Primarie centrosinistra a Bari, clamoroso Conte: “Non ci sono più le condizioni per svolgerle seriamente”

“Non ci sono più le condizioni per svolgere seriamente le primarie, riteniamo che le ragioni che ci hanno spinto a sostenere il candidato Laforgia permangano immutate anzi si rafforzano”. Questo è l’annuncio del leader del M5S Giuseppe Conte in una conferenza stampa convocata a Bari prima di partecipare al comizio elettorale in sostegno del candidato Laforgia a poche ore dall’ennesimo terremoto politico che ha investito il comune di Triggiano ma anche la Regione Puglia con le dimissioni dell’assessora ai trasporti, Anita Maurodinoia.

“Alla prima inchiesta giudiziaria oggi se ne aggiunge una seconda in cui è coinvolto il voto di scambio cosa che noi stiamo denunciando da tempo – ha aggiunto -. Ci confronteremo anche con gli altri della coalizione per cercare di affrontare la campagna elettorale qui a Bari nel segno di un nuovo inizio, di un rafforzamento dei presidi di legalità, di massima trasparenza. Per noi questa è una premessa indispensabile per dare il contributo politico, se non c’è noi non ci siamo, lo abbiamo detto sin dall’inizio. Cercheremo di lavorare con altre forze pretendendo le massime garanzie affinché ci siano queste condizioni. Altrimenti non ci siamo. Avanti divis? Saremo sempre leali, tutte forze conoscono le nostre condizioni indispensabili per lavorare insieme”.

Primarie, Laforgia attacca: “Qui si comprano voti”. Ma sceglie ex consigliere arrestato per tangenti al seggio

Nella giornata di ieri è stato reso noto l’elenco di presidenti, scrutatori e segretari dei 6 seggi allestiti per le primarie del centrosinistra in programma domenica. Quello dell’Hotel Majesty sarà presieduto da Gaetano Anaclerio, ex consigliere comunale di Forza Italia che nel maggio 2003 fu arrestato con due colleghi con l’accusa di aver ottenuto una tangente dal costruttore barese De Santis per favorire una lottizzazione.

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Bari, mafia infiltrata nei cantieri edili: il Comune si costituisce parte civile in Appello e si affida a Laforgia

In primo grado il Tribunale aveva condannato a 8 anni di reclusione Tommy Parisi, cantante neomelodico e figlio del boss Savinuccio di Japigia, i fratelli imprenditori Emanuele e Alessandro Sicolo (rispettivamente a 20 e 10 anni) e Mario Di Sisto (10 anni e sei mesi), uomo di fiducia dei Parisi. In totale sono 13 gli indagati.

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