Scandalo Intesa Sanpaolo, conti bancari spiati. Non solo il bitontino Coviello: perquisizioni e nuovi indagati a Bari

La Procura di Bari ha iscritto nel registro degli indagati altre persone nell’inchiesta sui conti correnti spiati partita dal bancario ed ex dipendente di Intesa Sanpaolo, ora licenziato, Vincenzo Coviello, di 52 anni, impiegato nella filiale Agribusiness di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani).

Nei confronti degli indagati sono già state effettuate perquisizioni, disposte dal procuratore Roberto Rossi e dall’aggiunto Giuseppe Maralfa che coordinano le indagini. La notizia, riportata da Il Fatto Quotidiano, è stata confermata all’ANSA da fonti inquirenti.

La vicenda che coinvolse Coviello, licenziato dalla banca al termine di un procedimento disciplinare, diventò di dominio pubblico ad ottobre: secondo l’accusa, per oltre due anni Coviello avrebbe spiato i dati dei conti correnti di 3572 clienti, tra personaggi del mondo della politica (come la premier Giorgia Meloni), dello sport, dello spettacolo, ma anche cittadini comuni. La Procura di Bari indaga nei suoi confronti per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, ma nell’indagine è indagata anche Banca Intesa per la responsabilità giuridica degli enti.

Scandalo Intesa, non solo il bitontino Vincenzo Coviello. L’inchiesta a Bari si allarga: possibili altri spioni bancari

Non solo il 52enne di Bitonto Vincenzo Coviello, ci sono altri indagati nell’inchiesta della Procura di Bari sui presunti accessi abusivi effettuati dall’ex dipendente di Banca Intesa sui conti correnti della premier Giorgia Meloni, di ministri, politici e personalità dello sport e dello spettacolo. A riportarlo è il Fatto Quotidiano.

Nel registro degli indagati compare almeno il nome di un altro dipendente dell’istituto di credito. Covielllo, cha lavorato nella filiale di Bitonto e poi nel distaccamento Agribusiness di Bisceglie  che fa capo alla filiale di Barletta, è stato licenziato da Banca Intesa. Secondo l’accusa, dal 21 febbraio 2022 al 24 aprile 2024 il 52enne di Bitonto avrebbe effettuato 6.637 accessi abusivi ai dati dei conti correnti di 3.572 clienti sparsi in 679 filiali in tutta Italia. Coviello è indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.

Intesa tra associazione banche e prefettura di Bari, siglato protocollo per tutelare personale e clienti: “Più sicurezza”

Aumentare la sicurezza per dipendenti e clienti delle banche Proteggere i sistemi informatici degli istituti di credito per tutelare correntisti, investitori e personale. Sono alcuni delle finalità del protocollo siglato a Bari tra la prefettura e l’Ossif, il centro di ricerca e sicurezza anticrimine dell’Abi, l’associazione delle banche italiane. L’accordo arriva a ridosso del caso diventato nazionale con protagonista Vincenzo Coviello, il 52enne bitontino ed ex dipendente della filiale Agribusiness di Bisceglie che avrebbe effettuato dal 21 febbraio 2022 al 24 aprile 2024 6.637 accessi abusivi ai dati dei conti correnti di 3.572 clienti sparsi in 679 filiali in tutta Italia. Tra questi conti anche quelli della premier Giorgia Meloni e della sorella Arianna, oltre che del presidente del Senato e di alcuni ministri e personalità pubbliche note nel mondo dello sport e dello spettacolo.

L’intesa, della durata di due anni prorogabili, intende adeguare e migliorare “i dispositivi di difesa passiva a tutela delle filiali” e prevede “attività di formazione per tutelare l’incolumità del personale degli istituti di credito con misure di contrasto agli attacchi multivettoriali realizzati con le tecniche del cyber physical security”, viene evidenziato in una nota.

Il protocollo firmato dal prefetto di Bari, Francesco Russo, e dal coordinatore dell’Ossif Abi, Marco Iaconis, introduce anche “una serie di iniziative per implementare la sicurezza degli utenti e prevenire gli atti vandalici e le truffe, specie ai danni degli anziani”. La collaborazione tra prefettura, Abi e forze dell’ordine vuole “accrescere il livello di sicurezza, sia reale sia percepita, della comunità locale”.