Lo spione dei conti bancari, il legale di Intesa Sanpaolo in Procura a Bari: “Pronti a collaborare con la magistratura”

Proseguono i contatti tra la Procura di Bari e l’Intesa Sanpaolo per fare chiarezza attorno alla vicenda del bitontino Vincenzo Coviello, indagato per aver spiato i conti di personaggi noti del mondo della politica (tra cui la premier Meloni), dello sport e dello spettacolo. Le accuse sono di accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.

Questa mattina il procuratore Roberto Rossi ha incontrato l’ex ministra della Giustizia Paola Severino, tra i legali della banca che resta indagata per la violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Intesa Sanpaolo non avrebbe avvisato tempestivamente gli inquirenti degli accessi abusivi effettuati da Coviello, ma lo avrebbe fatto solo al termine di un lungo procedimento interno culminato poi con il licenziamento del dipendente lo scorso 8 agosto. Severino ha confermato la massima collaborazione da parte dell’Istituto bancario a collaborare.

Lo spione dei conti bancari, Intesa Sanpaolo corre ai ripari: il generale De Vita nominato chief security office

Il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo, presieduto da Gian Maria Gros-Pietro, ha deliberato la costituzione della nuova area di governo Chief Security Officer, a diretto riporto del consigliere delegato e ceo Carlo Messina, affidata all’ex generale dei carabinieri Antonio De Vita.

Il generale De Vita ha ricoperto, prima di raggiungere nel mese di luglio il pensionamento, la responsabilità relativa alle regioni di Puglia, Campania, Abruzzo e Molise. Dal primo settembre è stato assunto da Carlo Messina nel suo staff come senior advisor sui temi della sicurezza e cyber.

Questa la risposta dopo il caso di Vincenzo Coviello, il 52enne di Bitonto che ha spiato non solo i conti correnti di politici, ministri, magistrati sportivi e personaggi famosi, ma anche i movimenti delle carte di credito. Ora l’uomo è indagato dalla Procura di Bari per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.

Lo spione dei conti bancari, Coviello licenziato da Intesa Sanpaolo: il 52enne bitontino fa ricorso

Nessuna traccia di Vincenzo Coviello, il 52enne bitontino ed ex dipendente della filiale Agribusiness di Bisceglie che avrebbe effettuato dal 21 febbraio 2022 al 24 aprile 2024 6.637 accessi abusivi ai dati dei conti correnti di 3.572 clienti sparsi in 679 filiali in tutta Italia. Tra questi conti anche quelli della premier Giorgia Meloni e della sorella Arianna, oltre che del presidente del Senato e di alcuni ministri e personalità pubbliche note nel mondo dello sport e dello spettacolo.

Ma arrivano novità sul suo conto. Il rapporto di lavoro tra Intesa Sanpaolo e Coviello è terminato l’8 agosto 2024. Tramite i suoi legali il 52enne presenterà ricorso contro il licenziamento della banca. “Una misura eccessiva e non del tutto giustificata”, spiegano i legali. Dopo essere stato scoperto si sarebbe anche proposto per pagare i danni definiti dalle sue azioni, la banca però ha provveduto solo a licenziarlo.

Lo spione dei conti bancari, Intesa Sanpaolo scriveva così a Coviello prima della bufera: “Gravi danni patrimoniali”

Nella lettera di contestazione disciplinare che Intesa Sanpaolo ha inviato il 4 luglio scorso all’impiegato Vincenzo Coviello emerge che l’istituto di credito era consapevole che gli accessi abusivi ai conti dei clienti sarebbero stati “tali da determinare consistenti danni reputazionali e patrimoniali alla banca”. Non a caso Intesa definisce nella missiva gli accessi abusivi “gravissimi e idonei a recidere” il rapporto di lavoro, cosa che è avvenuta l’8 agosto 2024. La banca, quindi, era consapevole del fatto che se la vicenda fosse diventata di dominio pubblico avrebbe potenzialmente portato alla perdita di clienti, che l’istituto sarebbe stato probabilmente sottoposto ad accertamenti e sarebbe stato esposto a richieste di risarcimento dei danni.

Queste due ultime ipotesi si stanno verificando perché la banca è indagata per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (legge 231/2001) e perché diversi legali hanno chiesto informazioni alla Procura di Bari, che ha indagato Coviello (in concorso ovvero un ipotetico mandante da identificare, e quindi con un presunto destinatario delle informazioni) per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. I legali potrebbero costituirsi parte civile in un eventuale procedimento penale e chiedere danni in sede civile.

