Dopo il miracoloso ritrovamento di Rosalia De Giosa, dispersa per 27 ore tra le macerie, è il momento di accertare le responsabilità del crollo del palazzo di via De Amicis. La Procura di Bari ha aperto un fascicolo contro ignoti per crollo colposo e le indagini sono state avviate immediatamente dopo il tragico episodio, con l’ascolto dei primi testimoni, i rilievi e l’acquisizione della documentazione.
L’area resta presidiata dalle Forze dell’Ordine e sotto sequestro, sono anche comprese le tre palazzine adiacenti e vicine sgomberate in seguito al crollo. C’è anche chi ha cercato di intrufolarsi, ma è stato fermato.
I riflettori sono al momento puntati sulla ditta Dell’Aera Costruzioni di Casamassima, appaltatrice dei lavori di ristrutturazione avviati pochi giorni fa e sui contratti stipulati con l’amministratore di condominio per un totale di 570mila euro.
L’ordinanza di sgombero è stata firmata il 24 febbraio dall’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro. “Da un punto di vista amministrativo la pratica è stata fatta regolarmente. L’ordinanza del febbraio 2024 dava 7 giorni di tempo per puntellare e mettere sicurezza, il 29 febbraio era stato accertato che il palazzo era stato puntellato, recintato ed era stato inibito l’accesso alle persone”, ha detto ai nostri microfoni il dirigente del Comune di Bari, Davide Pellegrino.
Il Comune, in una nota, ha rimarcato che è stata determinata l’emissione di una ordinanza contingibile e urgente di sgombero firmata il 24 febbraio dell’anno scorso. In questo caso, come in quelli analoghi, il Comune dichiara l’immobile inagibile, diffida i proprietari allo sgombero e gli intima di mettere in sicurezza l’edificio entro un termine brevissimo. Il tecnico incaricato dal condominio certificò che i lavori di messa in sicurezza erano stati effettuati a 5 giorni dall’emissione dell’ordinanza e che l’immobile recintato era stato sgomberato.
Risale invece a qualche giorno fa l’avvio dei lavori di riqualificazione. “Quello che è successo è che il palazzo è crollato dopo l’inizio dei lavori di ristrutturazione, il che fa pensare che questi lavori non siano stati fatti a regola d’arte. Ma questo lo vedranno i tecnici. C’è un nesso di causalità da verificare. Il palazzo era stato puntellato in sicurezza”, il pensiero di Pellegrino. Il pm così disporrà con ogni probabilità una consulenza tecnica. Bisognerà chiarire anche perché c’era gente che ancora abitava nello stabile nonostante il divieto e se gli accessi frequenti di cui parlano i testimoni siano stati autorizzati.