Calci e pugni a moglie e suocera, arrestato 46enne a Taranto: non aveva accettato la fine della relazione

I carabinieri lo hanno sorpreso mentre stava colpendo con calci e pugni al volto e all’addome sua moglie che era ormai a terra insieme alla madre 70enne che ha fatto il possibile per difenderla. In carcere è finito un 46enne pregiudicato della provincia di Taranto che, secondo quanto ricostruito dalle indagini, non aveva accettato la fine della relazione con la donna.

A portare al suo arresto, lo scorso martedì, è stata una richiesta di aiuto giunta al 112 da parte della mamma della vittima: le urla – evidenziano i militari in una nota – hanno fatto immediatamente comprendere all’operatore che non c’era tempo da perdere e, nel giro di pochi minuti, la pattuglia dei carabinieri è intervenuta. Entrambe le donne sono state soccorse: la 70enne, che nel tentativo di aiutare sua figlia è stata spintonata ed è caduta, ha riportato una frattura dell’anca.

San Severo, spara alla moglie e si toglie la vita: è l’ex guardia giurata Mario Furio. Aveva il braccialetto elettronico

È Mario Furio, ex guardia giurata ora in pensione, l’uomo che questa mattina ha sparato all’ex moglie (C.P.) per strada nei pressi di un supermercato a San Severo, nel Foggiano, prima di togliersi la vita con la stessa arma dopo essersi allontanato in auto. La coppia era separata da tempo e aveva 5 figli. Secondo le prime indiscrezioni Furio portava il braccialetto elettronico per un precedente tentativo di soffocamento nei confronti della donna, ora in ospedale e in gravissime condizioni. Sarebbero stati esplosi diversi colpi di pistola alla testa.

 

Il boss barese Campanale è grave in carcere, l’appello della moglie: “Vita sbagliata ma ha il diritto di essere curato”

Il boss Giacomo Campanale, 53enne di San Girolamo, si trova in carcere da 10 anni e rischia un’ulteriore condanna a 20 anni per traffico di droga e mafia. Le sue condizioni di salute sono gravi. L’uomo, detenuto nel carcere di Poggioreale dal 2019, si trova ora sulla sedia a rotelle ed è alla prese con un crollo vertebrale e con un’insufficienza respiratoria.

I suoi legali da tempo stanno chiedendo la detenzione domiciliare o in alternativa il trasferimento in una struttura di cura. Una perizio medico-legale ha infatti accertato l’incompatibilità con il regime carcerario. “Mio marito rischia di uscire dal carcere morto. Forse ha scelto un percorso di vita sbagliato, ma questo non toglie il suo diritto a essere curato – l’appello della moglie riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno -. In carcere è entrato con le gambe sue e adesso sta su una sedia a rotelle. In queste condizioni non può stare in carcere. Parla al telefono con difficoltà, chiede di andare in ospedale. Non voglio che un giorno di questi arrivi la telefonata che mio marito è morto. Di chi sarà allora la responsabilità se succede qualcosa a mio marito? Per il cognome che ha non ha diritto a curarsi”.

Già dal 2018 furono rivelate una serie di “patologie ad evoluzione cronica, non più soggette a miglioramenti”. La perizia medico-legale stabilì la “non compatibilità con il regime carcerario allorché l’infermità sia di entità tale per cui lo stato detentivo contribuisce, con ragionevole prevedibilità, a causare un peggioramento delle condizioni del soggetto o di non miglioramento o, pur non incidendo sulla evoluzione della infermità, sia però motivo di sofferenza non conciliabile con la salvaguardia dei diritti delle persone”. Da sei anni la situazione non è cambiata, recentemente a causa di una grave crisi respiratoria è stato trasferito in ospedale dove è rimasto per 40 giorni. Due giorni dopo il rientro in carcere, è stato di nuovo trasportato in ospedale d’urgenza. I giudici ancora non si sono espressi sul caso.

 

Trani, prende a pugni la moglie e tenta di strangolarla vicino al cimitero: arrestato 40enne per tentato omicidio

Sospetta che la moglie abbia una relazione con un altro uomo, la colpisce con il calcio di una pistola alla testa, la prende a pugni e tenta di strangolarla vicino al cancello del cimitero con un drappo strappato del vestito della donna.

Un 40enne è stato arrestato a Trani con l’accusa di tentato omicidio aggravato. L’episodio risale al 21 agosto scorso.

Andria, costringe per mesi la moglie a prostituirsi anche per 20 euro: arrestato 40enne

Avrebbe sfruttato per mesi la moglie, obbligandola a prostituirsi con clienti che avrebbero pagato dai 20 ai 50 euro per stare con lei. Sarebbe stato lui a tenere l’agenda, a fissare gli appuntamenti che erano diversi in un solo giorno, e a trasportarla nei posti fissati per gli incontri.

Un uomo di circa 40 anni è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile di Andria con l’accusa di induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e maltrattamenti ai danni della moglie, sua coetanea.

Secondo quanto accertato dalle indagini coordinate dalla Procura di Trani, l’uomo, che ha precedenti penali anche per gli stessi reati, avrebbe sottomesso la donna che non sarebbe mai riuscita a ribellarsi, sottoponendola a violenze, fisiche e verbali, minacciandola e costringendola a prostituirsi anche nella loro abitazione. Sarebbe stato lui ad avviarla alla prostituzione, lui a contattare i clienti e a organizzare gli incontri con la moglie che subiva in silenzio. Il tribunale ha disposto per l’uomo la custodia cautelare in carcere.

