Incidente mortale a Bari, muore Francesco Damiani: domani i funerali al San Paolo. Indagato il 18enne alla guida

Sono rimasti feriti altri 4 ragazzi, tutti tra 18 e 19 anni. In due, tra cui l’indagato, sono ricoverati nella Rianimazione del Policlinico di Bari e sono in coma farmacologico. Gli altri due non sono in pericolo di vita. Disposti l’alcol e il drug test su tutti e cinque, sequestrati due telefonini.

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Tentato omicidio di un finanziere a Napoli, arrestato Ciro Caliendo: è indagato per la morte della moglie a San Severo

Ciro Caliendo è l’imprenditore di San Severo indagato per l’omicidio volontario della moglie, Lucia Salcone, la 47enne morta carbonizzata il 27 settembre sulla provinciale 13. Insieme ad altre 45 persone è coinvolto nel tentato omicidio di un ufficiale della Guardia di Finanza, avvenuto il 21 marzo 2023 a Bacoli. Caliendo avrebbe realizzato l’ordigno e fornito il telecomando.

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Tragedia sulla Potenza-Melfi, morti tre giovani tifosi foggiani. Indagato l’autista: è il papà di una delle vittime

Con l’accusa di omicidio stradale colposo, la Procura della Repubblica di Potenza ha iscritto nel registro degli indagati l’uomo che era alla guida dell’auto nella quale, ieri sera, viaggiavano i tre tifosi del Foggia (di 13, 17 e 21 anni) morti a causa delle ferite riportate in un incidente stradale avvenuto sulla statale Potenza-Melfi, a pochi chilometri del capoluogo lucano.

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Mistero a San Severo, muore carbonizzata nell’incidente stradale: il marito indagato per omicidio volontario

È stata disposta l’autopsia sul corpo di Lucia Salcone, la 47enne di San Severo (Foggia) morta in un incidente stradale avvenuto la notte tra il 27 e il 28 settembre scorsi sulla provinciale 13 che unisce San Severo a Castelnuovo della Daunia.

La donna era a bordo di una Fiat 500 condotta dal marito che, per cause in corso di accertamento, è uscita fuori strada schiantandosi contro un albero. L’impatto è stato talmente violento che il veicolo ha preso fuoco. La donna è stata poi ritrovata carbonizzata.

Nell’incidente ha riportato ustioni invece il coniuge, Ciro Caliendo, che, stando a quanto si apprende, è stato raggiunto da un avviso di garanzia con l’imputazione provvisoria di omicidio volontario. Un atto dovuto per permettere all’indagato di nominare un consulente di parte durante l’esame autoptico. Al vaglio degli investigatori la dinamica del sinistro e le dichiarazioni dell’uomo.

Bari, blitz armato al San Paolo. Indagato Eugenio Palermiti: “Ha estratto la pistola davanti a persone sedute al bar”

Lo scorso 9 settembre Eugenio Palermiti, 20enne nipote omonimo del capoclan del quartiere Japigia di Bari, dopo essere arrivato a bordo di una moto Tmax guidata da un amico, avrebbe estratto una pistola davanti alle persone sedute ai tavolini del bar di un benzinaio in viale Europa, nel quartiere San Paolo, “tentando di esplodere colpi d’arma da fuoco” e causando “la fuga dei presenti”. Per questo è indagato per minaccia aggravata del metodo mafioso.

L’episodio emerge dall’ordinanza con cui il gip Francesco Vittorio Rinaldi ha convalidato il fermo (in carcere) di Michele Lavopa, 21enne accusato dell’omicidio di Antonella Lopez, uccisa con un colpo di pistola la notte tra sabato e domenica scorsi all’interno della discoteca Bahia di Molfetta (Bari).

Lavopa, accusato di omicidio volontario e tentato omicidio aggravati dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di arma e ricettazione, agli inquirenti ha detto di aver sparato per colpire Palermiti dopo essere stato provocato. Dell’episodio in cui Palermiti estrae la pistola davanti al bar del San Paolo, una delle roccaforti del clan rivale Strisciuglio, Lavopa era infatti a conoscenza. La vicenda è oggetto di un’indagine diversa di Dda e squadra mobile di Bari.

Lavopa, che avrebbe avuto dei problemi con Palermiti sia in passato (un pestaggio subito nel 2017) sia circa un mese fa, sarebbe stato «costretto a non farsi vedere in giro a Bari e a rimanere nei luoghi dallo stesso frequentati nel centro della città per poco tempo», si legge ancora nell’ordinanza di convalida del fermo.

