Tragedia a Lecce, cade da impalcatura in pieno centro: muore ingegnere titolare di uno studio tecnico

Un uomo di 70 anni è morto dopo essere caduto da un’impalcatura mentre si trovava all’ultimo piano di un edificio in via Lamarmora, a Lecce, dove è in fase di realizzazione il complesso residenziale Giardini Mazzini. La vittima avrebbe compiuto un volo di 4 metri, finendo al suolo.

Si tratterebbe di un ingegnere titolare di uno studio tecnico che era sul posto per fare un preventivo in previsione di un appalto con la ditta che sta realizzando i lavori. L’incidente sul lavoro è avvenuto in pieno centro cittadino, a due passi da piazza Mazzini.

I sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo. Sul posto i carabinieri e gli ispettori dello Spesal per accertare la dinamica e stabilire le responsabilità

Giudice antimafia sotto scorta condanna boss della Scu e 35 affiliati: pene complessive per 360 anni di carcere

Il gup del tribunale di Lecce Maria Francesca Mariano, sotto scorta da mesi, ha inflitto 36 condanne per complessivi 360 anni di carcere nel processo celebrato con il rito abbreviato scaturito dall’operazione “Stealth” condotta dai carabinieri nel novembre 2023.

Imputati presunti appartenenti a una organizzazione di stampo mafioso dedita allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra nonché ordigni ad alto potenziale esplosivo, estorsione, danneggiamenti a seguito di incendio, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Accolte quasi in pieno le richieste dell’accusa che aveva invocato 330 anni di carcere.

La pena più alta, 20 anni di reclusione, è stata inflitta a Fernando Nocera , 68 anni, considerato a capo del sodalizio. Disposto il risarcimento del danno in separata sede per le parti civili, tra cui il ministero dell’Interno, il Comune di Carmiano e l’ex sindaco Giancarlo Mazzotta, come vittima di estorsione, in favore del quale è stata disposta una provvisionale di 10mila euro.

Ascensori guasti al Fazzi, follia in ospedale: mamma partorisce per terra davanti alla cabina. I due stanno bene

Gli ascensori sono guasti e una donna è costretta a partorire davanti ad uno di essi al piano terra dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. L’episodio ieri mattina, la mamma si è accasciata a terra ed è stata raggiunta dal personale medico quando il suo secondogenito era già venuto alla luce. Prontamente soccorsa, è stata poi accompagnata nel reparto di Ostetricia. La donna è in buone condizioni, così come il neonato nonostante la nascita “improvvisata”. Diversi ascensori sono fuori uso al Fazzi e questo provoca enormi disagi al personale e agli utenti. A quanto pare son 17 quelli in attesa di essere riparati.

“Dammi 10mila euro o qui non lavori”, estorsione con metodo mafioso a Lecce: arrestato il 60enne Ubaldo Leo

La polizia di Lecce ha arrestato un uomo di 60 anni, Ubaldo Leo, già condannato per associazione mafiosa, con l’accusa di estorsione e danneggiamento seguito da incendio, aggravati dal metodo mafioso, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale del capoluogo salentino su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Il pregiudicato è ritenuto responsabile di una serie di condotte estorsive nei confronti di un imprenditore locale operante nel settore del noleggio con conducente, vittima di alcuni danneggiamenti seguiti da incendio che avevano riguardato le sue auto. Gli inquirenti hanno acquisito le immagini di una telecamera di videosorveglianza che riprende il 60enne mentre appicca il fuoco a una vettura dell’imprenditore. Gli agenti della Squadra Mobile hanno svolto una serie di approfondimenti che hanno permesso di documentare e riscontrare una serie di avvicinamenti e “avvertimenti” alla vittima e ai suoi familiari da parte dell’aguzzino. “Sono stato io ad incendiarti le macchine, se vuoi lavorare a Lecce devi darmi 10mila euro, hai un mese di tempo”, questa una delle frasi minacciose rivolte all’imprenditore che compaiono nel provvedimento restrittivo.

Gli agenti hanno riscontrato come l’indagato “abbia agito – è detto in una nota della questura – in piena aderenza alle modalità operative tipiche delle consorterie di stampo mafioso, consapevole che la sua stessa esposizione avrebbe evocato la forza intimidatrice promanante dal gruppo di appartenenza così da produrre uno stato di soggezione, tale da costringere le vittime a subire il potere criminale”.

Evasione dal carcere di Lecce, il barese Vito Gassi catturato a Grumo: aveva con sé droga e un microcellulare

Vito Gassi, il detenuto barese arrestato a Grumo Appula due giorni fa dopo essere evaso dal carcere di Lecce, è riuscito a scappare sfruttando un ricovero in infermeria. Nel casolare di campagna dove si è rifugiato con la giovane moglie, sposata qualche giorno prima in carcere, i Carabinieri hanno trovato un microcellulare, utilizzato presumibilmente per organizzare la fuga, e circa 50 grammi di hashish.

Evasione a Lecce, il barese Gassi catturato e trasferito nel carcere di Taranto: la moglie non vuole rientrare a casa

Vito Gassi, il 29enne evaso dal carcere di Lecce il 14 settembre, è stato catturato nella giornata di ieri dagli agenti del Nic, il reparto specializzato della Polizia penitenziaria, in collaborazione con i Carabinieri. Si trovava in una masseria abbandonata a Grumo Appula, in provincia di Bari, in compagnia della moglie 24enne. Alla vista degli agenti della polizia penitenziaria e dei carabinieri non ha opposto resistenza.

Gassi è stato trasferito nel carcere di Taranto e non farà più ritorno a Lecce. Nei confronti della moglie al momento non è stato preso alcun provvedimento, la giovane ha espresso ai Carabinieri la volontà di non fare ritorno a casa dei genitori da dove è scappata.