Bari, spaccio di stupefacenti a Japigia e Mola: in carcere 21 persone vicine al clan Palermiti – NOMI E VIDEO

Nelle prime ore della mattinata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Bari Centro hanno dato esecuzione a 21 ordini di carcerazione (di cui 6 con pena sospesa) emessi dalla locale Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello, nei confronti di altrettante persone colpite da sentenze definitive di condanna per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e/o detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

+++ IL VIDEO DELL’OPERAZIONE SUL CANALE TELEGRAM +++

Le condanne scaturiscono dall’indagine denominata “Astra” condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia tra gli anni 2016-2018 e coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, che ha consentito di accertare l’esistenza di un’associazione finalizzata al traffico di droga, contigua al noto clan Palermiti, operante nel quartiere Japigia e nel sud-est del capoluogo nonché nel comune di Mola di Bari.

Le articolate attività tecniche e dinamiche hanno consentito di ricostruire la struttura dell’organizzazione, dotata di una fitta rete di pusher, molteplici canali di approvvigionamento, speciali tecniche di occultamento di droga e denaro, estesasi al punto da operare anche in più comuni della provincia, con particolare riferimento a Mola di Bari, ove era stata aperta una vera e propria succursale. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati 41 kg di hashish, 19 kg di marijuana, 1,5 kg di cocaina nonché 1 mitraglietta Skorpion.

Le risultanze investigative hanno portato nella fase delle indagini preliminari all’emissione di 36 misure cautelari da parte del GIP di Bari, eseguite dai Carabinieri nel maggio 2021, una delle quali compiuta in Albania attraverso l’ausilio del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP).

Le pene inflitte con gli odierni provvedimenti oscillano tra gli otto mesi e i diciotto anni di reclusione, per un totale di 148 anni di carcere.