Cadavere in campagna a Carovigno, muore 84enne: i 3 cani vegliano il corpo. Soccorsa la moglie allettata

Macabra scoperta a Serranova di Carovigno dove un 84enne è stato ritrovato senza vita in un terreno di sua proprietà. Il decesso risalirebbe a qualche giorno fa, vicino al corpo c’erano i tre cani dell’uomo. Sul cadavere non c’è nessuna traccia di violenza, a lanciare l’allarme alcuni vicini. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, la Polizia Locale e i Vigili del Fuoco. Il personale del 118 ha soccorso la moglie allettata.

 

Bari, cocaina nell’auto dell’amante della moglie: l’avvocato Filograno condannato in appello a 2 anni e 8 mesi

La Corte d’appello di Bari ha ribaltato la sentenza di assoluzione di primo grado condannando a 2 anni e 8 mesi e a 12.000 euro di multa l’avvocato barese Gaetano Filograno per detenzione e spaccio di stupefacenti. Il professionista è accusato, insieme con il collega Nicola Loprieno (di recente rieletto consigliere comunale di Bari con il centrosinistra e che è stato rinviato a giudizio), di una sorta di complotto per il quale fu arrestato ingiustamente l’attuale compagno della ex moglie di Filograno.

I due avrebbero fatto in modo che l’uomo, un imprenditore, venisse trovato in possesso di droga nel corso di un controllo della Guardia di Finanza nel 2014. L’uomo – che pochi giorni prima del controllo aveva denunciato Filograno per stalking – fu arrestato perchè nella sua Smart furono trovati 26 grammi di cocaina, ma fu poi assolto con formula piena nel 2017. Nella vicenda è coinvolto anche un ex finanziere Enzo Cipolla, (che è già stato condannato) che coordinò la perquisizione e poi, nel 2016, chiese all’imprenditore 15mila euro per fornire un elenco di domande che il difensore dell’imprenditore avrebbe potuto fargli nel processo – in quella vicenda il militare fu ascoltato come testimone – in modo da smontare l’accusa di spaccio.

Polignano a Mare, nessun favore alla moglie nella procedura di gara: archiviata l’inchiesta su Vitto

Archiviate le accuse di abuso e falso a carico dell’ex dirigente comunale di Polignano a Mare, Raffaele Nicola Vitto. Dopo circa 3 anni dal presunto fatto, il GIP presso il Tribunale di Bari, dott.ssa Anna Perrelli, ha definitivamente prosciolto il dott. Vitto, difeso dall’avvocato Antonio La Scala, dall’accusa di avere omesso nell’esercizio delle sue funzioni dirigenziali di astenersi dalla elaborazione e sottoscrizione della determina dirigenziale con cui designava come componente del medesimo ufficio dirigenziale la propria moglie cui, così facendo, procurava intenzionalmente un vantaggio patrimoniale ingiusto derivante dai relativi incentivi economici previsti dalla procedura di gara relativa al servizio di igiene urbana.

Lo stesso, inoltre, veniva indagato anche per il reato di falso ideologico per avere, sempre quale dirigente del comune di Polignano a Mare, attestato falsamente, sempre nella medesima determina dirigenziale, la sussistenza delle condizioni legittimanti la designazione della propria moglie, deliberatamente omettendo di evidenziare l’esistenza di cause di incompatibilità.

Dopo mesi di indagine l’indagato, unitamente al proprio difensore di fiducia AVV. Antonio La Scala, ha depositato una corposa memoria alla Guardia di Finanza di Monopoli, delegata per le indagini, dalla quale emergeva che, contrariamente a quanto formulato nell’imputazione, la determina dirigenziale in oggetto era priva di qualsivoglia potere discrezionale trattandosi di atto ricognitivo della medesima, atteso che la stessa confermava la precedente decisione assunta dall’allora sindaco pro tempore e non dall’indagato. Inoltre, è evidente che il sindaco che aveva adottato tale decisione la trasmettesse ai dirigenti da cui dipendevano organicamente le dipendenti interessate che, pertanto, dovevano limitarsi a prenderne atto. La determinazione de qua, quale atto di microrganizzazione, non ha in alcun modo innovato e/o integrato il contenuto della decisione sindacale. Sempre nella medesima memoria prodotta dal difensore avv La Scala, è emerso che alcun emolumento e/o incentivo aggiuntivo è stato riconosciuto alla moglie dell’indagato, atteso che neanche il relativo regolamento in materia era stato approvato e atteso che le funzioni assegnate alla dipendente non rientravano nel novero delle funzioni tecniche incentivabili. È palese che le attività a cui sono state delegate, in distacco, le dipendenti del comune di Polignano a mare, tra cui la moglie dell’indagato, avessero carattere di continuità e, quindi, assolutamente non incentivabili. Alla luce di tali considerazioni sia il PM titolare delle indagini, dott. Michele Ruggiero, che il GIP dott.ssa Anna Perrelli, concludevano con l’archiviazione ritenendo le memorie e i documenti prodotti dalla difesa “apprezzabili come conclusivamente convincenti”.