Castellana, si finge maresciallo e truffa un’anziana: 48enne napoletano arrestato dai Carabinieri

I Carabinieri del Comando Stazione di Castellana Grotte hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, un 48enne della provincia di Napoli ritenuto responsabile (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) di truffa aggravata in danno di un’anziana del posto.

Grazie ad un efficacie controllo del territorio e alle immediate indagini attivate dopo aver ricevuto diverse segnalazioni da alcuni cittadini su chiamate “sospette”, i Carabinieri di Castellana Grotte notavano un’autovettura che eseguiva diversi passaggi sulla stessa via con brevi soste nei pressi di un’abitazione. Poco dopo, la stessa autovettura si fermava nuovamente nei pressi della predetta abitazione ma questa volta scendeva un uomo, il quale dirigendosi verso un’anziana signora, ritirava una busta. Insospettiti, i militari decidevano di bloccare l’uomo per ulteriori verifiche.

Si accertava quindi che la donna, 80enne, aveva poco prima ricevuto una chiamata sulla propria utenza di telefonia fissa da un uomo che, presentatosi come Avvocato, le faceva credere che il figlio era rimasto coinvolto in un sinistro stradale ed aveva investito gravemente un pedone, chiedendo quindi di consegnare una cospicua somma di denaro ad un fantomatico Maresciallo dei Carabinieri, che da lì a poco avrebbe raggiunto l’abitazione, come cauzione per evitare l’arresto del figlio.

L’anziana signora, toccata negli affetti più intimi e caduta nell’inganno, pur di evitare il carcere al figlio, consegnava diversi monili in oro e denaro contante per un valore di circa 5.000 Euro. Chiariti i fatti, i Carabinieri rassicuravano l’anziana ed arrestavano il finto Maresciallo, restituendo la refurtiva. L’arresto veniva convalidato dall’Autorità Giudiziaria che disponeva nei confronti dell’uomo l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che l’eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

Inchiesta a Bari, maresciallo della Finanza come talpa: nuovi guai per Olivieri. Retroscena su indagini e arresto

Giacomo Olivieri poteva contare su alcune talpe infiltrate nelle Forze dell’Ordine e una di queste è costata caro all’ex consigliere regionale, in carcere dal 26 febbraio con l’accusa di voto di scambio politico mafioso. Olivieri risponde anche del reato di di concorso in rivelazione di segreto di ufficio. La talpa in questione è un maresciallo della Guardia di Finanza di Bari che avrebbe raccontato allo stesso Olivieri alcuni retroscena su un’indagine della Dda. Lo stesso Olivieri è riuscito ad essere informato 5 giorni prima del suo arresto. Il gip Giuseppe Montemurro non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Bari, fissando una camera di consiglio per il 16 gennaio.

Sistema Sandrino, la Cassazione annulla la condanna del maresciallo Leone: il processo è da rifare

La Cassazione nella giornata di ieri ha annullato con rinvio la condanna a 1 anno e 6 mesi inflitta al maresciallo della Finanza di Triggiano, Gerardo Leone, per tentata induzione indebita. Il militare è accusato di aver chiesto 40mila euro nel 2015 ad Alessandro Cataldo, il marito della consigliera regionale Anita Maurodinoia arrestato nelle scorse settimane per corruzione elettorale, per insabbiare un’indagine sugli appalti della Provincia di Bari con la promessa di raccontargli delle indagini in corso a suo carico e sua moglie. Leone fu arrestato il 1° luglio 2015 per tentata concussione e rivelazione di segreto d’ufficio. Le sentenze di primo e secondo grado avevano stabilito già che il finanziere non aveva mai preso i soldi ed è su questo che si gioca tutta la partita. Ci sarà un nuovo processo di appello.

È stata la denuncia di Leone a dare il via all’inchiesta sul sistema Sandrino. Due anni dopo l’arresto e la vicenda che lo ha coinvolto, il finanziere è stato contattato da De Francesco, il braccio destro di Sandrino. Infuriato con lui, l’ex consigliere gli rivelò il sistema elettorale e il modus operandi architettato da Sandrino per le votazioni a Bari, Grumo, Triggiano e per le Regionali. Da lì è partita poi l’inchiesta che ha portato all’arresto di Cataldo e anche di Defrancesco. Leone infatti registrò tutto e nei giorni scorsi è stato anche ascoltato in Procura come testimone.

Sandrino ha parlato di un complotto architettato dallo stesso Leone come vendetta, ma neppure il Riesame gli ha creduto, rigettando la richiesta della difesa sulla rievoca della misura cautelare dei domiciliari. Leone ha parlato in Procura per oltre tre ore presentando la sua versione dei fatti, diversa da quella di Cataldo. Ha ribadito che è stato De Francesco a scrivergli, per incontrarlo e denunciare quello di cui era a conoscenza.