Elenco condanne

  1. Martiradonna Emanuel, nato a Bari, 03.12.1997 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 10 mesi 7 giorni 5 di reclusione) art. 73 c. 1-4-5-6 dpr 309/90 art. 81 c.p., art. 337 c.p., art. 74 c.2-3-4 dpr. 309/90 art. 81 c.p.;
  2. Carrassi Andrea, nato a Bari, 16.05.1992 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 8 mesi 5 giorni 27 di reclusione) art. 73 c.1-4-5-6 e art.74 c.2-3-4 dpr. 309/90;
  3. Cassano Giacomo, nato a Bari, 23.06.1972 (ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 5, mesi 5 giorni 25 di reclusione) art. 74 c.2-3-4, art. 73 c. 1-6 dpr. 309/90 e art. 81 c.p.;
  4. Abbaticchio Michele, nato a Bari, 03.08.1997 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 7, mesi 6 giorni 17 di reclusione) art. 624 – 625 c. 2 c.p., art. 73 c.1-4-5-6 dpr 309/90 e art. 110 c.p., art. 74 c. 2-3-4;
  5. Bellantuono Michele, nato a Conversano, 25.08.1995 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 10, mesi 6 giorni 24 di reclusione) art. 73 c. 1-4-5-6 dpr. 309/90 art. 110 c.p., art. 337 e art. 110 c.p. e art. 61 c.p., art. 582 c.p.  art. 110 c.p. art. 81 c.p. e art. 61 c.2 c.p., art. 2 legge 895/1967 e art. 648 c.p. art. 110 c.p., art. 74 c. 2-3-4 dpr 309/90;
  6. Genco Giovanni, nato a Conversano, 12.05.1995 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 6 mesi 4 di reclusione) art. 73 c.1-4-5-6 art. 110 c.p., art. 74 c.2-3-4 dpr 309/90;
  7. Esposito Ciro, nato a Bari, 14.01.1977 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 14, mesi 6 giorni 10 di reclusione) art. 648 c.p., art. 477 c.p., art. 482 c.p. art. 110 c.p., art. 337 c.p., art. 73 dpr. 309/90 e art. 81 c.2 c.p., 416 bis c.1-3-4-5-8 c.p.;
  8. Pepe Renato, nato a Bari, 25.11.1983 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 12 mesi 4 giorni 21 di reclusione) art. 73 c.4-5 dpr.309/90 art. 81 e 110 c.p., art. 75 c.2 dlgs 159/2011, art. 640 c.p., art. 74 c.2 dpr. 309/90 ;
  9. martiradonna giuseppe, nato a bari, 14.01.1987 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 18, giorni 29 di reclusione) art. 73 c.5 dpr.309/90, art. 374 bis c.p., art. 482 c.p. art, 476 c.p.,              art. 628 c.1 -3 n.3 c.p., art. 612 bis c. 1-4 c.p., art. 74 c.1-3-4 dpr. 309/90, art. 73 c.1-4-6 dpr.309/90;
  10. Martiradonna Michele, nato a Bari, 17.10.1992 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 5 di reclusione) art. 73 c.1-5-6 d.p.r. 309/90, art. 74 c.2-3-4 dpr. 309/90;
  11. Bottalico Vito Ivan, nato a Bari, 27.12.1998 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 7, mesi 8, giorni 17 di reclusione) art. 73 c.1-4-6 dpr.309/90 e art. 110 c.p., art.337 c.p., art. 74 c.2-3-4 dpr.309/90;
  12. Vaccarelli Alessandro Nicola, nato a Mola di Bari, 16.01.1991 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 8 mesi 7 giorni 20 di reclusione) art. 582- 585 e 110 c.p., art. 629 c.p. e art. 81 c.2 c.p., art. 316 ter c.p. e art. 110 c.p., art. 483 c.p., art. 385 c.p., art. 74 c.2-3-4 dpr. 309/90, art. 73 c.1-4-6 dpr. 309/90;
  13. cirulli michele, nato a bari, 05.02.1980 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 2, mesi 6 giorni 12 di reclusione) art.648 c.p. art. 55c.9 del dlgs 231/2007 art. 81 c.2 c.p., art. 73 c.1-4-6 dpr. 309/90;
  14. Loprino Francesco, nato a Bari, 11.03.1963 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 12 giorni 13 di reclusione) art. 73 c.1 bis-4-5 dpr. 309/90 art. 81 c.p. e art. 110 c.p.;
  15. soloperto massimiliano, nato a bari, 03.04.1974 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione per la carcerazione per anni 9 mesi 5 di reclusione) art. 648 c.p. art. 485 c.p. art. 73 c.1-6 dpr 309/90 art. 81 e 110 c.p., art. 99 c.4 c.p. 81 e 110 c.p.;
  16. Martiradonna Filippo, nato a Bari, 04.04.1966 (ordine di esecuzione per la carcerazione con contestuale decreto di sospensione per mesi 11 giorni 5 di reclusione) art. 73 c.1 dpr. 309/90 e art. 81 c.1 c.p.;
  17. Cassano Nicola, nato a Bari, 18.09.1998 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione con decreto di sospensione per anni 2 mesi 4 di reclusione) art. 73 c.5 dpr. 309/90 e art. 81 c.p.;
  18. De Zio Alessandro, nato a Bari, 10.04.1982 (cumulo delle pene con contestuale ordine di esecuzione con decreto di sospensione per mesi 10, giorni 11 di reclusione) art. 612 c.2 c.p. art. 110 c.p. e art. 73 dpr. 309/90;
  19. Axhenti Aldo, nato in Albania, 15.06.1985 (ordine di esecuzione per la carcerazione con contestuale decreto di sospensione anni 3, mesi 8 di reclusione) art. 73 c.1-4-6;
  20. Ciliberti Nicola, nato ad Andria, 30.05.1981 (ordine di esecuzione per la carcerazione con contestuale decreto di sospensione per mesi 8 giorni 29 di reclusione) art. 73 c.1-4-6 dpr. 309/90;
  21. nina fatjon, nato in albania, 05.11.1990 (ordine di esecuzione per la carcerazione con contestuale decreto di sospensione anni 1 mesi 3 di reclusione) art. 73 c.1-6 dpr.309/90.

Casa popolare occupata, 4 anni per sfrattare l’abusiva nipote del boss Palermiti a Japigia: la denuncia nel 2021

Nel corso delle operazioni, gli operai hanno montato una porta blindata che servirà a prevenire ulteriori occupazioni. La porta è installata davanti a quella d’accesso, dal lato del pianerottolo, mentre nell’appartamento è stata installata una telecamera – su un muro di fronte l’ingresso – che rileva i movimenti ed è collegata direttamente con le forze dell’ordine. In caso di effrazione, quindi, partirà un allarme che segnalerà l’intrusione.

