Abusi sessuali e maltrattamenti su pazienti psichiatrici a Foggia, Andreula (Opi): “Ora ispezioni in tutta la regione”

“Siamo sconcertati su quanto emergerebbe dall’inchiesta New Life della Procura di Foggia sulle presunte violenze ai danni degli ospiti della Rsa Don Uva”. È il commento a caldo del presidente dell’O.P.I. Bari, Saverio Andreula, che condanna in maniera netta i comportamenti degli 8 infermieri finiti nell’inchiesta, dalla quale emergerebbero episodi sconcertanti ai danni degli ospiti della Rsa: fatti di minacce, ingiurie, umiliazioni, soprusi e violenze sessuali.

“La magistratura farà il suo lavoro e la giustizia il suo corso, così come gli otto infermieri avranno il diritto di difendersi nelle sedi opportune, ma quegli episodi che emergerebbero dalle carte dall’inchiesta non appartengono alla nostra categoria professionale – sottolinea Andreula -. Prendiamo le distanze in maniera netta, ma al tempo stesso chiediamo che vengano avviate ispezioni su tutte le strutture pugliesi, per evitare che quanto accaduto a Foggia non sia solo la punta dell’icerberg”.

Anziani torturati nella Rsa di Manfredonia, Cooperativa licenzia dipendenti omertosi: “Tradita la nostra fiducia”

La Residenza sanitaria assistenziale Stella Maris di Manfredonia, finita al centro di uno scandalo per episodi di maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti di alcuni pazienti ricoverati, ha annunciato di aver licenziato “non solo i quattro lavoratori nei confronti dei quali è stato emesso il provvedimento cautelare, ma anche quelli che, pur avendo assistito agli episodi incriminati o avendone avuto conoscenza, non hanno tempestivamente informato la dirigenza e la società di quanto stava avvenendo”.

La Cooperativa Santa Chiara, gestore della struttura Stella Maris dal 2017, rompe il silenzio dopo aver osservato un rigoroso silenzio stampa. “Ciò è avvenuto non per mancanza di rispetto nei confronti della pubblica opinione e per gli operatori dell’informazione, ma per una serie di ragioni che qui si espongono – si legge nella nota -. Chi opera nel settore socio assistenziale ha come obiettivo primario quello di tutelare il benessere dei propri ospiti e la loro integrità psico-fisica e la tranquillità delle rispettive famiglie. E il nostro operato è stato sempre improntato al raggiungimento di tali obiettivi. Purtroppo gli eventi dei giorni scorsi ci hanno profondamente scosso e mortificato e ci hanno messo di fronte alla necessità di fronteggiare con estrema urgenza alcune priorità: conoscere a fondo cosa fosse realmente accaduto; accertare le responsabilità dei dipendenti coinvolti adottando i conseguenti provvedimenti; riorganizzare il servizio; continuare, soprattutto, a prenderci cura degli ospiti, in particolare le persone offese, stare vicino a loro e incontrare le loro famiglie”.

“La quasi totalità degli ospiti ha confermato la propria fiducia nella struttura e nella dirigenza; tra questi sono tuttora presenti anche alcuni di quelli che hanno subito le imperdonabili violenze da parte degli Oss indagati – precisa la cooperativa -. La dirigenza poi, con l’ausilio dello staff legale, ha avviato una approfondita indagine interna, volta ad accertare ogni singola responsabilità, commissiva o omissiva, in capo al personale dipendente. La lettura degli atti del procedimento penale posti a fondamento della misura cautelare e l’ascolto di quasi tutto il personale, hanno consentito di acclarare – al di là degli aspetti penali, che competono all’Autorità Giudiziaria, nei cui confronti si ripone la massima fiducia – condotte assolutamente rilevanti sotto il profilo disciplinare, e pertanto incompatibili con la prosecuzione del rapporto di lavoro. Chi ha tradito la nostra fiducia non può continuare a lavorare per noi; chi non ha avuto rispetto dei nostri ospiti, chi non si è uniformato ai valori ed ai principi in cui abbiamo sempre creduto, non può essere nostro dipendente”.

Sono stati licenziati non solo i quattro lavoratori nei confronti dei quali è stato emesso il provvedimento cautelare ma anche quelli che, pur avendo assistito agli episodi incriminati o avendone avuto conoscenza, non hanno tempestivamente informato la dirigenza e la società di quanto stava avvenendo – conclude -. Il venir meno della fiducia nei loro confronti giustifica legalmente ai sensi dell’art. 2119 c.c. i recessi datoriali posti in essere. Le azioni giudiziarie minacciate da alcuni di essi tramite i propri legali incontreranno adeguata resistenza, nella convinzione che le decisioni della magistratura confermeranno la legittimità dell’operato della società”.