Tolte le etichette dai cartoni, truffa senza fine: la signora delle orecchiette paura non ha

Tutto è tornato come prima. Siamo tornati a rovistare nei cassonetti nella zona di Barivecchia e il modus operandi delle signore delle orecchiette sembra non essere cambiato.

Al netto della solita mancata raccolta differenziata, ora hanno iniziato a staccare l’etichetta dal cartone per non risalire alla nuova azienda che le fornisce, anche se qualcuna distratta non lo fa.

Noi non ci rassegniamo e certamente non ci siamo fatti sfuggire l’occasione per tornare a parlare della truffa delle orecchiette. Nel video allegato gli aggiornamenti.

Truffa delle orecchiette, la Finanza a Barivecchia. Le “padrone” dell’Arco Basso: “Ci hai rovinato”

Siamo tornati a Barivecchia e all’Arco Basso, nella strada delle orecchiette, per parlare del blitz effettuato dalla Guardia di Finanza. Pare che sia stato trovato un quantitativo elevato di orecchiette industriali sui banchetti, c’è chi ha continuato a venderle nonostante il polverone mediatico nazionale alzato nelle scorse settimane.

Abbiamo provato ad avere conferme sul posto direttamente dalle signore delle orecchiette e l’accoglienza ovviamente non è stata delle migliori. L’aria è tesissima. Nel video allegato tutti i dettagli.

Truffa delle orecchiette, Home Restaurant Hotel non molla: denuncia del CEO Campolo contro il Bari calcio e i NAS

Gaetano Campolo, CEO della piattaforma Home Restaurant Hotel, torna a parlare della cosiddetta “Truffa delle Orecchiette” e critica aspramente l’ultima trovata pubblicitaria che vede protagonista Nicola Bellomo, numero 10 del Bari Calcio, in un noto negozio abusivo a Bari Vecchia, situato ad Arco Basso. Il punto vendita, gestito da Nunzia Caputo, è da tempo al centro di indagini della Procura di Bari per la vendita di orecchiette spacciate come fatte a mano, ma in realtà di produzione industriale.

Campolo evidenzia come, dopo l’appoggio di politici e VIP, ora anche il Bari Calcio si trovi coinvolto in questa operazione di marketing, che sembra avere come unico obiettivo quello di confondere ulteriormente l’opinione pubblica e aumentare la popolarità della signora Caputo. Da oltre vent’anni, secondo quanto denunciato da diverse segnalazioni, lei e altre “pastaie” vendono prodotti industriali facendoli passare per artigianali, inscenando finte preparazioni su suolo pubblico e allestendo banchetti per attirare turisti e acquirenti ignari.

Ricapitolando Gaetano Campolo, CEO della piattaforma Home Restaurant Hotel, è intervenuto nella vicenda della “Truffa delle Orecchiette” dopo che un servizio di Mi Manda Rai Tre aveva diffuso un’informazione fuorviante, facendo credere che il problema a Bari Vecchia fosse l’attività di home restaurant di Nunzia Caputo. Campolo ha prontamente smontato questa narrazione con le sue denunce, dimostrando che Nunzia Caputo non è un home restaurant, bensì una venditrice abusiva che opera su suolo pubblico senza alcuna autorizzazione.

L’attività della Caputo e delle altre pastaie di Arco Basso non ha nulla a che vedere con il concetto di home restaurant, che si svolge in un contesto privato e regolamentato, mentre nel loro caso si tratta di vendita illegale di prodotti industriali spacciati per artigianali, con tanto di inscenate dimostrazioni per attirare turisti e clienti ignari. Campolo ha evidenziato come il servizio della Rai abbia contribuito a creare confusione nell’opinione pubblica, spostando l’attenzione su un fenomeno che non esiste, mentre la vera irregolarità è sotto gli occhi di tutti: banchetti abusivi su strada, orecchiette industriali vendute come fatte a mano e nessun controllo da parte delle autorità competenti.

