Il Tribunale di Taranto ha riconosciuto 540mila euro di risarcimento ad un operaio che ha contratto il mesotelioma pleurico lavorando a contatto con l’amianto sulle navi della Marina.
Il risarcimento dovrà essere versato dal ministero della Difesa. “Dover convivere con un mesotelioma pleurico, il tumore di certezza causato dall’amianto – spiega Luciano Carleo, presidente di Contramianto e altri rischi onlus – è una lotta quotidiana che vuole combattere senza arrendersi una battaglia iniziata quando ha scoperto di avere il cancro provocato dall’amianto inalato a bordo delle navi, lavorando come operaio tubista dell’indotto Arsenale della Marina Militare di Taranto. Le fibre di amianto respirate si sono annidate nei polmoni causando il mesotelioma pleurico, un danno alla salute irreversibile per il quale il Tribunale di Taranto ha riconosciuto un risarcimento di 540mila euro che il Ministero della Difesa dovrà corrispondere all’operaio vittima dell’amianto”.
“Un legame evidente quello tra l’amianto, sicuro cancerogeno, ed il tumore alla pleura, una certezza tra causa ed effetto che ha avuto il suo infausto esito decenni dopo la prima esposizione all’asbesto – ha aggiunto -. Le navi della Marina Militare su cui aveva lavorato l’operaio tubista per quasi un ventennio, sino alla metà degli anni 90 erano tutte coibentate con amianto, come si legge negli atti acquisiti da Contramianto presso l’Arsenale di Taranto e che evidenziano le tonnellate di amianto che imbottivano il naviglio militare”.