Un anno fa l’omicidio Di Giacomo a Poggiofranco, il post straziante del figlio Luca: “Continuo a non accettarlo”

“Un anno senza di te. Un anno senza i tuoi sorrisi, le tue battute, il tuo essere papà. Un anno di pianti, di attacchi d’ansia e di benzodiazepine. Un anno che aspetto giustizia, quella vera. Una sensazione di vuoto continua a pervadere su di me. La casa è vuota. Non ti sento più la mattina quando ti alzavi presto per andare al lavoro; non ci sei più a pranzo quando cucinavi per la tua famiglia; non ti vedo più la sera varcare la porta di casa, quella maledetta porta che continuo ad attendere che venga aperta da te; non ci sei più accanto a me, seduto sulla tua solita poltrona di pelle mentre guardiamo insieme il Milan, la nostra squadra papà. Che strazio”. Inizia così il toccante post scritto sui social da Luca Di Giacomo, il figlio del fisioterapista ucciso a Poggiofranco un anno fa la sera del 18 dicembre 2023. Per l’omicidio è imputato il 59enne operaio di Canosa di Puglia Salvatore Vassalli, a cui sono contestate anche le aggravanti della premeditazione, della crudeltà, della minorata difesa della vittima e dei futili motivi.

“Continuo a non capacitarmene. Non può essere, eppure è così. Una fine ingiusta per una persona giusta. Un modus operandi che non ci appartiene. Una cultura pericolosa che va abbattuta al più presto possibile – si legge nel post -. Adesso guardaci! Guarda chi ci hai tolto, guarda come soffriamo, era questo quello che volevi? Finché quel qualcuno, come tanti altri, continuerà a fare affidamento sull’irrazionalità, sulla follia, sul ‘far west’, la società in cui viviamo proseguirà il suo declino fino a quando sarà troppo tardi. Morire in questo modo è inaccettabile! Morire per il proprio lavoro è impensabile! Morire perché un mostro ha deciso così è inammissibile! Papà mio, non sei stato solo un eccellente fisioterapista, un grandissimo osteopata dalle mani d’oro e un ottimo docente universitario, ma un padre perfetto, che ha fatto di tutto per garantire ogni bene alla tua famiglia. È stato un anno difficile senza di te, ma spero che, in qualche modo, tu possa essere orgoglioso di me e della tua famiglia. Buon sangue non mente. Siamo abituati ad andare avanti e lo faremo soprattutto per te. Ciao papà, ovunque tu sia”.

Omicidio a Poggiofranco, la ricostruzione di Vassalli: “Volevo solo spaventare Di Giacomo”. La pistola fatta a pezzi

Salvatore Vassalli, l’operaio 59enne arrestato con l’accusa di essere il killer di Mauro Di Giacomo, il fisioterapista barese ucciso a Poggiofranco sotto la sua abitazione la sera del 18 dicembre scorso, ha raccontato di aver fatto a pezzi l’arma del delitto. Lo ha svelato lui stesso nel corso dell’interrogatorio di garanzia svolto nei giorni scorsi.

Vassalli ha fornito la propria versione dei fatti. Ha dichiarato che quel giorno ha accompagnato sua figlia dal dentista a Bari e che la ragazza non sarebbe riuscito a mettere la mano vicino alla guancia perché impossibilitata. La famiglia ha fatto causa a Di Giacomo, considerato colpevole per aver effettuato sulla ragazza nel 2019 una manipolazione sbagliata intervenendo sul rachide cervicale. Da qui la denuncia, la causa e la richiesta di risarcimento danni pari a 230mila euro per aver provocato un danno permanente causato da uno shock midollare. L’ultima udienza del processo si era celebrata il 7 dicembre.

Secondo il racconto fornito, circa 10 giorni dopo, Vassalli, vedendo sua figlia sofferente, ha deciso di affrontare Di Giacomo. “L’avevo visto poche volte non ero neanche sicuro che fosse lui. Volevo solo che si prendesse le proprie responsabilità”, le sue parole. I toni si fanno accesi, Vassalli prende dalla macchina una pistola (dimenticata in auto e usata per esercitarsi in campagna) e la mostra per spaventarlo. Di Giacomo a questo punto prova a disarmarlo, nella colluttazione a distanza ravvicinata partono i 7 colpi. Secondo il racconto di Vassalli, Di Giacomo sarebbe stato colpito al volto con il calcio della pistola prima. L’operaio 59enne racconta poi di essersi liberato della pistola, facendola a pezzi e gettando le varie parti in punti diversi. Nel raccontare la sua versione dei fatti, distante da quella ricostruita dalla Polizia e dalla Procura, Vassalli afferma che le sue intenzioni non erano quelle di uccidere Di Giacomo e non ha nascosto il suo malessere interiore per quanto accaduto nei mesi successivi. Punta a far cadere l’aggravante della premeditazione e quella dell’aver agito con crudeltà.

Omicidio Di Giacomo a Poggiofranco, Vassalli si difende: “Colpi partiti per errore”. Ma le indagini dicono altro

Ha ammesso di aver avuto la colluttazione con la vittima, ma ha riferito che i colpi di pistola sono partiti accidentalmente mentre impugnava l’arma: si è difeso così, durante l’interrogatorio di garanzia Salvatore Vassalli, l’operaio edile di 59 anni, arrestato ieri dalla polizia con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio di Mauro Di Giacomo.

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Fisioterapista ucciso a Poggiofranco, arrestato 59enne di Canosa: l’omicidio per vendicare la figlia – VIDEO

Una delle figlie dell’indagato, nel 2020, aveva intentato una causa civile nei confronti della vittima, per responsabilità professionale, accusandolo di averle provocato lesioni personali permanenti, in occasione di una seduta di fisioterapia, svoltasi nel settembre del 2019. Di Giacomo, costituitosi nel processo, aveva negato la sua responsabilità, oltre alla disponibilità di pervenire a qualsivoglia forma di transazione.

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