Dopo la fine della relazione l’uomo telefonava ripetutamente alla sua ex anche di notte, la insultava, la pedinava e si appostava per controllarne gli spostamenti.
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Il blitz di Antonio a Barivecchia per denunciare la truffa delle orecchiette ha fatto il giro d’Italia. Questo non è assolutamente un braccio di ferro tra Antonio e il sindaco Decaro. Riteniamo semplicemente che questa situazione debba essere regolamentata subito. Il primo cittadino ha anche inviato ha inviato ad Antonio un messaggio.
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“Tu ti devi annullare come donna se vuoi stare con me”, avrebbe detto una circostanza durante una lite. Il calciatore in forza al Pescara si trova agli arresti domiciliari.
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Gli operatori sono giunti sul posto e sono stati aggrediti da un uomo che li ha minacciati e ha sferrato calci e pugni contro l’ambulanza.
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Un uomo di mezza età, residente a Bari, è stato condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione e interdetto dai pubblici uffici per 5 anni per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Il protagonista di questa triste storia avrebbe insultato e minacciato di morte la moglie, una donna di 68 anni, fino ad arrivare a puntarle contro un paio di forbici o a tentare di strangolarla.
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La vittima si è rivolta all’associazione Gens Nova, i fatti risalgono a cavallo tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Il caso è finito in Tribunale e il 4 aprile prossimo si terrà l’udienza.
Continue readingIl giovane non ha accettato la fine della relazione e dopo qualche giorno di silenzio ha iniziato a scriverle per tornare insieme. Il suo comportamento però, con il passare del tempo, è diventato sempre più molesto e minaccioso.
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Da questo momento in poi non ci occuperemo più di Sofia, o Deborah o Jessica se preferite. Abbiamo provato ad aiutarla in tutti i modi, nonostante le numerose critiche mosse nei nostri confronti. Negli ultimi giorni i rapporti si sono fatti tesi e tutto è sfociato in un audio in cui Sofia si è lasciata andare ad accuse pesanti.
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I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono stati condannati a pene definitive, comprese tra i 9 mesi e i 6 anni di reclusione.
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I due avrebbero fatto esplodere una bomba carta all’esterno degli spogliatoi del centro e dato alle fiamme l’auto della moglie dell’assessore Digioia. Sono considerati vicini al clan Capriati di Bari.
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