Un aspetto ancora più controverso della vicenda è il ruolo della Molino Casillo, che da un lato promuove l’attività illegale di Nunzia Caputo e dall’altro è anche sponsor ufficiale del Bari Calcio. Questo legame evidenzia una strategia di marketing che avvantaggia entrambe le parti, con la squadra biancorossa che, attraverso testimonial come Nicola Bellomo, sembra contribuire a rafforzare l’immagine di una realtà illegale già sotto indagine. Campolo sottolinea come questa sinergia tra Bari Calcio, Molino Casillo e Nunzia Caputo rappresenti un’operazione studiata per legittimare una vendita che viola le normative igienico-sanitarie e commerciali, mentre altre attività regolari devono sottostare a regole rigide e le Lobby di Bari sia Fipe che Confcommercio si sono poste a tutela delle pastaie ignorando i propri associati.

Uno degli aspetti più inquietanti della vicenda, sottolinea Campolo, è l’assenza di controlli da parte dei NAS dei Carabinieri. Nonostante l’attività si svolga apertamente su strada pubblica, senza alcuna autorizzazione sanitaria, i NAS non sono mai intervenuti per verificare le condizioni igienico-sanitarie e la regolarità delle vendite. Un paradosso se si considera, afferma Campolo, che i NAS hanno invece provato a effettuare controlli in alcuni home restaurant, senza successo, in comuni come Passignano sul Trasimeno e in Provincia di Torino. Qui, operando in abitazioni private, tali verifiche richiederebbero un mandato, evidenziando così una disparità di trattamento che solleva interrogativi sulla coerenza delle azioni delle autorità.

Campolo ribadisce che la questione non è solo commerciale ma anche di sicurezza alimentare. Se da un lato l’home restaurant, operando in un contesto privato, deve rispettare normative e regolamenti imposti dalla Costituzione, dall’altro la vendita su suolo pubblico di prodotti alimentari di dubbia provenienza sembra godere di una preoccupante impunità.

Il CEO di Home Restaurant Hotel si chiede dunque per quale motivo le istituzioni non intervengano per mettere fine a questa situazione, mentre realtà innovative e perfettamente legali come gli home restaurant continuano a essere oggetto di ccontrolli incostituzionali che si perdono nel nulla allarmando chi pratica Home Restaurant addirittura come nel caso di Passignano sul Trasimeno, i Nas dei carabinieri hanno provato a violare l’inviolabilità del domicilio privato tutelato dalla Costituzione Italiana.

Campolo invita infine le autorità a intervenire con maggiore equità, ponendo fine a questa anomalia e garantendo ai consumatori trasparenza e sicurezza, affinché la tradizione gastronomica non diventi un pretesto per inganni e operazioni di marketing fuorvianti.

DI SEGUITO LA NOTA DEL LEGALE DI NICOLO BELLOMO

Spettabile REDAZIONE, ho ricevuto mandato dal sig. Nicola Bellomo di impugnare, contestare e, conseguentemente, ai sensi della normativa richiamata in oggetto, acchè provvediate alla immediata rettifica di talune sezioni che compongono la narrativa di un articolo edito sulla Vostra pagina internet il 07.03.25, dal titolo “Truffa delle Orecchiette: Gaetano Campolo Denuncia il Coinvolgimento del Bari Calcio e l’Inazione dei NAS” con dichiarazioni rilasciate dal CEO della nota società Home Restaurant Hotel apprezzabili, per quel che riguarda la posizione del mio assistito, solo per il loro contenuto allusivo e diffamatorio, giacché sfornite del benché minimo supporto probatorio.

Le considerazioni calunniose e diffamatorie che il sig. Campolo ha espresso con riguardo alla posizione del mio assistito rinvengono da una fotografia che ritrae la sig.ra Nunzia Caputo ed il predetto Nicola Bellomo, abbracciati nel locale occupato dalla prima. Detta fotografia compare anche sul sito della società di cui il sig. Campolo è il CEO (vedasi: https://www.homerestauranthotel.com/attualita/truffa-delle-orecchiette-gaetano-campolo-denuncia- il-coinvolgimento-del-bari-calcio-e-linazione-dei-nas/). Ebbene, da ciò il sig. Campolo ne ha inferito per una ipotizzata (e ripetiamo, non dimostrata) attività di sponsorizzazione che il sig. Bellomo Nicola (il cc.dd. testimonial) avrebbe consapevolmente prestato a beneficio della attività svolta dalla sig.ra Cutolo. E’ quindi necessario chiarire che il sig. Bellomo Nicola, nato nel Borgo Antico di Bari conosce la sig.ra “Nunzia” sin da quando era bambino; la foto in questione è viceversa inquadrabile nel normale rapporto di affetto umano tra persone che non solo hanno una conoscenza trentennale ma che, nel caso di specie, si innerva nella passione calcistica della sig.ra Nunzia verso il Bari Calcio e, per l’effetto, dei suoi calciatori; categoria questa alla quale, nell’attualità, appartiene il sig. Bellomo. E’ pertanto solo nei predetti ambiti (di affetto umano e tifo sportivo) che la fotografia in questione deve essere interpretata”.

