Bari, tragedia a Poggiofranco: neonato trovato morto nella culla termica della chiesa San Giovanni Battista

Tragedia a Bari dove questa mattina un neonato è stato trovato morto nella culla termica, dotata di un sensore, situata nei pressi della Chiesa di San Giovanni Battista nel quartiere Poggiofranco. Secondo quanto riferito da Don Ruccia il neonato non ha mai dato segni di vita.

L’allarme collegato al sensore non è mai suonato e resta da capire se è perché la porta della stanza, che custodisce la culla, non sia stata chiusa o se il piccolo sia stato portato sul posto già morto. Sul caso indaga la Polizia. A scoprire il corpicino il titolare dell’agenzia funebre che si trovava sul posto per un funerale. Ha voluto mostrare la culla termica ad un suo collaboratore e ha trovato il neonato avvolto in una copertina celeste. Sul posto sono intervenuti la Scientifica e il 118, la dinamica resta tutta da chiarire. Possibile anche che il piccolo sia stato colpito da un malore. Solo un anno fa raccontavamo la storia a lieto fine della piccola Maria Grazia, trovata il 23 dicembre 2023 nella stessa culla termica.

Taranto, neonato abbandonato vicino ai bidoni: 25enne condannata a 2 anni. Escluso il tentato infanticidio

La 25enne georgiana, che il 12 agosto 2023 abbandonò il figlio neonato accanto ad alcuni cassonetti in via Pisanelli a Taranto, è stata condannata a 2 anni per abbandono di minore. Secondo i giudici non c’era la volontà di uccidere il piccolo e per questo non è stato riconosciuto il tentato infanticidio, come richiesto dalla Procura che invoca una pena di 4 anni.

Assistita dai legali, la donna ha spiegato di aver avuto paura di perdere il lavoro di badante presso la signora anziana che accudiva, a causa della nascita del piccolo. Il piccolo fu trovato da alcuni passanti, allertati dal pianto. Era rinchiuso in una busta, in cui è stato trovato un foro. “Per farlo respirare”, aveva asserito la donna in udienza. Versione ritenuta legittima dal giudice, che ha escluso l’accusa più grave di tentato infanticidio. La donna al momento è ospite di una comunità cittadina, che le presta assistenza nelle cure al figlio.

Odissea tra Ceglie Messapica, Brindisi e Lecce. Bimbo nasce prematuro in ambulanza: muore dopo 4 giorni di vita

Non ce l’ha fatta il bimbo nato prematuro in ambulanza a Ceglie Messapica e poi è stato trasportato al Perrino di Brindisi dove i medici dell’Unità di terapia intensiva neonatale lo avevano preso in carico. Qui neonato era stato intubato, ma subito era stato disposto il trasferimento a Lecce, visto che al Perrino sono stati sospesi i ricoveri dei neonati al di sotto delle 34 settimane.

Lo ha stabilito l’Asl di Brindisi più di un anno fa (luglio 2023) e non sono stati ancora presi provvedimenti dopo la comunicazione della decisione “temporanea”. Da Ceglie Messapica a Brindisi sono quasi 50 chilometri e il percorso ha una durata di 40 minuti. Le condizioni del piccolo erano apparse subito gravi, è deceduto ieri dopo quattro giorni di vita nell’ospedale Vito Fazzi di Lecce.

Odissea tra Ceglie Messapica, Brindisi e Lecce. Bimbo nasce prematuro in ambulanza: è grave

Un bimbo nato prematuro in ambulanza è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Il piccolo è venuto alla luce a Ceglie Messapica e poi è stato trasportato al Perrino di Brindisi dove i medici dell’Unità di terapia intensiva neonatale lo hanno preso in carico.

Il neonato è stato intubato, ma subito è stato disposto il trasferimento a Lecce, visto che al Perrino sono stati sospesi i ricoveri dei neonati al di sotto delle 34 settimane. Lo ha stabilito l’Asl di Brindisi più di un anno fa (luglio 2023), non sono stati ancora presi provvedimenti dopo la comunicazione dela decisione “temporanea”. Da Ceglie Messapica a Brindisi sono quasi 50 chilometri e il percorso ha una durata di 40 minuti. I familiari del neonato ora sono col fiato sospeso.

Policlinico Bari, nasce con grave malformazione respiratoria: operato neonato di 4 giorni. Sta bene

Un bambino nato con una grave difficoltà respiratoria causata da una malformazione congenita delle coane nasali è stato operato con successo al Policlinico di Bari a soli 4 giorni di vita, grazie all’intervento tempestivo e coordinato di un team multidisciplinare di specialisti.

Il piccolo, nato con atresia delle coane, una condizione che impedisce il normale passaggio dell’aria dalle cavità nasali alle vie respiratorie, si è trovato fin da subito in una situazione critica, che gli impediva di sopravvivere senza intervento immediato. Subito dopo la nascita, il neonato è stato intubato in neonatologia, diretta dal prof. Nicola Laforgia, per garantire la ventilazione e stabilizzare le sue condizioni. Il prof. Nicola Quaranta, direttore dell’unità operativa di otorinolaringoiatria del Policlinico di Bari, dopo un’attenta pianificazione con i neonatologi e con gli anestesisti per la gestione del problema anestesiologico, ha operato con il dott. Paolo Berardi il neonato.

“L’operazione è andata molto bene – spiega il prof. Quaranta – abbiamo ‘aperto’ le cavità nasali per metterle in comunicazione con il resto delle vie aeree, ripristinando così le normali funzioni di respirazione e deglutizione”.

“Grazie alla competenza dei nostri specialisti e a un approccio multidisciplinare possibile solo in un grande ospedale, un neonato che sarebbe stato trasferito fuori regione per l’intervento, è stato trattato a Bari, dov’è nato, e il Policlinico ha dimostrato ancora una volta la sua eccellenza nella gestione di casi complessi come questo”, aggiunge il direttore generale, Antonio Sanguedolce. Il piccolo dopo un periodo di osservazione post operatoria in neonatologia, assistito dai suoi genitori, è tornato a casa avendo recuperato le normali funzioni respiratorie.

Tragedia nel Leccese, neonato muore in culla: indagati due medici. L’ipotesi di una bronchite curata male

Ci sono due indagati nell’inchiesta della Procura di Lecce aperta sulla tragica morte del bimbo di due mesi trovato privo di vita in culla dai genitori a Campi Salentina lo scorso 14 febbraio. Sono il suo medico curante e il medico di turno presso il pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce che ha disposto le dimissioni poche ore prima della tragedia. Il neonato è rimasto soffocato poco dopo probabilmente dal suo stesso muco.

A lanciare l’allarme sono stati i genitori dopo aver trovato il piccolo privo di sensi. La giovane mamma ha preso il figlio e ha raggiunto l’abitazione di un medico di famiglia per chiedere aiuto, sul posto sono poi intervenute un’ambulanza e due auto mediche del 118. Le operazioni di rianimazione sono durate per circa un’ora, ma il cuore del piccolo ha smesso di battere. Sul posto sono poi intervenuti anche i Carabinieri. La vittima già da qualche giorno non stava bene per un raffreddore, tanto da essere andato in ospedale con i genitori per un consulto. Gli inquirenti dovranno stabilire l’operato dei due indagati e capire se le terapie e le cure siano state corrette e tempestive. L’ipotesi al vaglio è che il piccolo Francesco sia morto per una bronchite curata male.