Palermiti è stato individuato dalle telecamere di sorveglianza del bar e, durante una perquisizione, gli inquirenti hanno quindi ritrovato in suo possesso “abiti compatibili con quelli indossati dall’autore dalla minaccia con la pistola”. Lo stesso Palermiti ha detto agli inquirenti di aver usato una pistola a salve e di essersi recato sul posto insieme a un amico, rimasto ferito – come lo stesso Palermiti – nella sparatoria nella discoteca Bahia. La moto, trovata nel cortile della casa di questo amico, è stata sequestrata.

Omicidio Lopez a Molfetta, il rientro a Bari di Lavopa e la pistola gettata: c’è un indagato per favoreggiamento

C’è un indagato per favoreggiamento nel caso dell’omicidio di Antonella Lopez, la 21enne di Bari uccisa la sera tra sabato e domenica mentre si trovava all’interno della discoteca ‘Bahia’ di Molfetta e per il quale è stato fermato il 21enne Michele Lavopa, che ha confessato di essere l’autore materiale della sparatoria.

Lavopa, individuato dai carabinieri nel primo pomeriggio di ieri nella sua casa del quartiere San Paolo, si trova ora in carcere a Bari ed è indagato per l’omicidio della ragazza e per il tentato omicidio dei quattro giovani (tra 20 e 25 anni) rimasti feriti, tra cui anche Eugenio Palermiti, nipote omonimo del capoclan del quartiere Japigia di Bari.

Agli inquirenti, ha detto di essere scappato dal locale a piedi, dopo essersi liberato dell’arma, e di essere tornato a casa a bordo di un’auto guidata da un amico. Dopo aver inizialmente dichiarato di aver buttato la pistola in mare, ha però reso altre dichiarazioni che hanno spinto i carabinieri a cercare l’arma nelle campagne di Bitonto, finora senza successo. Il giovane ha un precedente per rapina risalente a quando era minorenne.

Trascina 15enne in mare e tenta di violentarla: 50enne rischia linciaggio in spiaggia. Ora è a piede libero

L’episodio a Otranto, nei pressi di Baia dei Turchi. L’uomo si sarebbe avvicinato alla ragazzina in acqua presentandosi come un istruttore di fitness e, dopo aver abbracciata, l’avrebbe trascinata verso una delle boe al largo. Tutto è stato notato da un turista in acqua e dal fidanzatino della ragazzina che ha iniziato a urlare.

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Bracciante indiano accusa malore nei campi e muore in ospedale: indagato imprenditore agricolo a Taranto

Un imprenditore agricolo è indagato dalla procura di Taranto per omicidio colposo e caporalato nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di un bracciante agricolo indiano di 38 anni, Rajwinder Sidhu Singh, che il 26 maggio scorso fu portato all’ospedale San Pio di Castellaneta dopo aver accusato un malore nelle campagne di Laterza, ma quando arrivò al pronto soccorso per lui non c’era più nulla da fare.

La notizia è riportata oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno, che spiega come il racconto del proprietario del fondo (“E’ svenuto, ha perso conoscenza”) non abbia convinto in primo luogo il personale sanitario che ha poi allertato i carabinieri. Presunte discrepanze riguarderebbero dettagli, orari di ritrovamento e lo stato in cui il corpo della vittima si presentava sotto gli occhi del datore di lavoro.

Il procuratore Eugenia Pontassuglia e il pm Filomena Di Tursi hanno disposto l’autopsia, che è stata eseguita molti giorni dopo in quanto era necessario attendere la notifica dell’avviso degli accertamenti tecnici irripetibili ai familiari. Ora si attendono i risulati dell’esame per comprendere le cause del decesso e stabilire se i soccorsi siano stati tempestivi. La salma di Rajwinder Sidhu Singh è tornata in patria un mese dopo, il 26 giugno, dopo che i familiari del bracciante sono giunti in Italia e hanno ottenuto il nulla osta. Il 38enne si chiamava Singh, come l’operaio indiano morto a Latina il 19 giugno scorso, che subì l’amputazione del braccio destro in un incidente nei campi, che provocò una copiosa emorragia, e fu lasciato davanti alla sua abitazione. Il primo luglio il suo datore di lavoro è stato poi arrestato per l’ipotesi di omicidio doloso.