Psichiatra uccisa a Bari, la Procura chiede la conferma delle due condanne: si torna in aula il 29 gennaio – I NOMI

La Procura generale di Bari ha chiesto la conferma della condanna a tre anni e sei mesi di reclusione, in primo grado, nei confronti dell’ex dg della Asl di Bari Domenico Colasanto, condannato nel 2021 per omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro per la morte della psichiatra barese Paola Labriola, uccisa da un paziente il 4 settembre 2013 con 57 coltellate nel centro di salute mentale di via Tenente Casale, nel quartiere Libertà di Bari.

Sollecitata anche la conferma della condanna a tre anni per l’ex funzionario della Asl Alberto Gallo, ritenuto responsabile della compilazione di un falso Dvr (Documento di valutazione dei rischi) della struttura in cui lavorava la psichiatra. I due, in primo grado, erano stati assolti dal reato di induzione indebita a dare o promettere utilità, Gallo anche da altre contestazioni di falso.

Nel corso della lunga udienza svoltasi oggi in corte d’Appello, Colasanto ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Il processo è stato rinviato al prossimo 29 gennaio per la discussione delle parti civili, del responsabile civile (la Asl) e delle difese degli imputati. Nella stessa data potrebbe arrivare la decisione.

Omicidio a Treviso, 50enne di Molfetta trovata senza vita: il presunto killer di Vincenza è fuggito in Sudamerica

Il killer di Vincenza Saracino, la 50enne originaria di Molfetta trovata morta in un casolare in via Maleviste a Canizzano, vicino Treviso dove viveva con la figlia e il marito, è stato individuato. Si tratta di un 50enne sudamericano che ha lasciato l’Italia dopo l’omicidio.

Gli investigatori sono sulle sue tracce, possibile che si sia rifugiato proprio in un paese del Sudamerica. Potrebbe essere firmato un mandato di cattura internazionale, al momento è escluso il delitto per rapina e per motivi passionali. La vittima conosceva il suo killer.

Omicidio-suicidio a Bari, spara alla moglie e si toglie la vita: lunedì le autopsie sui corpi di Giovanni e Grazia

Saranno effettuate lunedì prossimo le autopsie sui corpi di Giovanni Buzzotta di 84 anni, e Grazia Franco di 83 anni, i coniugi trovati morti ieri in un appartamento di via Lucarelli a Bari.

Sarebbe stato l’83enne a sparare con una pistola contro la moglie, gravemente malata, per poi togliersi la vita. Gli accertamenti autoptici saranno eseguiti da Biagio Solarino dell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari. Secondo quanto ricostruito finora, l’84enne avrebbe premuto il grilletto colpendo la moglie che è morta sul colpo. Dopo pochi istanti si sarebbe suicidato. A trovare i due cadaveri è stato il figlio della coppia che ha chiamato i soccorsi. Sull’accaduto indagano i carabinieri.

Omicidio-suicidio a Bari, 84enne spara alla moglie allettata e si toglie la vita: arma sequestrata. I dubbi sulla tragedia

Torniamo ad occuparci della tragedia avvenuta ieri pomeriggio in via Lucarelli a Bari dove un uomo di 84 anni ha ucciso con un colpo di pistola la moglie 83enne per poi togliersi la vita con la stessa arma. Secondo quanto emerso, pare che l’anziana fosse malata e costretta a letto.

Indagano sull’accaduto i carabinieri che hanno trovato e sequestrato l’arma. A trovare i due cadaveri che erano nella camera da letto dell’appartamento di via Lucarelli è stato il figlio della coppia. L’uomo tornato a casa ha chiamato i genitori senza ricevere risposta. Ha raggiunto la stanza da letto e si è trovato davanti ai corpi senza vita del padre e della madre. È stato lui a chiamare il 112 e il 118. All’arrivo, però, il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatare il decesso dei due anziani.

I coniugi sono stati trovati insieme evidentemente perché l’uomo aveva stabilito il da farsi, a quanto pare non è stato un gesto improvviso. Le condizioni della donna allettata erano gravissime, mentre l’84enne era invalido al cento per cento. Non si comprende come sia stato possibile per lui, invalido totale, avere un regolare porto d’armi una pistola e un fucile.

Bari, omicidio Capriati a Japigia: chiesto l’ergastolo con isolamento diurno per Domenico Monti e Ignazio Larizzi

Il pm antimafia Federico Perrone Capano ha chiesto l’ergastolo con isolamento diurno per Domenico Monti e Ignazio Larizzi, con l’accusa di essere rispettivamente l’esecutore materiale e il mandante dell’omicidio di Mimmo Capriati. Il 21 novembre 2018 il boss fu sorpreso alle spalle nei pressi della sua abitazione in via Archimede e fu raggiunto da tre colpi di mitra. Morì il giorno dopo in ospedale.

Il 3 febbraio del 2021 furono arrestati Domenico Monti, Ignazio Larizzi e Christian De Tullio (scarcerato e assolto un anno dopo). Ieri pomeriggio si è celebrata l’udienza dinanzi alla Corte d’Assise a Bari e dopo 8 ore di requisitoria il pm ha avanzato la sua richiesta di condanna. Sono stati anche mostrati alcuni disegni realizzati da un condomino, conoscente della vittima, che riproducono l’agguato e che sono stati fondamentali nel corso delle indagini, così come le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.

Domenico Monti, detto Mimmo u biund, è stato uno storico affiliato al clan Capriati ma i rapporti con il boss Mimmo erano da tempo deteriorati. La vittima era uscita da poco dal carcere dove, in regime di 41 bis, aveva scontato 16 anni di reclusione. La sentenza è attesa il 27 settembre prossimo, il 19 saranno ascoltate le difese e sarà dato spazio alle repliche della Dda.

Omicidio a Treviso, 50enne di Molfetta trovata senza vita in un casolare: profonda ferita al collo

Il cadavere di una donna, è stato trovato in un casolare a Preganziol. Secondo quanto si è appreso da fonti vicine gli inquirenti, la donna sarebbe stata uccisa a coltellate. Si tratta di Vincenza Saracino, 50enne originaria di Molfetta, la cui scomparsa era stata denunciata ieri dai familiari alle forze dell’ordine.

La prefettura di Treviso, proprio oggi, aveva trasmesso un comunicato di scomparsa riferendo che la donna si era allontanata dal luogo di lavoro, a Preganziol, ieri pomeriggio alle 17 con una city bike elettrica di colore azzurro con cestino e portapacchi di colore nero, facendo perdere le tracce. L’ultimo avvistamento segnalato alle forze dell’ordine era stato nei pressi di un supermercato nella zona, laterale alla strada Terraglio, intorno alle 17.30.