Uccisa a Mesagne dal cognato, la figlia di Irene Margherito: “Mamma ti farò giustizia”. Donati gli organi

“Mamma ti prometto che ti farò giustizia”. Questo è il commento apparso sui social a firma di Natalia Sardella, la figlia di Irene Margherito, la 47enne di Brindisi, morta in ospedale lunedì 27 maggio dopo essere stata colpita alla testa da un proiettile esploso da suo cognato, il 55enne di Brindisi Adamo Sardella, al termine di una lite familiare avvenuta domenica sulla statale alla periferia di Mesagne. L’uomo è stato arrestato e si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio nei confronti del compagno della vittima.

Nella giornata di oggi si terrà l’udienza di convalida per il suo arresto, l’interrogatorio è in programma nel carcere di Brindisi. Intanto si sono concluse le attività di prelievo degli organi della vittima da parte dell’équipe di Chirurgia generale e Cardiochirurgia del Policlinico di Bari che hanno lavorato insieme a quella di Urologia di Brindisi e al team di Anestesia e rianimazione e del blocco operatorio dell’ospedale. Irene aveva formalmente espresso in vita la volontà di donare i suoi organi e i familiari hanno rispettato la sua decisione senza esitazione.

Lite familiare a Mesagne, muore la 47enne Irene Margherito: domani l’interrogatorio del cognato

Si terrà domani alle 10 l’udienza di convalida dell’arresto per Adamo Sardella, il 55enne di Brindisi in carcere da domenica con l’accusa di aver ferito mortalmente la cognata, Irene Margherito, di 47 anni, morta ieri in ospedale a 24 ore dal ricovero in codice rosso. L’interrogatorio si terrà nel carcere di Brindisi davanti alla gip Stefania De Angelis.

Irene Margherito è stata colpita da un proiettile al capo domenica poco dopo le 13 al culmine di una lite lungo la complanare della statale 7 tra Mesagne e Brindisi. Il 55enne è accusato di omicidio volontario, del tentato omicidio del compagno della vittima e di porto abusivo di arma da fuoco. Le indagini per ricostruire la dinamica dell’accaduto sono coordinate dalla Procura di Brindisi e condotte dagli agenti del commissariato di Mesagne e della squadra mobile di Brindisi.