Tragedia nel Leccese, bimbo di 2 mesi muore in culla: aperta inchiesta. Si indaga per omicidio colposo

La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta sulla morte del bimbo di due mesi trovato privo di vita in culla dai genitori a Campi Salentina. Il reato ipotizzato a carico di ignoti è quello di omicidio colposo, un passaggio necessario per effettuare l’autopsia sul corpo della piccola vittima. Il conferimento dell’incarico è previsto nella giornata di domani.

A lanciare l’allarme sono stati i genitori dopo aver trovato il piccolo privo di sensi. La giovane mamma ha preso il figlio e ha raggiunto l’abitazione di un medico di famiglia per chiedere aiuto, sul posto sono poi intervenute un’ambulanza e due auto mediche del 118. Le operazioni di rianimazione sono durate per circa un’ora, ma il cuore del piccolo ha smesso di battere. Sul posto sono poi intervenuti anche i Carabinieri. Il corpo del bambino è stato trasferito nella camera mortuaria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. La vittima già da qualche giorno non stava bene per un raffreddore, tanto da essere andato in ospedale con i genitori per un consulto. Potrebbe essersi soffocato con lo stesso suo muco.

Tragedia nel Leccese, bimbo di 2 mesi muore in culla: i medici hanno provato a rianimarlo per un’ora

Tragedia questa mattina a Campi Salentina dove un bimbo di 2 mesi è morto in culla. A lanciare l’allarme sono stati i genitori dopo aver trovato il piccolo privo di sensi. La giovane mamma ha preso il figlio e ha raggiunto l’abitazione di un medico di famiglia per chiedere aiuto, sul posto sono poi intervenute un’ambulanza e due auto mediche del 118. Le operazioni di rianimazione sono durate per circa un’ora, ma il cuore del piccolo ha smesso di battere. Sul posto sono poi intervenuti anche i Carabinieri. Il corpo del bambino è stato trasferito nella camera mortuaria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. La vittima già da qualche giorno non stava bene per un raffreddore, tanto da essere andato in ospedale con i genitori per un consulto. Potrebbe essersi soffocato con lo stesso suo muco.

Neonato di 20 giorni rischia la vita: volo d’urgenza dalla Puglia a Roma con l’aereo militare C-130J

Un neonato di 20 giorni in imminente pericolo di vita è stato trasportato ieri sera dalla provincia di Lecce all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma con un C-130J dell’aeronautica militare. Il piccolo era ricoverato all’ospedale Panico di Tricase dove le sue condizioni si erano aggravate. Il velivolo da trasporto della 46esima brigata aerea dell’aeronautica militare è partito con il bimbo dall’aeroporto militare di Lecce-Galatina ed è atterrato all’aeroporto militare di Pratica di Mare.

A richiedere il trasporto aereo d’urgenza è stato l’ufficio di gabinetto della prefettura di Lecce che ha coordinato l’acquisizione delle certificazioni necessarie e l’attivazione dell’operatività del volo in relazione alle documentate condizioni di pericolo in cui versava il neonato. Si è reso necessario l’utilizzo dello speciale velivolo C-130J, idoneo ad imbarcare direttamente l’ambulanza con a bordo la specifica strumentazione sanitaria per il trasferimento del piccolo paziente. Dopo lo sbarco a Roma l’ambulanza si è diretta verso l’ospedale pediatrico mentre il velivolo ha fatto ritorno alla base stanziale di Pisa.

Neonato abbandonato in una busta a Taranto, la mamma 23enne: “Avevo paura di perdere il lavoro”

“Ho avuto un momento di sbandamento e di disorientamento, provocato dalla paura di perdere il lavoro come badante”. Sono queste le parole pronunciate dalla 23enne georgiana che ha abbandonato il figlio Lorenzo appena nato davanti ad un cassonetto dei rifiuti a Taranto. La 23enne si trova in buone condizioni presso l’ospedale Santissima Annunziata, nello stesso ospedale si trova anche anche il piccolo. La giovane è indagata per abbandono di minore (rischia anche il carcere con l’accusa di tentato omicidio) e ora ha qualche giorno di tempo per decidere se riprendersi o meno suo figlio (poi scatta il procedimento di adottabilità come previsto dalla legge). La 23enne starebbe anche pensando di riconoscerlo nelle ultime ore.