Meloni diffamata, il Pd si schiera con Canfora e “taglia la testa” al suo avvocato. Laforgia polemico: “Sarà un caso”

“Chi capita su questo profilo fb sa che non parlo mai del mio lavoro, se non per questioni che riguardano tutti. Non mi piace e non lo trovo opportuno. Non parlo qui neppure delle mie campagne elettorali, ho una pagina pubblica, da anni, dedicata alla politica. Oggi però devo fare una eccezione”. Inizia così il post pubblicato da Michele Laforgia, candidato sindaco alle prossime Amministrative a Bari di Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana e Italia Viva, sul suo profilo Facebook. L’episodio a poche ore di distanza dalla decisione del centrosinistra di andare separati al primo turno di voto, dopo il mancato accordo tra lo stesso Laforgia e Leccese, candidato sindaco del Pd.

“L’altro ieri è stato rinviato a giudizio per diffamazione aggravata in danno dell’attuale Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il Professor Luciano Canfora, che mi onora da molti anni della sua amicizia e della sua fiducia. Uno dei più grandi intellettuali italiani. L’ho accompagnato in aula perché è difeso da me, un avvocato di provincia – le sue parole -. Lo hanno scritto i giornali e lo hanno detto in tv. E ne hanno parlato anche sui social, ovviamente non tutti con favore. Agli avvocati capita spesso, non me ne faccio un cruccio. Ma quando ho visto questa foto mi è venuto un tuffo al cuore. È un post sul sito Instagram del Partito Democratico nazionale. Ci sono anche io, a destra della foto, ma senza testa. Sarà certamente un caso, una coincidenza. Ma a me ha fatto impressione lo stesso”.

Amministrative a Bari, Laforgia e Leccese candidati separati ma proiettati già al ballottaggio: “Dalla stessa parte”

“Confermiamo la nostra volontà di restare entrambi in campo in vista dell’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno. Anche se andremo divisi al primo turno, vogliamo ribadire con forza che siamo entrambi dalla stessa parte, alternativa a una destra arrogante”. Inizia così la nota congiunta diramata dai candidati del centrosinistra alle Comunali di Bari, Michele Laforgia, sostenuto da M5s e Convenzione, e Vito Leccese, appoggiato da Pd, Verdi e Azione. Il centrosinistra dunque si presenterà spaccato alle prossime votazioni.

“Vogliamo precisare che il dialogo fra noi non si è mai interrotto. Che entrambi abbiamo accettato la candidatura a sindaco allo scopo non di dividere, ma di unire le forze progressiste. E che entrambi, in queste settimane, abbiamo cercato una soluzione che potesse fare sintesi delle diverse esigenze dei partiti, dei movimenti e delle associazioni che compongono il fronte progressista – aggiungono -. Non è stato possibile e occorre prenderne atto, senza alimentare inutili recriminazioni e ponendo fine a tutte le polemiche che finiscono per aumentare le incertezze e il disorientamento nel nostro elettorato. Dobbiamo tornare a parlare della città, del suo futuro e delle nostre proposte per i prossimi cinque anni di governo. Anche se andremo divisi al primo turno, vogliamo ribadire con forza che siamo entrambi dalla stessa parte, alternativa a una destra arrogante, priva di argomenti, retrograda in materia di diritti, giustizia sociale e ambientale. Una destra a trazione leghista, che con lo scellerato progetto di autonomia differenziata mortifica i territori e le comunità del sud del nostro Paese».

“Meloni neonazista nell’animo”, Canfora a processo: l’arrivo al Tribunale di Bari con Laforgia tra gli applausi

È arrivato pochi minuti fa in Tribunale, a Bari, lo storico e filologo Luciano Canfora, docente emerito dell’Università di Bari. A breve inizierà davanti alla giudice Antonietta Guerra l’udienza predibattimentale del processo in cui Canfora è imputato per diffamazione aggravata nei confronti della premier Giorgia Meloni. All’esterno del palazzo di giustizia di via Dioguardi, una ventina di manifestanti con bandiere – tra cui quella dell’Anpi – ha accolto l’arrivo in tribunale di Canfora con un applauso.

I fatti risalgono all’11 aprile 2022, quando Meloni era parlamentare dell’opposizione e il presidente del Consiglio in carica Mario Draghi. Canfora, invitato a parlare nel liceo scientifico ‘Enrico Fermi’ di Bari nell’ambito di un incontro sul conflitto russo-ucraino, definì Meloni “neonazista nell’anima”, “una poveretta”, “una mentecatta pericolosissima”. La leader di Fratelli d’Italia querelò Canfora, e nei confronti del professore la Procura di Bari ha chiesto la citazione diretta in giudizio.

Canfora è assistito dall’avvocato Michele Laforgia. Circa trenta associazioni e organizzazioni e oltre duecentocinquanta cittadini e cittadine hanno firmato un appello di solidarietà nei confronti di Canfora: tra queste i sei comitati provinciali dell’Anpi pugliese, l’Arci Puglia e Bari-Bat, la Cgil Puglia e Camera del Lavoro metropolitana di Bari, Libera Puglia, la Fondazione Giuseppe Di Vagno, partiti politici e associazioni politico-culturali, le organizzazioni studentesche riunite a livello regionale nella Rete della Conoscenza.

Laforgia rinuncia alla difesa di Pisicchio: “Basta speculazioni e interferenze. Non sapevo nulla dell’arresto”

L’avvocato Michele Laforgia rinuncia al mandato difensivo di Alfonso Pisicchio. A comunicarlo è lui stesso in una nota. “Lo faccio allo scopo di evitare, anche a tutela dell’indagato, qualsiasi ulteriore speculazione sulla presunta – e inesistente – interferenza fra la mia attività professionale e il mio impegno civile e politico”.

“Ovviamente non sapevo e non potevo sapere nulla dell’ordinanza custodiale applicata anche nei confronti di Alfonso Pisicchio, dal quale ero stato nominato difensore a seguito di una perquisizione eseguita nel lontano luglio 2020 – aggiunge -. Com’è noto, la legge non consente ai difensori di accedere a notizie coperte dal segreto istruttorio e men che meno di venire a conoscenza, in anticipo, della adozione e della imminente esecuzione di una misura cautelare. Quello che sapevo, e che era noto a tutti, compresi naturalmente gli indagati, gli organi istituzionali e l’opinione pubblica, è che potevano esservi nuovi arresti. avendone riferito – in modo più o meno dettagliato – gli organi di informazione, e che vi era da quasi quattro anni un procedimento pendente per gravi reati a carico di Pisicchio e altre persone”.

“Colgo l’occasione – conclude la nota – per ribadire che il diritto di difesa è garantito dalla Costituzione e non può essere confuso con la connivenza con il delitto e con chi delinque. Nella mia lunga vita professionale ho difeso indagati e imputati, presunti innocenti sino a sentenza definitiva, non i reati dei quali erano accusati e che possono essere loro attribuiti solo al termine di un regolare processo. Proprio per questo, l’impegno civile e politico non è e non può essere ritenuto in contrasto con l’esercizio della professione di avvocato, che è espressione del principio di legalità: chi sostiene o insinua il contrario ignora le regole fondamentali dello Stato di diritto o è in malafede”.