Sacra Corona Unita, minacce di morte alla giudice Mariano e alla pm Ruggiero: un arresto

La polizia ha arrestato una persona ritenuta responsabile mandante di una serie di atti di violenza e minaccia, aggravati dal metodo mafioso, ai danni della giudice Maria Francesca Mariano e della pm Carmen Ruggiero, sotto scorta da settembre dopo aver firmato gli atti dell’inchiesta The Wolf contro la Sacra corona unita.

Le minacce erano state anche rivolte nei confronti di un giornalista. La gip presso il tribunale di Lecce Maria Francesca Mariano e la pm antimafia Carmen Ruggiero nei mesi scorsi sono state destinatarie di lettere intimidatorie con minacce di morte, e anche di tentativi di aggressione durante gli interrogatori. A Mariano lo scorso settembre venne recapitata anche una testa di capretto insanguinata e infilzata con un coltello da macellaio, accompagnata da un biglietto su cui era scritto ‘Così’: la testa dell’animale fu lasciata davanti alla porta della sua abitazione.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip di Potenza su richiesta della Dda. I dettagli dell’operazione verranno resi noti nel corso della conferenza stampa programmata alle ore 10.30 presso la sala riunioni della questura di Lecce in via Oronzo Quarta (piazzale stazione), alla presenza del procuratore della Repubblica di Potenza.

“Ti facciamo sparire”, il sindaco di Peschici minacciato di morte per la raccolta dei rifiuti: due arresti

Luigi D’Arenzo, sindaco di Peschici, nel Foggiano, è stato minacciato di morte mentre il capo area della ditta Impregico, che gestisce la raccolta dei rifiuti urbani, è stato aggredito. Per questi episodi, riferisce lo stesso sindaco all’ANSA, ci sono stati “due arresti”. “Tra il 6 e il 7 febbraio – racconta D’Arenzo – il capo area della ditta è stato avvicinato, picchiato e minacciato. È stato destinatario durante l’aggressione anche di minacce di morte rivolte alla mia persona qualora non avessi ritirato l’ordinanza sindacale con cui dall’1 giugno 2023 avevo affidato il servizio di raccolta rifiuti alla nuova ditta”. L’episodio è stato denunciato ai carabinieri dalla vittima dell’aggressione e dal primo cittadino. “Il 19 marzo – prosegue il sindaco – ricevo prima una telefonata muta sul mio cellulare e poi un messaggio audio in cui mia moglie, i miei figli ed io veniamo minacciati di morte qualora non ritiri l’ordinanza. Ti facciamo sparire, mi dicono. Anche questo episodio viene da me denunciato regolarmente ai carabinieri”.

Luigi D’Arenzo è sindaco dal 16 maggio del 2023. Il provvedimento di affidamento del servizio di raccolta rifiuti alla ditta Impregico nasce dalla necessità – evidenzia il primo cittadino – di raccogliere rifiuti nel comune garganico che viveva un momento di collasso sotto il profilo dell’igiene pubblica con una situazione ambientale disastrosa e rifiuti che non venivano raccolti da un anno. “Ho vissuto attimi di paura solo per la mia famiglia – spiega il sindaco – ma mi sono completamente affidato ai carabinieri e alla procura che non mi hanno lasciato solo un attimo e che ringrazio per tutto quello che hanno fatto e per la celerità con cui hanno agito. Sono difficile da intimorire e non nuovo ad episodi simili. Quando ero assessore nel 2010 mi fu incendiata l’auto. Con l’amministrazione di allora mi impegnai per la risoluzione di un’altra questione importante. Quella dei parcheggiatori abusivi. E anche quella vicenda non fu gradita”.

Occupa posto per disabili e minaccia di morte Brumotti: “Non sono un Diomede chiedo scusa a tutti”

Abbiamo incontrato Emanuele per chiarire i contorni della vicenda che si è verificata all’esterno del Parco Commerciale di Casamassima, prima di sottolineare la gravità di quello che ha fatto. Diversi esponenti della famiglia Diomede ci hanno chiamato nelle scorse ore per dissociarsi e rimarcare l’estraneità dai fatti.

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Non accetta l’omosessualità del figlio, picchia e minaccia di morte lui e la moglie: arrestato papà medievale a Foggia

Minacciava di morte la moglie e il figlio ventenne, in particolare da quando il giovane aveva rivelato la propria omosessualità, e contestava alla donna di sostenere la scelta di vita del figlio. Con l’accusa di maltrattamenti in famiglia un uomo è stato arrestato a Foggia sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta della Procura. La Polizia sottolinea come “la misura cautelare sia stata adottata all’esito di diversi interventi da parte del personale della squadra volanti della Questura di Foggia che hanno consentito agli investigatori della squadra mobile di ricostruire una situazione familiare particolarmente allarmante, poiché caratterizzata da diversi episodi di violenza fisica e psicologica ai danni della moglie e del figlio ventenne”. Stando a quanto ricostruito dalla polizia, già in passato l’uomo avrebbe dimostrato una tendenza ad assumere atteggiamenti iracondi durante litigi sorti per futili motivi.

Minacce di morte, piatti in testa e cibo bollente addosso alla mamma disabile: 48enne condannata

Gli abusi in casa sono durati 9 anni, anche alla presenza dei due figli minorenni della donna. “Qualche giorno ti metto il veleno nel mangiare così ti faccio morire”, “Ti butto dal balcone così te la faccio finire”, “Ti taglio la gola mentre dormi, così non te ne accorgi nemmeno”, alcune delle frasi pronunciate.

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“Ora morirai anche tu”, minacce di morte ad un volontario dell’Anps di Terlizzi: “Non abbiamo paura di voi”

“Pensavamo che non fosse necessario un post sui social, ma visto, le ultime notizie di cronaca, ci sentiamo obbligati di raccontare l’accaduto. Ciò che è stato rinvenuto il giorno 9 maggio, da un nostro volontario, è solo una parentesi triste, un atteggiamento isolato di chi pensa che con la violenza si possano risolvere le cose. Un giovane volontario, e l’associazione locale dell’Anps Terlizzi, sono state vittime di minacce di morte”. Inizia così la denuncia arrivata in redazione dalla stessa associazione. Un giovane volontario ha trovato nella tasca del giubbotto un foglio di carta formato A4 con la scritta “Ora morirai anche tu”.

“Una persona simile, che non solo minaccia un soggetto, ma addirittura una famiglia, come quella dell’ANPS, non merita nemmeno i nostri insulti. Proviamo sincera compassione per lui perché uno così deve passarsela veramente male – si legge nella nota -. Non abbiamo paura di minacce, intimidazioni o attacchi di qualsiasi tipo. Continueremo a batterci per la legalità, le nostre passioni, e dire quello che pensiamo a testa alta, senza timori, senza filtri, senza nasconderci. Come abbiamo sempre fatto finora. Qualcuno diceva che ‘un uomo fa il suo dovere, a dispetto delle conseguenze personali, nonostante gli ostacoli, i pericoli e le pressioni, e questo è il fondamento della moralità umana’. Quando si è dalla parte del giusto, allora nulla si deve temere. In merito è stata presentata regolare denuncia querela presso la Procura della Repubblica competente per territorio”.