Bari, gadget contraffatti della serie Netflix Squid Game. Blitz della Finanza: sequestrati 17mila prodotti

Circa 17mila gadget fra portachiavi di varie dimensioni, penne e maschere raffiguranti simboli e immagini riconducibili alla celebre serie televisiva sudcoreana ‘Squid Game’, contraffatti e non conformi agli standard di sicurezza richiesti per la commercializzazione in ambito comunitario, sono stati sequestrati dalla guardia di finanza di Bari nell’ambito delle attività in matateri di anticontraffazione.

Due cittadini cinesi sono stati denunciati. I prodotti erano pronti per essere messi in commercio in violazione della normativa a tutela del diritto d’autore e di quella che garantisce livelli di sicurezza minimi per la salute dei consumatori.

Le indagini sono state sviluppate attraverso l’analisi dei dati ottenuti incrociando le informazioni acquisite dalle pattuglie impiegate nelle attività di controllo economico del territorio con quelle ricavabili dalla consultazione delle banche dati.

L’illecita riproduzione, produzione e commercio di marchi e modelli registrati, ricordano le fiamme gialle in una nota, oltre a “costituire reato e a danneggiare il sistema Paese per le ingenti perdite di gettito fiscale prodotte dalla filiera del falso, alimenta a tutti gli effetti un meccanismo di concorrenza sleale nell’economia reale, nonché mina l’esistenza di un mercato competitivo ove gli operatori economici regolari hanno diritto di beneficiare di condizioni eque di concorrenza.

Il Sindaco di Trani a Netflix: “La prima avvocatessa italiana è Giustina Rocca fate una serie tv su di lei”

A Netflix “direi di pensare di fare una serie tv sulla vera prima donna avvocata: Giustina Rocca. Mi rendo conto che il dato dell’iscrizione all’ordine degli avvocati poteva essere per loro un punto di riferimento ma penso sia ancora più bello evidenziare che già nel Cinquecento una figura femminile aveva invaso una professione che, fino a quel momento, era di esclusiva prerogativa maschile. Netflix dovrebbe quindi fare una riflessione più profonda”. Lo ha detto il sindaco di Trani Amedeo Bottaro a margine della presentazione del progetto ‘Giustina Rocca’, promosso dalle associazioni Marluna Teatro e Miranfù Beebliocar, per valorizzare la figura ritenuta dal Comune come la prima donna avvocata della storia.

Il riferimento a Netflix è in particolare alla serie dedicata a Lidia Poët (1855 – 1949) definita dal colosso dello streaming la prima avvocata d’Italia e visibile da quasi due mesi. “Non poteva che essere di Trani la prima donna avvocata”, ha continuato il primo cittadino spiegando che “le tradizioni giuridiche della nostra città sono sotto gli occhi di tutti e ricordo che era l’unica corte di appello di Puglia ed era la terza in Italia per importanza”. “Il progetto – ha aggiunto – mira a restituire il giusto affermando che la prima donna avvocata non era di certo quella dell’Ottocento che era la prima iscritta all’ordine degli avvocati. Ordine che nel Cinquecento non esisteva”. Come spiega Enzo Covelli, co-organizzatore del progetto, “abbiamo in animo di fare tre cose: uno spettacolo dedicato a Giustina Rocca, una pubblicazione dedicata alla sua figura e un itinerario turistico gestito da una guida sui luoghi più importanti legati alla sua bibliografia. E per farlo abbiamo scelto lo strumento del crowdfunding: finanziarci dal basso e cercare di coinvolgere tutta la cittadinanza”. La prima donazione è arrivata dal sindaco che invita “tutte le associazioni e i cittadini a contribuire”.