Secondo l’accusa, dal 21 febbraio 2022 al 24 aprile 2024 il 52enne di Bitonto (Bari) ed ex dipendente della filiale Agribusiness di Bisceglie (gruppo Intesa) avrebbe effettuato 6.637 accessi abusivi ai dati dei conti correnti di 3.572 clienti sparsi in 679 filiali in tutta Italia. Tra questi conti anche quelli della premier Giorgia Meloni e della sorella Arianna, oltre che del presidente del Senato e di alcuni ministri e personalità pubbliche.

Lo spione dei conti bancari, Intesa Sanpaolo indagata: “Noi parte lesa massima collaborazione con le autorità”

Intesa Sanpaolo non ha “ricevuto alcuna comunicazione dall’autorità giudiziaria e sottolinea che la banca ha potuto procedere con la notifica presso l’autorità per la privacy e la denuncia presso la Procura di Bari come parte lesa nei tempi resi possibili da un processo esteso e accurato, volto alla ricostruzione di quanto avvenuto”. Lo rende noto un portavoce di Intesa Sanpaolo in merito all’inchiesta aperta dalla Procura di Bari con protagonista il 52enne bitontino Vincenzo Coviello, l’ex dipendente che in 26 mesi ha compiuto accessi abusivi ai conti correnti e alle carte di credito di 3572 correntisti di 679 filiali.

Intesa Sanpaolo resta indagata. Per gli inquirenti, avrebbe violato la legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. L’istituto, in sintesi, secondo i pm non avrebbe tempestivamente segnalato agli inquirenti gli accessi abusivi. Coviello è stato sottoposto a procedimento disciplinare – e poi licenziato dalla banca lo scorso 8 agosto – ben prima che partissero le indagini. L’ex bancario è indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Una volta che la struttura di controlli interni ha evidenziato le “anomalie, hanno subito preso avvio la procedura disciplinare e l’analisi dei fatti che hanno richiesto una complessa ed estesa ricostruzione di quanto avvenuto”, prosegue il portavoce di Intesa Sanpaolo.

“Nel mentre la banca – spiega ancora – ha sospeso cautelativamente il dipendente e ha proceduto ad avviare l’interlocuzione con l’autorità per la privacy, integrando successivamente l’iniziale notifica con gli sviluppi della vicenda. La complessa analisi dei fatti con il conseguente completamento del procedimento disciplinare – nel rispetto delle procedure a garanzia e tutela del lavoratore – ha condotto al licenziamento alla luce delle gravi e ripetute violazioni di norme regolamenti e procedure interne da questo commesse”.

Solo a conclusione di tutto ciò, la banca ha infine potuto “procedere a sporgere denuncia come parte lesa, sulla base dell’esposizione dei fatti come ricostruiti all’autorità giudiziaria. Il comportamento della banca sarà come sempre basato sulla massima collaborazione con le autorità”, conclude il portavoce di Intesa Sanpaolo.

Lo spione dei conti bancari, i clienti valutano causa contro Intesa Sanpaolo: chieste informazioni alla Procura

Intesa Sanpaolo è formalmente indagata nell’indagine a carico di Vincenzo Coviello, l’ex dipendente che in 26 mesi ha compiuto accessi abusivi ai conti correnti e alle carte di credito di 3572 correntisti di 679 filiali. La Banca, per gli inquirenti, avrebbe violato la legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche.

L’istituto, secondo i pm, non avrebbe tempestivamente segnalato agli inquirenti gli accessi abusivi. Dopo lo scandalo, i legali di alcuni clienti vittime di Coviello hanno chiesto informazioni alla Procura per valutare la costituzione di parte civile o cause civili ai danni della banca. Coviello è stato sottoposto a procedimento disciplinare – e poi licenziato dalla banca lo scorso 8 agosto – ben prima che partissero le indagini. L’ex bancario è indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.

Le indagini della Procura di Bari sono iniziate dopo una denuncia presentata il 22 luglio da un correntista, al quale erano stati segnalati gli accessi anomali ai dati del suo conto corrente. Oltre a cittadini comuni, Coviello avrebbe spiato i conti della premier Giorgia Meloni, di alcuni ministri, del presidente del Senato Ignazio La Russa e di altri personaggi del mondo della politica, dello spettacolo e dello sport.

Lo spione dei conti bancari, Intesa Sanpaolo: “Siamo dispiaciuti e chiediamo scusa. Non accadrà più”

Come noto un “dipendente infedele della nostra banca, con un comportamento che ha gravemente violato le norme, i regolamenti e le procedure interne, ha consultato dati e informazioni riguardanti alcuni clienti in modo ingiustificato”. Lo afferma Intesa Sanpaolo in una nota. “Il sistema – prosegue – interno di controlli lo ha individuato, abbiamo inviato notifica al Garante della Privacy, abbiamo licenziato il dipendente infedele e abbiamo sporto denuncia come parte lesa. Siamo molto dispiaciuti di quanto accaduto e chiediamo scusa. Quanto avvenuto non dovrà più accadere”.

