Voto di scambio e mafia, si rivede Maria Carmen Lorusso: l’ex consigliera comunale in Tribunale per la prima volta

Maria Carmen Lorusso, l’ex consigliera comunale di Bari arrestata lo scorso 26 febbraio nella maxi inchiesta Codice Interno con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, è comparsa per la prima volta in Tribunale con i suoi avvocati. Secondo l’accusa la sua elezione nel 2019 sarebbe stata favorita grazie ai voti dei clan Parisi-Palermiti, Montani e Strisciuiglio raccolti dal marito Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale arrestato lo stesso giorno, e da allora in carcere.
Lorusso è a processo con rito ordinario insieme al padre Vito, ex primario dell’Oncologico di Bari in carcere già per altre vicende, e altri 13 imputati, tra cui Massimo Parisi, fratello del boss Savino del quartiere Japigia. Olivieri e altre 108 imputati sono a processo in abbreviato, tra loro anche i boss Savinuccio Parisi e Eugenio Palermiti.

Nell’udienza di oggi sono stati acquisiti 7 verbali di due collaboratori di giustizia (Domenico Milella e Domenico Lavermicocca) e i verbali di due ispettori della polizia giudiziaria. La prossima udienza si terrà il 30 ottobre.

Codice Interno, richieste milionarie di risarcimento da Amtab e Regione. Comune vuole 141mila euro da Lorusso

Il Comune di Bari ha avanzato la richiesta di restituzione dei 141mila euro di indebiti compensi percepiti da Maria Camrne Lorusso. Ammonta invece a un milione di euro la cifra quantificata per i danni non patrimoniali che l’ente ha subito a causa della diffusione mediatica. Amtab e Regione Puglia, costituite parti civili, hanno quantificato i presunti danni rispettivamente in 2,3 milioni e in 1,5 milioni.

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Voto di scambio e mafia a Bari, in 124 a processo: prima udienza il 2 luglio. Tra loro Giacomo Olivieri e i Lorusso

I 124 indagati dell’inchiesta Codice Interno che ha evidenziato l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico, politico e sociale della città di Bari saranno processati a luglio. Tra loro anche gli esponenti del clan Parisi-Palermiti, Montani e Strisciuglio.

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Il Riesame dice no, i Lorusso restano ai domiciliari: “Papà e figlia aderenti al connubio tra mafia e politica”

L’ex consigliera comunale Maria Carmen Lorusso e il suo papà Vito Lorusso, ex primario dell’Oncologico di Bari, restano ai domiciliari. Il Tribunale del Riesame ha respinto con decisione i ricorsi presentati dalle difese dei due. Papà e figlia sono coinvolti nell’inchiesta Codice Interno che ha fatto emergere l’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico, sociale e politico della città di Bari.

Le dimissioni di Maria Carmen Lorusso dalla carica di consigliera comunale e la sua decisione di non candidarsi alle prossime Comunali non sono bastate, così come il fatto che il padre non sia più in servizio all’Oncologico. “Stanti i loro legami con la criminalità organizzata e vista l’imminenza delle elezioni europee ed amministrative del 9 giugno, potrebbero agire dietro le quinte”, si legge nella sentenza del Riesame.

Dal 26 febbraio i due si trovano ai domiciliari mentre il marito di Maria Carmen Lorusso, l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, si trova nel carcere di massima sicurezza di Lanciano. Secondo l’accusa è stato proprio Olivieri a ideare il sistema politico-mafioso con esponenti della criminalità organizzata per far eleggere la moglie al Consiglio comunale nel 2019.

“Nello scenario in esame il ruolo di Maria Carmen e Vito Lorusso è quello di aderenti al connubio tra mafia e politica. Un legame estrinsecato nell’attribuzione, in favore degli elettori corrotti, di svariate utilità procurate da Giacomo Olivieri e anche da Vito Lorusso”, scrivono ancora i giudici. Vito Lorusso avrebbe “utilizzato la sua posizione professionale e il fatto di avere in cura Gaetano Bellomo (cugino di Tommaso Lovreglio e nipote del boss Savino Parisi) per ottenere voti dal clan Parisi, “nella piena consapevolezza dell’appartenenza mafiosa dei soggetti ai quali si era rivolto”.

Per Maria Carmen Lorusso invece i giudici hanno evidenziato “la consapevolezza del patto politico-mafioso stipulato dal marito con esponenti dei gruppi criminali” e “il rapporto solido con Bruna Montani che si evincerebbe da una serie di intercettazioni delle ore successive alle elezioni del 2019. La difesa dei due Lorusso presenterà ricorso.

Maria Carmen Lorusso resta ai domiciliari, no al sequestro degli stipendi del Comune: “Sono soldi leciti”

Il Riesame ha negato il sequestro dello stipendio di febbraio percepito dall’ex consigliera. La Dda infatti aveva chiesto di sequestrare i circa 1700 euro che il Comune ha riconosciuto il 14 marzo alla Lorusso a titolo di gettoni di presenza di febbraio, prima del suo arresto avvenuto il 26 dello stesso mese.

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Voto di scambio e mafia, i Lorusso vanno al Riesame: papà e figlia chiedono la revoca dei domiciliari

I legali di Maria Carmen Lorusso e Vito Lorusso hanno presentato istanza al Tribunale di Riesame per chiedere la revoca della misura degli arresti domiciliari. Padre e figlia sono stati arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Bari con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso. Giacomo Olivieri avrebbe stretto accordi con la malavita per far eleggere sua moglie, Maria Carmen Lorusso, al Comune di Bari nel 2019. Lo stesso avrebbe fatto suo padre, ex primario dell’Oncologico di Bari, tanto da prendere in cura il nipote di Savinuccio in cambio di voti. Secondo la difesa dei Lorusso sono venute meno le esigenze cautelari, visto che la donna ha presentato le dimissioni da consigliere comunale e ha annunciato che non si ricandiderà, mentre il padre è in pensione.