Tragedia nel Foggiano, autocarro si schianta contro guardrail: due morti e un ferito

È di due morti e un ferito il bilancio di un incidente stradale avvenuto all’alba sulla statale 16 tra Foggia e San Severo, al bivio di Ripalta. A quanto si è appreso, le vittime viaggiavano insieme ad una terza persona (che era probabilmente alla guida) a bordo di un autocarro che, a quanto si apprende, è uscito fuori strada impattando con il guardrail. Le vittime avevano 33 e 31 anni.

Il ferito è stato trasportato in ospedale dal 118. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco e i carabinieri che stanno accertando la dinamica.

Bari, due ragazzi morti in incidente stradale nel 2002: condanna definitiva per Andrea Godono

Dopo 22 anni dai fatti è diventata definitiva la condanna come corresponsabile civile di Andrea Godono nell’incidente stradale in cui, il 14 aprile 2002, persero la vita a Bari il 20enne Vincenzo Moretti, figlio del noto ortopedico e professore universitario barese Biagio, e la cugina di 19 anni Maria Esther Martino e un’altra ragazza rimase ferita.

La Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso della difesa di Godono, confermando la sentenza della Corte d’Appello di Bari del 24 novembre 2022 con cui l’uomo fu giudicato corresponsabile ai fini civili dell’incidente nella misura del 25%, condannandolo al risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili insieme alla compagnia assicurativa Sai. Già nel 2022 diventò definitiva la condanna a un anno e 9 mesi di reclusione, per omicidio colposo, nei confronti del cittadino albanese Rezeart Turku. L’incidente avvenne sul lungomare sud di Bari la sera del 14 aprile: la Ford Ka guidata da Godono, con a bordo le due vittime, si schiantò frontalmente con l’Alfa Romeo 164 di Turku che aveva invaso il senso di marcia opposto.

Entrambe le auto viaggiavano a oltre 70 chilometri orari in più rispetto al limite, Turku e Godono finirono a processo per omicidio colposo: il primo fu condannato sia in primo grado (2009) che in appello (2016), il secondo assolto in entrambe le occasioni. I familiari delle vittime, costituite parti civili e assistite dagli avvocati Roberto Eustachio Sisto, Italia Mendicini e Nicola De Fuoco dello Studio Fps di Bari, fecero dunque ricorso in Cassazione impugnando, per i soli interessi civili, l’assoluzione di Godono. E per questo nel 2017 la Suprema corte annullò con rinvio la sentenza di secondo grado. La nuova sentenza della Corte d’Appello di Bari del 2022 stabilì la corresponsabilità civile di Godono, che impugnò nuovamente la decisione in Cassazione. Il ricorso, dichiarato inammissibile come richiesto dagli avvocati delle parti civili, ha dunque reso definitiva anche questa condanna. Subito dopo l’incidente, la famiglia di Moretti creò la fondazione ‘Ciao Vinny’, da anni impegnata in attività di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale.

Tragedia sulla ss100, schianto auto-tir: Palagiano piange mamma Inna e il 12enne Alexander. Grave il papà

Sono Inna Pavlolva Aprilova, 41enne originaria della Bulgaria, e Alexander Pastore, di 12 anni, le vittime del tragico incidente avvenuto ieri sulla ss100 all’altezza dello svincolo per San Basilio. Mamma e figlio, residenti a Palagiano, si trovavano a bordo di una Kia Sportage che si è schiantata contro un tir guidato da un 24enne. Il padre, 37enne operaio della Leonardo di Grottaglie, è stato trasportato in condizioni critiche all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. È ricoverato nel reparto di ortopedia con fratture multiple e una forte contusione polmonare. Si trova in prognosi riservata. La figlia piccolanon era in macchina con loro. Restano ancora da chiarire le dinamiche dello schianto. Il piccolo Alexander giocava come portiere nell’under 12 nell’Asd Calcio Bari.

Carabinieri pugliesi morti nel Salernitano, si aggrava il bilancio delle vittime: muore il 75enne Cosimo Filantropia

È morto questa mattina anche il 75enne di Campagna (Salerno), Cosimo Filantropia, rimasto gravemente ferito nell’incidente stradale nel quale persero la vita i due carabinieri, il maresciallo Francesco Pastore e l’appuntato scelto Francesco Ferraro. Sale quindi a tre il bilancio delle vittime dell’incidente di otto giorni fa per il quale è indagata per omicidio stradale la 31enne di Campagna, Nancy Liliano, alla guida di un suv bianco. Al momento la salma del pensionato si trova, sotto sequestro, all’obitorio dell’ospedale di Battipaglia.

Carabinieri pugliesi morti, dimessa dall’ospedale la 31enne Nancy Liliano: attesa per l’esito dei test tossicologici

È stata dimessa ieri sera dall’ospedale di Oliveto Citra (Salerno), Nancy Liliano, la 31enne di Campagna, sempre nel Salernitano, accusata di omicidio stradale per aver provocato, sabato sera, l’incidente nel quale sono morti due carabinieri, il maresciallo Francesco Pastore, di 25 anni, e l’appuntato scelto dell’arma Francesco Ferraro, di 27 anni e nel quale sono anche rimasti feriti il maresciallo Paolo Volpe e un uomo di 75 anni. La giovane era ricoverata in ospedale insieme ad un’amica 18enne, con lei nel Suv al momento dello schianto. Ancora nessuna ufficialità arriva, invece, sui risultati dei test tossicologici di secondo livello compiuti sulla donna.

Tragedia a Salerno, due carabinieri pugliesi morti: indagata la 31enne Nancy Liliano per omicidio stradale

La Procura di Salerno contesta il reato di omicidio stradale alla donna di 31 anni, Nancy Liliano, ritenuta responsabile dell’incidente avvenuto nel Salernitano e costato la vita al maresciallo dei carabinieri Francesco Pastore, di 25 anni, e all’appuntato scelto dell’arma Francesco Ferraro, di 27 anni e nel quale è rimasto ferito il maresciallo Paolo Volpe, attualmente ricoverato in ospedale. La donna è rimasta coinvolta in passato in vicende di droga.

In particolare, era una delle 15 persone alle quali, nel giugno 2019, al culmine di un’indagine iniziata nel 2015, i carabinieri della Compagnia di Eboli (Salerno) notificarono altrettante misure cautelari, emesse dal gip su richiesta della Dda. Tra i reati contestati, a vario titolo, anche l’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. In manette finirono esponenti di spicco della famiglia malavitosa Del Giorno, della Piana del Sele, ritenuta dagli inquirenti in contatto con la ‘ndrangheta dalla quale acquistava la droga da rivendere. Nancy Lilliano decise di patteggiare la pena e venne condannata a tre anni di reclusione.