Brindisi, l’operaio 46enne Vincenzo Valente muore in zuccherificio: due indagati per omicidio colposo

Sono due gli indagati nell’inchiesta per la morte del 46enne Vincenzo Valente, l’operaio deceduto nella notte tra venerdì e sabato scorsi in uno zuccherificio a Brindisi in seguito ad un incidente sul lavoro. Sono accusati di omicidio colposo aggravato, commesso in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, Stefano Morelli, 44 anni titolare dell’azienda Sedec di cui Valente era dipendente, e Riccardo Casoni, 57 anni, direttore dello zuccherificio.

Valente, originario di Latiano in provincia di Brindisi, nella notte tra venerdì e sabato era impegnato in alcune attività di manutenzione quando, per cause in via di accertamento, il nastro gli avrebbe tranciato un braccio, provocando una grave emorragia. Le indagini sono condotte dallo Spesal e dalla Polizia, ed era già stato eseguito il sequestro preventivo dell’area dell’incidente. La salma dell’operaio è ancora a disposizione della procura di Brindisi. Nel giorno dei funerali come ha già annunciato il sindaco di Latiano Mino Maiorano, sarà proclamato il lutto cittadino.

Gallipoli, masso sfonda il cranio a operaio durante lavori edili: è grave

Un operaio di 27 anni è rimasto gravemente ferito mentre stava lavorando su una impalcatura all’interno del residence Le Fontanelle, sul lungomare Marconi a Gallipoli. Secondo la ricostruzione dell’accaduto, un pezzo di cornicione si è staccato da un palazzo e lo ha colpito alla testa. L’operaio indossava il casco ma nell’impatto avrebbe subito la frattura della teca cranica. Il 27enne è stato soccorso dal personale del 118 e trasportato all’ospedale di Lecce in codice rosso.

Foggia, operaio morto per esposizione all’amianto. Condannata Rfi: risarcimento di 200mila euro agli eredi

La corte d’appello di Roma, confermando la sentenza di primo grado, ha condannato Rfi-Rete ferroviaria Italia a risarcire gli eredi di un ferroviere foggiano morto nel 2009 all’età di 68 anni a causa di un mesotelioma sviluppato per esposizione all’amianto durante la sua attività lavorativa svolta presso le officine grandi riparazioni di Foggia.

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