Lo scrive Intesa Sanpaolo in una nota circa la vicenda degli accessi abusivi da parte di un dipendente bitontino che poi è stato licenziato. “L’impegno – conclude la banca – di tutte le 100.000 persone che lavorano in Intesa Sanpaolo è per confermare i livelli di eccellenza che pongono la banca ai vertici europei. Grazie ai valori che ci guidano proseguiremo nell’assicurare il nostro ruolo di motore economico e sociale dell’Italia”.

Lo spione dei conti bancari, Coviello controllava tutti. Anche i cittadini di Bitonto e la moglie: “Sono malato”

Vincenzo Coviello, il 52enne bitontino spione dei conti bancari, ha effettuato il primo accesso “abusivo” il 12 ottobre 2023 controllando i movimenti della moglie di suo cognato. “Ho commesso un errore di digitazione nell’ambito delle ordinarie verifiche dei plafond delle carte dei clienti gestiti. Ho comunque rispettato le regole sulla privacy”, la giustificazione data al suo ex direttore di Intesa Sanpaolo.

Le versioni però cambiano nel corso dei mesi, dopo aver violato altri conti bancari. “L’ho fatto per mera curiosità”, racconta. Nella difesa del procedimento disciplinare però spunta un “disturbo di adattamento misto” (ovvero disturbi emotivi e della condotta) come attestato da uno psicologo. Con la sua relazione ha cercato di evitare il licenziamento.

Il suo, con il passare del tempo, diventa un interesse morboso nei confronti dei segreti bancari delle persone, nel mirino non ci sono solo politici, sportivi (in totale 77) ma anche parenti (la madre e la moglie), conoscenti e abitanti di Bitonto. Tra le persone violate anche un suo omonimo, un primario del Policlinico di Bari (è stato quest’ultimo a far partire l’inchiesta), 73 colleghi di Intesa Sanpaolo e persino l’arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano. In totale sono 6.637 gli accessi effettuati sui dati di 3.572 clienti con conti correnti in 679 filiali tra il 21 febbraio 2022 e il 24 aprile 2024

Coviello è stato prima allontanato a maggio, poi licenziato l’8 agosto. I suoi legali hanno impugnato il licenziamento. Il 52enne ha dichiarato di non essere stato pagato o incaricato da nessuno e di aver cancellato e distrutto tutto. Ora però indaga su di lui la Procura. Le ipotesi di reato a suo carico sono quelle di accesso abusivo ai sistemi informatici e di tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.

Lo spione dei conti bancari, Vincenzo Coviello si difende: “Ho agito da solo e per curiosità”. Bitonto sotto choc

Vincenzo Coviello, 52enne di Bitonto, è l’uomo del momento. È lui l’ex dipendente della filiale Agribusiness di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani) licenziato ad agosto per aver spiato i conti correnti di 3572 clienti dell’istituto, tra cui quello della premier Giorgia Meloni e di tanti vip. Sono 6.976 gli accessi effettuati a conti correnti di clienti non giustificati da esigenze di servizio. Ora risulta indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Ieri, ufficiali di polizia giudiziaria incaricati dalla Procura di Bari hanno perquisito la casa dell’ex dipendente e sequestrato smartphone, tablet, hard disk e dispositivi informatici diversi che saranno oggetto di verifiche forensi.

Coviello, impiegato di banca che è riuscito a violare i conti correnti di ministri e deputati, magistrati e forze dell’ordine, cittadini comuni e sportivi, si è difeso dicendo di essere solo “un maniaco del controllo”, di aver agito da solo per curiosità e di non aver divulgato a nessuno le informazioni di cui è entrato in possesso. Nessun documento scaricato, nessun sistema all’esterno che lo aveva incaricato di fare questo. Ma per la Procura ha operato “verosimilmente in concerto con persona da identificare: un mandante degli accessi abusivi al sistema informatico di Intesa”.

Sposato, con due figli, è stato definito da alcuni come uno “stacanovista” sempre “impeccabile sul lavoro”. Insomma, l’identikit di un impiegato modello. Da qualche tempo pare avesse cancellato i profili social dopo i primi richiami e il licenziamento avvenuto ad agosto. Anche il sindaco di Bitonto è rimasto sorpreso.

Le versioni però sono anche in questo caso contrastanti. In Paese infatti c’è chi lo definisce introverso, chi egocentrico, chi curioso, chi pettegolo. Ha dichiarato di non aver spulciato conti correnti bancari da ottobre 2023, dopo essere stato richiamato dal direttore, in seguito ai primi controlli, ma secondo le indagini è stato “operativo” fino all’aprile scorso. Per tutto il pomeriggio di ieri è stato irreperibile, non è stato a casa e neppure nello studio di commercialista.