“Venghino siori venghino, si affrettino, la carovana sta partendo”. Inizia così la dettagliata denuncia pubblicata sul suo profilo facebook da Francesco Papappicco, medico del 118 barese e sindacalista FSI. L’ennesima conferma messa nero su bianco e tratta come tutte le altre da una storia vera. Un modo scientifico per documentare come di fatto gli equipaggi del servizio di emergenza-urgenza siano spesso ridotti a tassinari ingaggiati per i cosiddetti trasporti secondari, in molti casi da un reparto ospedaliero all’altro, a meno che non si tratti di trasportare pazienti con la valigia pronta da casa in ospedale.
“A tutti i flutter disponibili sul territorio convergere sul numero unico 118. Si effettuano trasferimenti efficienti, veloci, garantiti e professionali – continua il medico con amara ironia -. A tutte le unità di Pronto Soccorso, per qualsiasi trasporto ‘urgente’ perché scomodare i vostri medici, infermieri, autisti o addirittura i reperibili, perché utilizzare le vostre ambulanze se potete contare sui ‘super-eroi’ del 118?”. Il riferimento, particolarmente duro, è anche alla centrale operativa del 118, accusata di inviare ambulanze anche medicalizzate in situazioni in cui si dovrebbe fare a meno di inviare il soccorso avanzato.
Il riferimento è a un caso specifico, accaduto di recente, che ha come protagonisti un medico di Pronto Soccorso e un paziente che solo due ore prima della chiamata al 118 era andato dal suo medico “in-curante” (guarda caso anche cardiologo) per farsi misurare la pressione. Il professionista, stando al racconto, avrebbe mandato l’uomo da solo in ospedale (omettendo di chiamare direttamente il 118) con un elettrocardiogramma in mano e una diagnosi: ricovero urgente per flutter atriale a 151 bpm in diabetico, iperteso, dislipidemico, non angor, palpitazioni da 2 giorni.
Documenti alla mano il fatto è accaduto alle 19.27. Il paziente, poi, sarebbe rimasto al triage in attesa del tampone e accettato alle 21.27, con dimissioni alle 2.307 per essere trasferito altrove, dopo averlo mandato in consulenza nella Cardiologia dello stesso Ospedale. Leggendo la storia denunciata dal medico, pare anche che “la cardiologa ospedaliera fosse in grado di risolvere un flutter, ma il reparto non ne avrebbe avuta voglia”. È a questo punto che si sarebbe consumato l’ennesimo presunto abuso nell’utilizzo del 118, con la conseguente sottrazione al territorio del presidio salvavita.
Nel referto referto della Cardiologia ospedaliera, infatti, è scritto “alla nostra valutazione paziente asintomatico per angor e cardiopalmo” e quindi si sa perfettamente che quel tipo di paziente non sarebbe mai stato trasportato in nessuna Emodinamica. Nonostante tutto, però, dall’ospedale parte comunque la chiamata alla centrale del 118 nel tentativo di avere un mezzo di soccorso, sollecitando comunque il cosiddetto “Percorso Hub”, quello necessario per il trasferimento urgente di un paziente con seri problemi cardiaci in un ospedale dotato dell’Emodinamica.
Il mezzo dell’emergenza-urgenza in 7 minuti, alle 00.07 è sul posto, nella Cardiologia di un altro ospedale, dove finalmente trascorsa un’altra mezz’oretta il paziente viene sistemato in un letto del reparto “e gli saranno rimboccate le coperte”. Dal momento del malore a quello della buona notte sono passate circa 6 ore. “Ricorda anche – scrive Papappicco ai colleghi ospedalieri – che il medico 118 di quell’automedica ‘sa di non sapere’ ed è a completo servizio di quel medico in-curante, di quei solerti medici dei vostri Pronto Soccorso e della esperta plenipotenziaria dottoressa centralinista del 118. In fondo, il 118ista è solo un medico con infermiere e autista-soccorritore di automedica, che assieme ad altri tre sanitari di ambulanza ‘India’ hanno sottratto due equipaggi di emergenza-urgenza dal territorio. Non curarti del fatto che siano equipaggi che dovrebbero essere allertati su “percorsi hub” per trasferimenti urgenti (nella “golden hour” dal Pronto Soccorso all’Emodinamica solo in caso di IMA-SCA (infarti o sindrome coronarica acuta. Non curarti che questi equipaggi siano già vessati da ‘sequestri’ nei Peonto Soccorso per carenza di barelle, da note con toni di minaccia per ‘eventi sentinella’ (del 26.10.21 da C.O. e ribattuta dal Coordinamento l’11.03.22), da violenze verbali e fisiche sul territorio per ‘ritardi’ di intervento e che rischiano la pelle ogni giorno. Il medico del 118 che ‘sa di non sapere’, continuerà a denunciare questo andazzo non solo come ha scritto prima di ogni altro, ma con ogni altro mezzo e modo a disposizione”. Il riferimento di Papappicco è alla telefonata intercorsa col medico della Centrale Operativa del 118. “Sappiamo che non è urgente, che è una forzatura, ma parliamone, confrontiamoci”.
“Parlare di cosa? – si domanda il medico del 118, che poi affonda il colpo -. Ai Direttori, Manager, Governatori, Assessori, Professori, Presidenti chiedo solo se trovino sensato iniziare a prendere in considerazione qualche suggerimento pratico per uscire dalla farsa e compiere quel gradus ad parnassum verso una Politica Sanitaria e una Medicina fatta da persone competenti e responsabili, invece di continuare a far tirare a passo di granchio questo carrozzone, con mezzucci vuoti e inutili, con espedienti primitivi per imporre le vostre ragioni, suggestionando, pressando e minacciando senza contenuti sensati e legittimi”.
“Accusate il 118 in prima linea – incalza – vi occupate di fatti selezionati deliberatamente, strappandoli dal rispettivo contesto e li interpretate tendenziosamente, ben consapevoli che si tratta di generalizzazioni accidentali, infondate, di carattere puramente retorico e non analitico. Un Dipartimento di Emergenza-Urgenza apofatico, privo di nerbo decisionale, che non riesce a risolvere quanto accade da anni e recentemente denunciato da Papappicco congiuntamente al segretario regionale Tiritiello il 12 marzo scoso -.Le autolettighe del 118 non possono essere adoperate per i percorsi diagnostici o consulenze ospedaliere; né equipaggi e mezzi 118 possono essere impiegati per trasferimenti secondari, addirittura da reparti di un nosocomio all’altro; che è compito dell’infermiere di triage del Pronto Soccorso, ancor prima della visita medica, accettare e prendere in carico il paziente portato dal 118 come da linee di indirizzo nazionali sul triage globale (territorio-Pronto Soccorso); che come già da nostra nota sindacale, in alcun modo il paziente può permanere in carico al 118 dopo accettazione-triage di Pronto Soccorso oltre i tempi e i modi previsti dai codici ‘colore’; che nessun Pronto Soccorso può rifiutare pregiudizialmente addirittura l’accesso di un equipaggio 118 con pazienti a bordo, pena la configurazione di ipotesi di reato di rifiuto-omissione di atti d’ufficio; che pertanto il 118 per vocazione mandatoria di servizio deve tornare a operare in tempi brevissimi sul territorio”.