Comunali 2024, Bari al ballottaggio. Intesa tra Laforgia e Leccese: firmato il patto per la legalità voluto dal M5S

Vito Leccese e Michele Laforgia hanno sottoscritto oggi il protocollo per la legalità che il Movimento 5 Stelle ha loro sottoposto. A darne notizia, il coordinatore provinciale del M5S di Bari Raimondo Innamorato, i deputati Gianmauro Dell’Olio e Patty L’Abbate e l’eletto Antonello Delle Fontane.

Leccese è il candidato sindaco del centrosinistra che sfiderà al ballottaggio il candidato del centrodestra Fabio Romito. Laforgia era l’altro candidato del centrosinistra, che si è presentato diviso al primo turno. Con il protocollo, la coalizione si prefigge l’obiettivo di porre in essere “azioni di prevenzione dei fenomeni di condizionamento o infiltrazione nelle attività amministrative da parte di soggetti criminali, e di contrasto ai tentativi di condizionamento, attraverso procedure di controllo, verifica e rafforzamento dei processi di trasparenza”.

Tra le azioni previste si rilevano: la sottoscrizione da parte degli eletti, o di chi viene nominato, della “dichiarazione di responsabilità” contenente gli impegni di trasparenza, correttezza e confronto democratico contenuti nella Carta di Pisa; l’approvazione del piano triennale di prevenzione della corruzione e trasparenza (Ptpct) per il 2025-2027, con contestuale revisione del profilo di rischio di tutte le strutture amministrative dell’amministrazione comunale e dei processi di lavoro direttamente connessi. “Saremo al fianco di Vito Leccese in questi giorni di campagna elettorale e nel governare la città. Questa sera – concludono i pentastellati – incontreremo Vito Leccese e Michele Laforgia assieme a simpatizzanti, candidati ed eletti al Comune e Municipi per convergere sui temi che erano già stati condivisi nella prima fase del percorso che il campo giusto progressista aveva avviato a settembre del 2023. Saremo finalmente uniti, per l’attuazione del programma e per i baresi”.

Matrangola assessora alla Legalità, don Angelo Cassano (Libera): “Operazione di facciata schifato e addolorato”

Il referente di Libera Puglia, don Angelo Cassano, prende le distanze dall’ingresso nella giunta regionale di Michele Emiliano, come assessora alla Legalità e alla Cultura, di Viviana Matrangola, figlia dell’assessora comunale di Nardò, Renata Fonte, che fu uccisa nel 1984 per aver ostacolato un progetto di speculazione edilizia, la realizzazione di un residence lungo la costa salentina verso Porto Selvaggio. Matrangola è stata anche attivista di Libera.

Don Angelo Cassano, in un post su facebook, sottolinea “che personalmente e come referente di Libera Puglia non so nulla di questa scelta alla Regione” e che “attualmente” Matrangola “non è dirigente di Libera”. E aggiunge: “Sono schifato e addolorato di come si strumentalizza tutto, fermo restando che si tratta di persone rispettabili a cui va la mia stima ma sono scelte personali”.

E conclude: “Le mie posizioni sono chiare da sempre e non permetto a nessuno di strumentalizzarle. Ci vuole una rivolta morale etica e culturale nella politica di questa terra e non operazioni estetiche di facciata”. Ieri il governatore Michele Emiliano ha provveduto a effettuare un mini rimpasto: sono usciti due assessori “esterni”, Rocco Palese (Sanità) e Anna Grazia Maraschio (Ambiente), e sono entrate tre donne, oltre a Matrangola anche l’avvocata Serena Triggiani con la delega all’Ambiente, e la consigliera regionale del Pd, Debora Ciliento, con la delega ai Trasporti e Mobilità sostenibile.

Puglia, caos in Regione: M5S non firmerà la sfiducia a Emiliano. Matrangola verso l’assessorato alla Legalità

“No, non firmeremo la mozione del centrodestra”. Il Movimento 5 Stelle, nonostante la decisione di Conte di ritirare i pentastellati dalla giunta e in attesa di definire la posizione dei 4 consiglieri regionali e soprattutto decidere se restare in maggioranza o passare all’opposizione, annuncia che non appoggerà la mozione di sfiducia del centrodestra nei confronti del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. A dichiararlo è stato il portavoce al consiglio regionale Marco Galante. Il tentativo del centrodestra di far cadere la giunta Emiliano (la votazione è in programma il prossimo 7 maggio) sembra essere una mission impossibile numeri alla mano.

E intanto spunta l’ipotesi della nomina di Viviana Matrangola, figlia di Renata Fonte, l’assessora comunale di Nardò uccisa nel 1984 per essersi opposta alla lottizzazione abusiva sul suo territorio, come assessore alla Legalità e alla Cultura. Questa è stata un’esplicita richiesta di Giuseppe Conte che va a braccetto con il provvedimento approvato ieri che prevede il cambio dei dirigenti delle sezioni ad alto rischio di corruzione ogni tre anni (prorogabili di due). Mantragola è una dipendente comunale di Nardò, è molto attiva in Libera e ha recitato un ruolo importante a livello nazionale per la memoria e per la ricerca delle storie e delle testimonianze sulle vittime di mafia.

Mola, la legalità è anche cosa nostra

“La legalità è anche cosa nostra” è il titolo del progetto avviato a Mola dall’Associazione di promozione sociale “Tuttinscena Cultura e Spettacolo. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i ragazzi tra gli 8 e i 18 anni all’educazione alla legalità attraverso laboratori, incontri e cineforum.

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