Bari, confessioni e consulenze spirituali online. Don Luca De Muro si difende: “Tutto falso mai ricevuto soldi”

“Un programma televisivo ha fatto riferimento a un mio intervento su una piattaforma online, lasciando intendere che si trattasse di una confessione a pagamento. Questo non corrisponde alla realtà dei fatti perché non ho mai confessato nessuno online, né ho mai ricevuto denaro per alcuna attività legata ai sacramenti o ad altro”.

Lo scrive in un post pubblicato sui social, don Luca De Muro, il parroco della chiesa del Redentore di Bari in riferimento a quanto raccontato da un servizio della trasmissione ‘Fuori dal Coro’, sui preti italiani che, utilizzando la piattaforma americana, venderebbero sacramenti (come la confessione) e consulenze spirituali dietro il pagamento di somme in denaro.

“Nell’occasione messa in rilievo dalla trasmissione – la prima e unica – ho accettato di parlare con una persona che sembrava avere un bisogno spirituale, convinto di poter essere di aiuto”, continua il sacerdote spiegando che “l’ho fatto pensando a chi, per timidezza o vergogna, non riesce ad affrontare certi temi di persona”.

“Ho sottovalutato le implicazioni di questa scelta”, ma “appena mi sono accorto delle modalità con cui funzionava la piattaforma, ho subito ritirato la mia disponibilità”, aggiunge. “Mi dispiace sinceramente per quanti sono rimasti turbati da questa vicenda – continua- non era mia intenzione ferire nessuno. Chi mi conosce sa che ho sempre vissuto questo ministero come un dono”. ”

Sto vivendo una situazione che mi mette alla prova – conclude -. Ringrazio la comunità del Redentore per la fiducia, la vicinanza e il sostegno che non è mai mancato. Camminiamo insieme, anche in questo momento”.

Restituito stemma araldico alla città di Bisceglie, fu rubato mezzo secolo fa: era in vendita online

Uno stemma araldico rubato mezzo secolo fa e restituito oggi alla città di Bisceglie, nel nord Barese. Una testimonianza storica ritrovata grazie alle indagini dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bari che l’hanno rintracciata su una piattaforma di vendita on line e che sono riusciti a ricostruire come dalla Puglia, sia passata dalla Toscana per poi finire nella disponibilità di un antiquario della provincia di Trento.

Così, un antico stemma araldico in marmo bianco risalente al XVIII secolo è tornato a casa dopo lunghe indagini coordinate dalla Procura di Trani.
Sul web, i militari si sono imbattuti in un annuncio relativo alla vendita di uno “stemma in marmo bianco di Toscana con insegna nobiliare, attribuito a una importante famiglia fiorentina del Settecento, a causa della presenza di gigli”, riferiscono gli investigatori spiegando che a portare lo stemma nel Fiorentino sarebbe stato un farmacista che così, ne avrebbe dissimulato l’origine pugliese.

I carabinieri hanno anche documentato “la presenza in una casa di una famiglia fiorentina dello stemma dalla fine degli anni Settanta”. Sulla piattaforma di e – commerce era stata pubblicata l’immagine assieme all’annuncio di vendita che “era sovrapponibile a quella riprodotta su una fotografia fornita da un noto ricercatore biscegliese esperto in materia che aveva pubblicato, la notizia del furto”.

Attraverso l’analisi di quanto archiviato nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dall’Arma è stato possibile accertare che “lo stemma marmoreo in vendita on-line proveniva effettivamente dall’antico palazzo di via Perotti di Bisceglie – precisano gli investigatori – ed era in possesso di un antiquario della provincia di Trento”.

L’uomo non risponde di alcun reato in quanto avrebbe lecitamente acquistato dalla casa di asta fiorentina lo stemma. E anche a carico della casa d’asta non è ravvisabile alcun reato in quanto prescritto. “L’Autorità giudiziaria di Trani ha disposto la confisca e l’assegnazione del bene storico-artistico alla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Bat e Foggia, che ha autorizzato la consegna al museo diocesano di Bisceglie”, concludono i carabinieri.

Mense scolastiche a Bari, slitta l’avvio. Petizione dei genitori al sindaco Leccese: “Soluzione ponte per i nostri figli”

Una petizione online su Change dopo lo slittamento della partenza del servizio mensa per le scuole baresi appartenenti al primo lotto, prevista oggi 7 ottobre. Il destinatario è il sindaco di Bari, Vito Leccese, circa 4500 le famiglie coinvolte preoccupate per l’evolversi della situazione. Sono oltre 900 le firme raccolte in poco tempo.

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