Barivecchia, orecchiette industriali spacciate per artigianali. La Procura apre un’inchiesta: s’indaga per truffa

La Procura di Bari ha aperto un’indagine per truffa dopo l’esposto sulle orecchiette industriali spacciate come artigianali vendute a Bari Vecchia, nell’ormai famosa strada Arco Basso, la cosiddetta ‘via delle orecchiette’ meta di turisti provenienti da ogni parte del mondo.

Lo riferisce l’edizione di Bari de La Repubblica. A firmare l’esposto è stato Gaetano Scampolo, ceo di Home Restaurant Hotel, un portale che dal 2019 riunisce attività di social eating.

È stato lui a chiedere formalmente di indagare sul caso della pasta fresca che, almeno sino a novembre, prima cioè che scoppiassero le polemiche, non sarebbe stata prodotta dalle pastaie della città vecchia ma sarebbe stata di produzione artigianale. Campolo, a novembre, aveva incontrato le pastaie di strada Arco Basso, tra le quali Nunzia Caputo, discutendo delle possibili soluzioni per regolarizzare la propria attività.

E proprio in quell’occasione – scrive il quotidiano – girò un video, allegato all’esposto, che dimostrerebbe il possesso da parte di almeno una delle pastaie di confezioni di orecchiette industriali. A sollevare sospetti sull’autenticità del prodotto sono anche i cartoni, ritrovati nei cassonetti della vicina piazza Massari, spediti da un pastificio di Altamura e contenenti confezioni di orecchiette tricolori destinate ad una società che ha sede proprio nelle strade delle orecchiette.

Questo alla base della denuncia presentata e dell’inchiesta aperta dalla Procura, esattamente quello che noi denunciamo da svariati anni. Nessuno ha mai contestato la tradizione caratteristica della città vecchia. La notizia dell’apertura del fascicolo arriva pochi giorni dopo dall’annuncio di Nunzia Caputo, la regina delle orecchiette dell’Arco Basso, dell’apertura del suo store (fisico e online).

Antonio alla regina di Bari: “Complimenti ci hai trombati tutti”. Nunzia: “Chiamo i vigili vai via”

Torniamo ad occuparci delle orecchiette di Barivecchia e della sua regina, Nunzia Caputo. Sui social ha pubblicato un video in cui documenta l’apertura del suo “store” all’Arco Basso (con tanto di merchandising e spedizioni online). Dopo l’inchiesta spopolata in tutto il mondo, ci siamo presentati sul posto per festeggiare questo traguardo.

L’accoglienza però non è stata delle migliori, siamo stati invitati ad andare via e siamo stati cacciati, seppure volevamo complimentarci con Nunzia per come ci ha trombati con la complicità delle Istituzioni.

Antonio bacia l’agguerrita pastaia. L’assessore: “Chi non si regolarizza ne paga le conseguenze”

Si è tenuto oggi, negli spazi di Porta Futuro Bari, a partire dalle ore 9 il corso gratuito per la sicurezza alimentare rivolto alle pastaie di Bari Vecchia che intendono regolarizzare la propria attività di produzione e vendita di pasta fatta in casa. Noi di Quinto Potere ovviamente non potevamo mancare e non ci siamo fatti sfuggire l’occasione. E questa volta l’atmosfera è sicuramente diversa, così come l’accoglienza a noi riservata.

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Truffa delle orecchiette, domani il corso HACCP di 4 ore per le pastaie di Barivecchia: pronte a diventare OSA

I prossimi passi del percorso prevedono l’accompagnamento delle pastaie agli adempimenti giuridici e fiscali necessari per diventare OSA (Operatrici per la somministrazione di alimenti) per l’immissione sul mercato e la somministrazione di alimenti presso locali utilizzati principalmente come abitazione privata.

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