Terlizzi lasciato solo e di notte sulla statale: autisti sospesi

Gli autisti FlixBus che il 4 gennaio sera hanno lasciato Giuseppe De Nicolo, 19enne di Terlizzi, lungo la SS64 a pochi metri dalla tangenziale di Bologna, sono stati sospesi. L’azienda infatti ha avviato indagini interne dopo la denuncia del giovane pendolare. Oltre alla decisione, sono arrivate anche le scuse della società per il comportamento del personale di guida.

“Siamo davvero rammaricati di quanto avvenuto e ci teniamo innanzitutto a scusarci per i disagi da lei subiti – spiegano – Tale autonoma iniziativa da parte del personale di guida è contraria alle nostre policy e non è stata autorizzata da FlixBus. Parimenti, non è mai consentito fare scendere un passeggero in un luogo che non rientri nelle aree autorizzate da FlixBus”.

Bari, l’incubo di via Capruzzi. Fratelli d’Italia chiede interventi urgenti: “Tutelare sicurezza cittadini e commercianti”

I consiglieri di Bari chiedono con urgenza di inserire via Capruzzi nel piano coordinato di controllo del territorio, di aumentare il presidio delle Forze dell’ordine per tutelare l’ordine pubblico, di garantire la sicurezza igienico-sanitaria della zona e di predisporre interventi incisivi per affrontare una problematica ormai fuori controllo.

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Crolla il solaio della casa popolare, nuovo incubo due anni dopo. Rissa sfiorata: “Chiedo scusa”

In redazione sono arrivate diverse segnalazioni con protagonista Silvio Sisto. Il Bomber è stato ripreso in un battibecco con un Carabiniere e in un primo momento abbiamo pensato alla solita storia del minchia parking. Ma dietro c’è di più. La storia riguarda il cognato di Sisto e i suoi genitori che due anni fa hanno rischiato di morire. Il solaio della loro casa popolare è crollato e per poco non si è sfiorata la tragedia. Per un anno hanno vissuto in un hotel, dopo il ripristino dell’abitazione, ma i lavori sono stati fatti a membro di segugio. Nel video tutti i dettagli di quello che è successo e la ricostruzione di quanto accaduto anche con il Bomber.

Da Mola a Bari in treno, l’odissea dei pendolari: “Corse affollate e in ritardo ogni giorno è un incubo. Aiutateci”

“Vi scrivo da un treno sovraffollato in movimento mentre sono in piedi da tempo. Abito a Mola di Bari e ogni mattina, come altri pendolari, prendo il treno per raggiungere il capoluogo”. Inizia così la denuncia arrivata in redazione da parte di un nostro lettore.

“I treni nella fascia oraria dalle 7 alle 8 (in partenza da Mola di Bari) sono particolarmente affollati ogni mattina. Questa mattina in particolare, siamo partiti con circa 20 minuti di ritardo perché il treno superava la capienza. Ma andiamo per ordine cronologico – si legge nel messaggio -. Il giorno 11 settembre 2024 ho notato un sovraffollamento nel treno regionale 4374 in partenza da Mola alle 6,30 e ho fatto una segnalazione. Tale segnalazione è fuori dalla fascia oraria di cui ho parlato in precedenza, ma serve per la narrazione cronologica. La mia richiesta era di prevedere un secondo convoglio agganciato al primo. La risposta è stata, in sintesi, che il treno ha una capienza di 502 posti tra seduti e in piedi. Effettivamente, in quell’occasione era possibile avere qualche altro posto. Giorni dopo (attendo ancora la risposta al reclamo) ho preso il treno regionale 23510 in partenza da Mola alle 7,25. Un incubo! Stipati come le sardine. Ho scritto un reclamo in cui ho anche fatto menzione ai rischi di epidemie”.

“Questa mattina ho preso ancora il treno regionale 23510 e la situazione era ancora peggiore. Innanzitutto è impensabile salire con un bagaglio ingombrante o con un mezzo (monopattini o simili) perché, anche se c’è la sezione dedicata, essa è piena di persone che non possono muoversi anche volendo perché sono saturi corridoi, spazi antistanti le porte, spazi dedicati ai disabili – continua -. La condizione odierna del treno rende complicatissimo il raggiungimento del bagno. Non oso immaginare un disabile in carrozzina che necessita del bagno con urgenza cosa debba patire. Vi allego le foto di stamattina. Ma, questa mattina c’è stata la novità croccante (per citare Antonio). Alla stazione di Mola hanno chiesto random ai passeggeri diretti a Bari centrale (e non a chi era diretto a fermate intermedie) di scendere perché era presente il pullman sostitutivo e che il treno non poteva partire in quelle condizioni. E qui mi ricollego alla mia prima segnalazione. Come mai non prevedete di aggiungere un convoglio, perché non si raggiunge mai la capienza massima in base ai monitoraggio dei flussi e, invece, prevedete un pullman a Mola di Bari? Il pullman a Mola non c’è mai stato. È premeditato! Ma non si premedita un altro convoglio… e se voglio viaggiare con un bagaglio o con un monopattino lo devo portare sollevato in alto come un trofeo? Nel frattempo il treno è arrivato con oltre 20 minuti di ritardo e addio alla puntualità degli impegni di ognuno. Il treno successivo (partenza ore 7,38 da mola) ci ha superato inspiegabilmente dato che anch’esso è regionale e ha lo stesso rango di priorità del nostro. Quindi chi è partito prima è arrivato dopo. Vi allego gli screenshot della sezione info mobilità dell’app ufficiale Trenitalia. Non mi sto inventando nulla. Tutto è documentato”.

“La capotreno ha risposto alle rimostranze di una signora con superficialità e rassegnazione. Si può solo immaginare come sia frustrante e avvilente lavorare così ogni giorno per dei ragazzi quasi tutti sotto i 30 anni che hanno una vita lavorativa davanti a loro. Ho notato che i giorni peggiori sono lunedì e martedì”, conclude il lettore con rassegnazione.