Omicidio Lopez a Molfetta, il 21enne Lavopa incastrato solo dalle telecamere. Gli inquirenti: “Feriti omertosi”

Il 21enne barese Michele Lavopa, già noto alle forze dell’ordine, si trova in carcere con l’accusa di omicidio e tentato omicidio. È stato lui a sparare i sei colpi di pistola, ad uccidere Antonella Lopez, la 19enne morte la notte tra sabato e domenica al Bahia Beach di Molfetta e ad aver ferito quattro giovani tra 20 e 25 anni. Tra loro anche Eugenio Palermiti, nipote omonimo del capoclan del rione Japigia di Bari.

I militari sono riusciti a individuarlo grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza del locale, nonostante le “dichiarazioni di circostanza e palesemente omertose” rilasciate dai ragazzi feriti dopo i fatti. Raggiunto dai carabinieri nella sua casa del quartiere San Paolo e interrogato, ha confessato e ha detto ai militari di aver gettato in mare l’arma usata per il delitto.

 

Omicidio Lopez a Molfetta, il 21enne Michele Lavopa confessa: “Sono stato io. Ho gettato l’arma in mare”

È Michele Lavopa il 21enne del San Paolo fermato con l’accusa di aver ucciso la 19enne Antonella Lopez con un colpo di pistola nella notte tra sabato 21 e domenica 22 settembre al Bahia Beach di Molfetta.  Raggiunto dai carabinieri nella sua casa del quartiere San Paolo e interrogato, ha ammesso le sue responsabilità spiegando di essersi disfatto dell’arma utilizzata, una pistola calibro 7,65. Le indagini svolte hanno permesso ai carabinieri di accertare che il tutto è accaduto al termine di una discussione degenerata tra il gruppo capeggiato dal rampollo dei Palermiti, con un altro gruppo di giovani”. I militari sono riusciti a individuare Lavopa grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza del ‘Bahia’ di Molfetta, nonostante le “dichiarazioni di circostanza e palesemente omertose” rilasciate dai ragazzi feriti dopo i fatti.

“Sì sono stato io, ho gettato poi l’arma in mare”, le sue parole nella confessione choc. Ha specificato di essere andato armato in discoteca con un gruppo di amici e la sua fidanzata per difendersi da eventuali aggressioni, seppur senza alcuna “intenzione belligerante”.

A causa di alcuni regressi trascorsi con Palermiti e i suoi amici, avendo notato la loro presenza durante la serata, per non essere infastiditi il gruppo si è spostato in un’altra parte del locale vista la vicinanza. Durante questi movimenti la comitiva dei Palermiti, secondo quanto raccontato dallo stesso Lavopa, avrebbe iniziato a insultare e minacciare i “rivali”. Nel corso dell’alterco Lavopa avrebbe preso la pistola e sparato dopo aver visto Palermiti estrarre la sua arma. Dopo gli spari, Lavopa sarebbe fuggito a piedi dal locale e sarebbe tornato a casa in macchina con due amici. Lavopa è ora in carcere a Bari.

Oltre che di omicidio Lavopa deve rispondere del tentato omicidio nei confronti di altre quattro persone ferite in modo non grave, tra cui Eugenio Palermiti, 20 anni, nipote dell’omonimo boss del quartiere Japigia, insieme a F.C. di 20 anni, D.R. di 25 anni, G.C. di 22 anni. L’arma non è stata ritrovata ed è stata anche cercata nelle campagne di Bitonto.