Discute con la prof, la spinge e lei finisce in ospedale. Follia a Lecce: nei guai studentessa minorenne

Follia a Lecce dove una docente dell’Istituto tecnico Olivetti è finita in ospedale dopo essere caduta in seguito ad una spinta di una studentessa. La prognosi è di 18 giorni.

La minorenne ha discusso con la sua insegnante, dalle urla si è passati agli spintoni e la docente è finita per terra, riportando traumi e lesioni. Così prontamente è stata trasportata al Pronto Soccorso.

Al momento la vittima non ha sporto denuncia, ma la dirigente scolastica ha avviato l’iter per la sospensione della studentessa.

Sfide con coltelli fuori da scuola, il Preside scrive alle famiglie. La lettera choc: “Vigilate e collaboriamo insieme”

Un’alleanza educativa tra la scuola e le famiglie dopo l’allarme suscitato dalla rivelazione del dirigente dell’Istituto comprensivo statale di Miggiano (Lecce) su alcuni alunni di terza media che si fronteggerebbero fuori dalla scuola impugnando anche coltelli a serramanico.

Luogo delle sfide l’area retrostante il quartiere fieristico. La richiesta di un patto educativo è stata riproposta negli incontri tra il dirigente e i genitori degli alunni dopo la circolare inviata nel novembre scorso dal preside Giovanni Sergi dopo aver ricevuto dai carabinieri un’informativa relativa ad un’indagine avviata su minori autori di presunti atti di bullismo.

Della circolare si è saputo nei giorni scorsi durante un incontro svoltosi a Montesano alla presenza di don Antonio Coluccia e dello stesso preside salentino da tempo impegnato nella costruzione di un articolato percorso della legalità con una serie di iniziative scolastiche, come l’installazione dell’applicazione di YouPol, l’app della Polizia.

Nella lettera il dirigente Sergi scrive che “le minacce con l’aggravante dell’uso di coltelli a serramanico o lo scontro tra baby bande che si fronteggiano non possono essere in alcun modo derubricate a semplici scaramucce tra ragazzi, né tanto meno giustificate o, peggio ancora, tollerate. Voglio chiaramente esprimere la mia condanna nei confronti di questi inaccettabili episodi che purtroppo pare non siano isolati”.

Da qui l’invito alle famiglie a vigilare sui ragazzi e “a saldare in maniera ancora più forte la nostra alleanza educativa per evitare che tali comportamenti devianti possano mettere a repentaglio la loro stessa incolumità”.

Imbavagliato, incappucciato e legato al tavolo: confermati tre ergastoli per l’omicidio Montinaro – NOMI

La Corte d’assise d’Appello di Lecce ha confermato il verdetto di primo grado per l’omicidio di Donato Montinaro, il falegname in pensione di Castri (Lecce) trovato senza vita in casa l’11 giugno 2022 percosso, legato e incappucciato, vittima di una rapina.

I giudici (presidente Teresa Liuni) hanno inflitto tre ergastoli e una condanna a 27 anni per i quattro imputati, accusati di omicidio volontario aggravato in concorso.

Ergastolo dunque confermato per Patrizia Piccinni, 49 anni di Alessano, con isolamento diurno di 18 mesi; per Angela Martella, 59 anni di Salve, con isolamento diurno per un anno; e per Emanuele Forte, 32 anni di Corsano con isolamento diurno per un anno.

Ventisette anni sono invece stati inflitti ad Antonio Esposito, 40 anni di Corsano, a cui sono state riconosciute le circostanze attenuanti generiche in quanto considerato l’unico ad aver collaborato all’accertamento della verità e ad aver mostrato un reale pentimento. Per tutti è stata disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Violenze sulla ex, caporalmaggiore dell’esercito condannato: ha patteggiato 2 anni e 6 mesi. Sarà licenziato

Un caporalmaggiore dell’esercito di 48 anni, originario di Corsano e in servizio a Lecce, ha patteggiato davanti al giudice monocratico Marco Mauro Marangio una condanna a due anni e sei mesi per stalking, lesioni e maltrattamenti ai danni della ex convivente, che aveva deciso di mettere fine alla relazione.

L’imputato era recidivo a causa di una condanna comminata sempre per lesioni a carico di un’altra sua ex. L’uomo si trova attualmente ai domiciliari, dopo essere stato arrestato nell’ottobre 2024 in seguito alla denuncia sporta ai carabinieri dalla donna dopo l’ennesima aggressione subita, che l’aveva costretta a fare ricorso alle cure dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale di Scorrano.

Nonostante la denuncia, il militare avrebbe continuato però a perseguitarla. Il ministero della Difesa ha sospeso il militare dal servizio avviando l’iter per il licenziamento.

Guasto a Squinzano, disagi per i pendolari pugliesi: ritardi fino a un’ora o viaggi cancellati sulla linea Lecce-Bari

A causa di un problema tecnico alla linea elettrica a Squinzano si registrano nuovi disagi per i pendolari pugliesi, in particolare un rallentamento della circolazione ferroviaria sulla linea Lecce-Bari.

I treni Alta Velocità, Intercity e Regionali possono registrare un maggior tempo di percorrenza fino a 60 minuti, eccetto alcuni treni con un maggior tempo di viaggio superiore, mentre i treni Intercity e Regionali possono subire cancellazioni e limitazioni di percorso.

Armi da guerra e droga, blitz a Lecce: 9 arresti all’alba. Un piccolo panificio come quartier generale

Associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi: sono le accuse contenute in una ordinanza di custodia cautelare che la polizia di Lecce sta notificando a nove persone (8 in carcere e una ai domiciliari).

