“Colpaccio” di Laforgia, si dimette il presidente del Pd di Bari De Simone: “Sostengo lui e non Leccese”

Nuova “scossa” nel Pd pugliese, la presidente dei Dem di Bari, Titti De Simone, consigliera del presidente della Regione, Michele Emiliano, ha deciso di dimettersi dal suo ruolo. La decisione arriva dopo mesi di frizioni all’interno del Pd barese: De Simone infatti sostiene la candidatura alle comunali di Bari di Michele Laforgia, appoggiato da M5s e Convenzione, mentre il Pd ha scelto Vito Leccese.

“Per battere le destre – spiega – e recuperare l’astensionismo di tanta parte della cittadinanza, serve una proposta per la città forte e credibile, che tenga conto della necessità di un rinnovamento della politica e del Pd e insieme di un rilancio programmatico del centrosinistra, che parta dai problemi sociali ed ambientali, dalla partecipazione delle/i cittadine/i alle scelte importanti che attendono la città. Abbiamo bisogno di un nuovo inizio, dopo un ciclo di 20 anni, con tante luci, certo, ma che ha esaurito la propria spinta propulsiva”.

“Queste sono state per mesi, e sono ancor più oggi – aggiunge – le ragioni di fondo del sostegno espresso a Michele Laforgia, anche nelle sedi del Partito democratico, ed ho maturato questa decisione dato che tale sostegno è ritenuto incompatibile con il mio ruolo di presidente, cosa che mi è stata più volte comunicata dai vertici del partito locale nei giorni scorsi. Dunque faccio una scelta”. “Non ho cambiato idea, avevo già manifestato, il mio sostegno a Michele Laforgia insieme ad altre e altri dirigenti e iscritti – conclude – sperando in una ricomposizione unitaria alla quale abbiamo incessantemente lavorato, convinti che la candidatura di Michele Laforgia sia la proposta che serve a Bari e alla sua visione di futuro”.

Meloni diffamata, il Pd si schiera con Canfora e “taglia la testa” al suo avvocato. Laforgia polemico: “Sarà un caso”

“Chi capita su questo profilo fb sa che non parlo mai del mio lavoro, se non per questioni che riguardano tutti. Non mi piace e non lo trovo opportuno. Non parlo qui neppure delle mie campagne elettorali, ho una pagina pubblica, da anni, dedicata alla politica. Oggi però devo fare una eccezione”. Inizia così il post pubblicato da Michele Laforgia, candidato sindaco alle prossime Amministrative a Bari di Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana e Italia Viva, sul suo profilo Facebook. L’episodio a poche ore di distanza dalla decisione del centrosinistra di andare separati al primo turno di voto, dopo il mancato accordo tra lo stesso Laforgia e Leccese, candidato sindaco del Pd.

“L’altro ieri è stato rinviato a giudizio per diffamazione aggravata in danno dell’attuale Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il Professor Luciano Canfora, che mi onora da molti anni della sua amicizia e della sua fiducia. Uno dei più grandi intellettuali italiani. L’ho accompagnato in aula perché è difeso da me, un avvocato di provincia – le sue parole -. Lo hanno scritto i giornali e lo hanno detto in tv. E ne hanno parlato anche sui social, ovviamente non tutti con favore. Agli avvocati capita spesso, non me ne faccio un cruccio. Ma quando ho visto questa foto mi è venuto un tuffo al cuore. È un post sul sito Instagram del Partito Democratico nazionale. Ci sono anche io, a destra della foto, ma senza testa. Sarà certamente un caso, una coincidenza. Ma a me ha fatto impressione lo stesso”.

Amministrative a Bari, Laforgia e Leccese candidati separati ma proiettati già al ballottaggio: “Dalla stessa parte”

“Confermiamo la nostra volontà di restare entrambi in campo in vista dell’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno. Anche se andremo divisi al primo turno, vogliamo ribadire con forza che siamo entrambi dalla stessa parte, alternativa a una destra arrogante”. Inizia così la nota congiunta diramata dai candidati del centrosinistra alle Comunali di Bari, Michele Laforgia, sostenuto da M5s e Convenzione, e Vito Leccese, appoggiato da Pd, Verdi e Azione. Il centrosinistra dunque si presenterà spaccato alle prossime votazioni.

“Vogliamo precisare che il dialogo fra noi non si è mai interrotto. Che entrambi abbiamo accettato la candidatura a sindaco allo scopo non di dividere, ma di unire le forze progressiste. E che entrambi, in queste settimane, abbiamo cercato una soluzione che potesse fare sintesi delle diverse esigenze dei partiti, dei movimenti e delle associazioni che compongono il fronte progressista – aggiungono -. Non è stato possibile e occorre prenderne atto, senza alimentare inutili recriminazioni e ponendo fine a tutte le polemiche che finiscono per aumentare le incertezze e il disorientamento nel nostro elettorato. Dobbiamo tornare a parlare della città, del suo futuro e delle nostre proposte per i prossimi cinque anni di governo. Anche se andremo divisi al primo turno, vogliamo ribadire con forza che siamo entrambi dalla stessa parte, alternativa a una destra arrogante, priva di argomenti, retrograda in materia di diritti, giustizia sociale e ambientale. Una destra a trazione leghista, che con lo scellerato progetto di autonomia differenziata mortifica i territori e le comunità del sud del nostro Paese».

“Meloni neonazista nell’animo”, Canfora a processo: l’arrivo al Tribunale di Bari con Laforgia tra gli applausi

È arrivato pochi minuti fa in Tribunale, a Bari, lo storico e filologo Luciano Canfora, docente emerito dell’Università di Bari. A breve inizierà davanti alla giudice Antonietta Guerra l’udienza predibattimentale del processo in cui Canfora è imputato per diffamazione aggravata nei confronti della premier Giorgia Meloni. All’esterno del palazzo di giustizia di via Dioguardi, una ventina di manifestanti con bandiere – tra cui quella dell’Anpi – ha accolto l’arrivo in tribunale di Canfora con un applauso.

I fatti risalgono all’11 aprile 2022, quando Meloni era parlamentare dell’opposizione e il presidente del Consiglio in carica Mario Draghi. Canfora, invitato a parlare nel liceo scientifico ‘Enrico Fermi’ di Bari nell’ambito di un incontro sul conflitto russo-ucraino, definì Meloni “neonazista nell’anima”, “una poveretta”, “una mentecatta pericolosissima”. La leader di Fratelli d’Italia querelò Canfora, e nei confronti del professore la Procura di Bari ha chiesto la citazione diretta in giudizio.

Canfora è assistito dall’avvocato Michele Laforgia. Circa trenta associazioni e organizzazioni e oltre duecentocinquanta cittadini e cittadine hanno firmato un appello di solidarietà nei confronti di Canfora: tra queste i sei comitati provinciali dell’Anpi pugliese, l’Arci Puglia e Bari-Bat, la Cgil Puglia e Camera del Lavoro metropolitana di Bari, Libera Puglia, la Fondazione Giuseppe Di Vagno, partiti politici e associazioni politico-culturali, le organizzazioni studentesche riunite a livello regionale nella Rete della Conoscenza.