Nanuccio lascia la Psichiatria, trasferito in struttura. Il fratello: “Sta molto meglio”

La storia di Nanuccio è stata una di quelle che ha colpito maggiormente i nostri lettori. Viveva in una casa cantoniera sulla ferrovia tra Noicattaro e Torre a Mare in condizioni disumane, ma nonostante questo ogni volta che vedeva Antonio e Tino voleva dividere con loro i suo umile pasto. Dopo essere riusciti a fargli fare il trattamento sanitario obbligatorio in pochi minuti, riuscendo a conquistare la sua fiducia insieme alle amiche gattare, adesso è affidato ai fratelli che finalmente, dopo anni di lotte per il futuro di Nanunccio, sono riusciti ad ottenere un aiuto da parte delle istituzioni. Per questo motivo abbiamo deciso di farci da parte e di lasciare loro lo spazio per provvedere alla salute del fratello. Fino all’arrivo del messaggio di uno dei fratelli di Nanuccio che ha voluto farci sapere che al momento, dopo il ricovero in psichiatria, si trova in una struttura dedicata e che finalmente sta bene. Noi non possiamo che essere felici che la sua vita sia finalmente cambiata e rinnoviamo il nostro invito a tutti di donare un po’ di tempo alle persone in difficoltà. Un solo gesto potrebbe davvero cambiare il loro futuro.

 

Sedato, con la febbre a 40 e l’agocannula nel braccio: Nanuccio scappa dall’ospedale. Il direttore: “Succede”

Nanuccio, barcollante e con ancora l’ago cannula nel braccio, avrebbe chiesto di andare in bagno e si sarebbe calato dalla finestra. Da lì avrebbe poi raggiunto la fermata del bus numero 3 per dirigersi a Bari. Ha viaggiato collassato nel mezzo pubblico fino a quando non è stato riconosciuto da Biagio, un nostro lettore.

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Nanuccio vive come un topo nella casa-discarica: tutti lo cercano ma nessuno lo vede

La vita di Nanuccio, Gaetano all’anagrafe, negli ultimi 10 anni è piuttosto simile a quella di un topo. Secondo quello che siamo riusciti a sapere, avrebbe come tutore un familiare con tanto di delega a riscuotere la sua pensione. Nanuccio ha 57 anni, vive in un edificio abbandonato tra le campagne di Torre a Mare e Noicattaro, a due passi dalla ferrovia. Da quando ha lasciato l’abitazione dove continua ad avere la residenza, al quartiere San Paolo di Bari, si è sistemato nel rudere diventato discarica. A trovarlo, nonostante tante persone lo stiano cercando, sono state alcune gattare baresi. L’obiettivo era quello di salvare i mici, soprattutto i più piccoli, ma Nanuccio non consente loro di avvicinarsi. Tanto hanno cercato, che alla fine l’hanno trovato e ciò che si è presentata davanti ai loro occhi è una realtà disumana.

L’edificio era stato murato, ma Nanuccio ha ricavato un pericoloso pertugio da cui entrare e uscire. Con la scusa di dovergli ridare la patente, sequestrata anni fa per essere stato trovato in auto con una sostanza stupefacente, siamo riusciti a entrare nella discarica. Per terra, nella stanza che ha adibito a cucina ci sono i piatti con il latte e il cibo dei gatti, misti a pentole, padelle e teglie con i suoi pasti del giorno e gli avanzi dei giorni prima. Nanuccio è gentile, vorrebbe a tutti i costi offrirci un panino con la peperonata o una stecca di cioccolata. Il conato di vomito non è per le condizioni bestiali in cui lui vive con l’idea che lavarsi non è una cosa importante, ma dettato da ciò che abbiamo saputo, ma che non siamo riusciti a verificare del tutto. Nanuccio avrebbe problemi con l’alcol e la droga.

Nella zona lo conoscono tutti, ma quando c’è stato bisogno di trovarlo per alcune esigenze nessuno sapeva dove poterlo trovare. Nanuccio è lì, in attesa che qualcuno intervenga anche perché in diverse occasioni mettere a rischio la sua vita e importuna gli altri, soprattutto nel bus numero 12 che prende per raggiungere le zone di Bari che frequenta. A quanto pare nemmeno i familiari, anche quelli che ne gestiscono le risorse, sapevano dove fosse rintanato. Oggi tutti lo sanno e ci chiediamo come sia possibile tutto questo. È vero, bisogna voler essere aiutati, ma in questa storia i conti non tornano, in tutti i sensi.