L’indagine partita dall’arresto di un piccolo spacciatore, ha consentito di sequestrare numerose armi, anche da guerra, esplosivi ed ingenti quantità di stupefacenti, in particolare eroina, documentando come dietro il pusher ci fosse una organizzazione radicata a Lecce.

In tale contesto è emersa l’esistenza di una struttura capillare i cui vertici utilizzavano, come base organizzativa e decisionale, un piccolo panificio ove venivano prese le decisioni più importanti.

Lecce, il 52enne detenuto Massimo Calò muore in ospedale. Ipotesi aggressione: il giallo social della caffettiera

Massimo Calò, il detenuto leccese di 52 anni morto lo scorso 4 febbraio all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, potrebbe essere stato vittima di un’aggressione in carcere.

L’uomo era stato ricoverato per una presunta caduta dal letto della sua cella dopo aver riportato un grosso ematoma che è sfociato poi in un’emorragia, come da lui stesso raccontato ai medici.

Le indagini avviate però potrebbero far emergere un altro scenario. Tramite alcuni post comparsi sui social e poi rimossi, si fa riferimento ad una caffettiera con la quale la vittima potrebbe essere stata colpita al termine di un litigio avvenuto all’interno della sezione del carcere di Borgo San Nicola dove il 52enne era detenuto.

Anche l’autopsia, disposta dalla magistratura dopo l’avvio di un’indagine, ha rilevato sul cadavere l’ematoma attribuendolo ad un violento trauma subito.

Rissa per uno sguardo di troppo, pestato con calci e pugni nel cuore della movida di Lecce: grave 21enne

“Ce sta guardi? (Che stai guardando?, ndr)”. Uno sguardo di troppo, la minaccia tipica di chi si atteggia a rampollo di mala, e poi il pestaggio con calci e pugni.

Uno di questi dritto al volto di un 21enne che perde i sensi e cade per terra sotto gli occhi attoniti di decine di persone in una delle strade nel cuore della movida di Lecce. Il giovane è ora ricoverato nel reparto di neurochirurgia del Vito Fazzi del capoluogo salentino. Ha un trauma facciale e cranico, è in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita.

Sono le 23.30 di sabato sera e il giovane, assieme ad un amico, lascia i tavolini di un bar e si siede sui gradini di un’abitazione privata a ridosso della centralissima piazza Santa Chiara. Mentre discute con l’amico passa davanti a loro una coppia di due ragazzi.

Gli sguardi si incrociano, l’aggressore protesta per quegli occhi che pensa che lo stiano fissando troppo a lungo, parte la minaccia che innesca la folle aggressione. L’epilogo è noto: mentre il 21enne è a terra privo di sensi, alcuni testimoni chiamano la polizia e lanciano l’allarme.

Narcotraffico a Lecce, sequestrati 12 milioni: i proventi della droga investiti in pub e ristoranti

Beni, denaro e società per un ammontare di circa 12 milioni di euro sono stati sequestrati a Lecce e in alcuni Comuni vicini nel corso di un’operazione condotta dalla guardia di finanza, dal Servizio centrale investigativo e dalla squadra mobile di Lecce, coordinati dalla Dda della Procura del capoluogo salentino.

Il denaro, ritenuto provente dei reati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, è riconducibile agli indagati nell’operazione dello scorso 20 novembre, che portò all’esecuzione di 35 misure cautelari, delle quali dieci in carcere, nei confronti di presunti appartenenti a clan mafiosi In quell’occasione furono identificate due associazioni, radicate nei Comuni di Lecce e nel basso Salento, dedite al traffico e al commercio in forma strutturata e organizzata di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti di diversa tipologia.

Secondo gli inquirenti, il sodalizio criminale aveva sviluppato non solo un’egemonia territoriale nel traffico degli stupefacenti ma anche un progressivo dominio sotto il profilo economico-finanziario attraverso l’acquisizione nel tempo di una serie di locali pubblici (pub e ristoranti) e alcuni esercizi commerciali nel territorio salentino, con la connivenza e la collaborazione di un noto ex commercialista salentino, attualmente in carcere.

Fra gli indagati, destinatari delle misure cautelati, ci sono anche alcuni esponenti della criminalità organizzata locale, già condannati per aver fatto parte dei clan Pepe-Briganti, gruppo Penza della sacra corona unita. I reati contestati sono Lo scorso 21 dicembre il tribunale del Riesame di Lecce ha confermato le misure custodiali, riconoscendo la sussistenza del reato associativo di stampo mafioso. Nell’operazione di oggi sono stati sequestrati beni riconducibili agli indagati, ritenuti di valore sproporzionato al reddito dichiarato.

Lecce demolito dall’Inter, sugli spalti del Via del Mare vince l’inciviltà: urla e insulti contro una ragazza

Attimi di tensione ieri sugli spalti del Via del Mare di Lecce dove diversi tifosi dell’Inter sono stati presi di mira da alcuni sostenitori giallorossi, in occasione della sfida di Serie A vinta ieri pomeriggio dalla squadra nerazzurra per 4-0.

In particolare una giovane tifosa è stata riempita di insulti, oltre ad essere invitata a lasciare lo stadio e dopo essere stata raggiunta da alcuni lanci di acqua per aver esultato al gol del 4-0 nerazzurro, siglato da Taremi su calcio di rigore. Una brutta pagina di inciviltà.