Bari senza pace, Conte fa saltare le primarie del centrosinistra. La rabbia del Pd: “Scelta incomprensibile”

Una nuova bufera giudiziaria con una inchiesta per voto di scambio piomba sul voto per le comunali di Bari e spacca il centrosinistra che, in un clima già teso, si preparava a celebrare domenica prossima le primarie per scegliere il candidato sindaco unitario. Il leader del M5S, Giuseppe Conte, in città per partecipare ad una iniziativa elettorale a sostegno di Michele Laforgia, si sfila dalle primarie annunciando che “non ci sono più le condizioni per svolgerle seriamente” e confermando il sostegno al proprio candidato.

Un scelta che dal Nazareno definiscono “incomprensibile”. “Se il Movimento 5 stelle pensa di vincere da solo contro la destra proceda pure – fanno sapere i dem – Ma abbia rispetto per la città di Bari, per gli elettori di centrosinistra e non pensi di dare lezioni di moralità a nessuno. Il Pd resta al fianco di Bari che ha già dimostrato quanto sia importante il Pd come presidio di legalità e di buona amministrazione”. La decisione del leader M5s potrebbe creare una pesante spaccatura con i dem che, si ragiona in ambienti del partito democratico, potrebbe portarli a sostenere il loro candidato senza cercare una mediazione nell’ambito del campo largo, che ora esce decisamente ammaccato da questa vicenda.

“Provando ad interpretare una lunga e confusa serie di dichiarazioni ci sembra di essere difronte ad un ritiro unilaterale dalle primarie di Michele Laforgia che segue la analoga decisione del Movimento 5 Stelle. Siamo esterrefatti perché questo incomprensibile sviluppo avviene a 48 ore dall’apertura delle urne. Al popolo del centrosinistra si deve più rispetto – la nota del segretario Pd pugliese De Santis -. I nostri volontari stavano organizzando i seggi, le schede, le urne presso le sedi prescelte. Noi chiediamo rispetto per la città di Bari, per gli elettori di centrosinistra e diciamo forte e chiaro che nessuno può pensare di dare lezioni di moralità agli altri. Chi diserta le primarie sbaglia perché divide la coalizione. Noi vogliamo tenerla unita la coalizione, ma se si continua a voler imporre da sei mesi un nome e un solo nome a tutti i costi il sospetto che si volesse andare divisi dall’inizio è più che legittimo. Così non va, se non arriveranno segnali unitari seri, mettendo al centro la città e non le proprie legittime ambizioni personali noi cominceremo la campagna elettorale con Vito Leccese. Se si vuole parlare e trovare L’Unità noi ci siamo, e ci siamo sempre stati ma basta le imposizioni”.

Elezioni, PD e M5S contro Cassano. Lacarra a Calenda: “Fallo dimettere dall’Arpal Puglia”. La replica di Conca

Il passaggio di Massimo Cassano, numero uno dell’Arpal Puglia, con Azione-Italia Viva in vista delle prossime elezioni in programma il 25 settembre, continua a far discutere. La presidente del Consiglio, Loredana Capone, nei giorni scorsi ha scritto al governatore Emiliano, dopo aver raccolto la richiesta di convocazione di un consiglio regionale urgente, presentata dai consiglieri pd Fabiano Amati, Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea con Antonio Tutolo (Gruppo misto), per discutere del futuro dell’Arpal, l’Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro, e chiedere le dimissioni di Cassano.

Nonostante la volontà di alcuni consiglieri di cambiare guida al vertice, Cassano al momento non è intenzionato a lasciare l’incarico affidato con una delibera di giunta regionale.

“Caro Calenda, ma tu che predichi moralismo, trasparenza, etica, chiarezza, non hai pensato che candidare in Puglia Massimo Cassano, direttore generale dell’Arpal, Agenzia Regionale per le Politiche del Lavoro in Puglia, potesse risultare una scelta quantomeno inopportuna e furbetta? Dov’è finito il tuo sbandierato moralismo?Non vedi la trave nel tuo occhio? Non ti accorgi che i tuoi stessi uomini in Puglia non condividono questa scelta? Oppure il conflitto di interessi se riguarda il tuo partito improvvisamente svanisce? Da una persona così pregna di alti valori morali come ti definisci, caro Carlo, mi aspetterei almeno che esigessi le dimissioni del tuo candidato dalla carica che ricopre”, scrive su Facebook Marco Lacarra, segretario regionale del PD e capolista nel collegio plurinominale di Bari alla Camera.

“È inaccettabile che il direttore generale dell’Arpal Massimo Cassano, candidato nelle liste del Terzo Polo, dichiaratamente contro il Reddito di Cittadinanza, di cui le Politiche attive del lavoro dovrebbero essere una parte fondamentale, non solo non si sia ancora dimesso dall’incarico di dg, ma non abbia avuto neanche il buongusto di sospendersi dall’incarico. E, inoltre, come se niente fosse, su Twitter vediamo le sue foto mentre firma contratti di assunzione, in piena campagna elettorale, per persone che fanno riferimento a posizioni di tempo determinato…che ora diventano a tempo indeterminato – scrive su Facebook il capogruppo M55 in Commissione Bilancio al Senato, Gianmauro Dell’Olio -.  Le persone che sta assumendo non sono i Navigator, come alcune voci di stampa danno a intendere. Queste sarebbero le sole figure professionali che dovrebbe assumere con quei soldi, come previsto dalle ultime normative, che chiedevano di usare i residui per assicurare dei mesi di proroga a queste persone, che non sono mai state facilitate nel loro compito, in Puglia come in molte altre regioni. Le sole figure professionali considerate un peso dal direttore generale dell’Arpal sono i navigator, professionisti che hanno dimostrato di avere competenze nel gestire chi deve essere accompagnato in un percorso di formazione per riqualificarsi o entrare nel mondo del lavoro. Le politiche attive del lavoro sono una cosa seria, e non possono essere strumentalizzate in questo modo da nessuno, soprattutto da chi è in una posizione dalla quale dovrebbe tutelarle”.

“Che il M5S tuoni mi fa scompisciare dalle risate, visto che si è coricato con Emiliano ed è stato declassato a pioggerellina estiva che non bagna neanche l’asfalto – risponde sempre sui social l’ex consigliere regionale Mario Conca -. A Lacarra, poi, che accusa Cassano di aver firmato i contratti di Arpal durante la campagna elettorale, prescriverei una cura di fosforo per fargli recuperare la memoria, considerato che l’onorevole avrà dimenticato i 200 contratti firmati davanti ad Emiliano in un teatro di Taranto durante la campagna elettorale regionale del 2020”.