Continue reading

Bari, abusiva nella casa popolare del collaboratore di giustizia: sfrattata la nipote del boss Palermiti a Japigia

Le Forze dell’Ordine sono intervenute in via Caldarola, nel quartiere Japigia di Bari, per l’esecuzione dello sfratto esecutivo della casa popolare occupata nel 2002 abusivamente da Rossana Palermiti, nipote del boss Eugenio.

Presente sul posto anche il presidente dell’Arca Puglia, Piero De Nicolo. L’operazione è coordinata dalla Prefettura di Bari dopo le recenti riunioni del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, la donna aveva abusivamente occupato l’alloggio della famiglia del collaboratore di giustizia Filippo Cucumazzo.

Estorsioni e narcotraffico, 31 arresti nel Barese. Sgominati due clan rivali vicini ai Parisi e agli Strisciuglio – VIDEO

I provvedimenti scaturiscono dall’indagine “Messa a Fuoco” avviata a seguito di un incendio doloso di veicoli avvenuto in Turi. Dei 37 indagati, 15 indagati sono stati colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere, 16 da quella degli arresti domiciliari mentre gli altri 6 sono stati destinatari dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Continue reading

Bari, aggredisce l’ex fidanzata a scuola e scappa con il suo IPhone: il baby Palermiti patteggia 2 anni e 6 mesi

Eugenio Palermiti a dicembre scorso ha patteggiato 2 anni e 6 mesi di reclusione, oltre 500 euro di multa, per aver fatto irruzione nel settembre del 2023 nella scuola dell’allora fidanzata minorenne, l’istituto Lenoci di Bari, aggredendola e portando via il suo cellulare. Per questo episodio venne arrestato il giorno di Natale dalla Polizia. A riportarlo è La Gazzetta del Mezzogiorno.

ll baby Palermiti fece irruzione nell’istituto tecnico-economico Lenoci di Bari per raggiungere la classe dove si trovava l’ex fidanzata. L’avrebbe aggredita, tirandola per capelli, e invitata ad uscire. La loro relazione era terminata a luglio, ma Palermiti sospettava che la ragazza si stesse frequentando già con un’altra persona. Contemporaneamente riuscì ad entrare in possesso dell’IPhone 12 posizionato sul banco della classe, solo l’intervento di una collaboratrice scolastica e di una professoressa permise di separare i due.

La Polizia intervenne sul posto, ma Palermiti si allontanò subito in sella alla sua moto, portandosi via lo smartphone della ragazza. Gli agenti si recarono così nella sua abitazione al quartiere Japigia, lo arrestarono e portarono via. Durante l’interrogatorio di garanzia si dichiarò pentito e attribuì tutto alla gelosia.

Il giudice per le indagini preliminari, Angelo Salerno, rigettò la richiesta di misura cautelare in carcere perché le condotte di Palermiti furono considerate compiute “senza il fine di procurare per sé un ingiusto profitto, sicché non sarebbe possibile ravvisare gli estremi del delitto di rapina, specie in considerazione della modesta gravità dei fatti e del contesto di riferimento”.

La vittima dell’accaduto fu ascoltata dagli inquirenti e riferì che vi erano già stati scontri, ma senza conseguenze fisiche. La ragazza decise di non sporgere denuncia, mentre la mamma di Palermiti si scusò personalmente con lei. La Procura di Bari però non si arrese e chiese l’arresto di Eugenio Palermiti jr per stalking.

Bari, l’omicidio Rafaschieri a Carbonara non era stato “contemplato”: cosa c’è dietro lo sconto di pena per Palermiti

Giovanni Palermiti e i suoi complici avevano «programmato da tempo di assassinare Alessandro Rafaschieri, colpevole dei tentativi di espansione criminale nel quartiere Madonnella» di Bari. Ma l’idea di uccidere suo fratello Walter «è maturata solo nella fase attuativa» del delitto, «e non era dunque stata contemplata al momento dell’ideazione del progetto criminoso». Queste le motivazioni con cui i giudici della Corte d’assise d’appello di Bari, lo scorso 30 ottobre, hanno escluso l’esistenza dell’aggravante della premeditazione e ridotto a 20 anni (dall’ergastolo) la condanna per Giovanni Palermiti, riconosciuto colpevole – insieme ad altri – dell’omicidio di Walter Rafaschieri e del grave ferimento del fratello Alessandro, vero obiettivo dell’agguato.

Il delitto fu commesso il 24 settembre 2018 nel quartiere Carbonara, i due fratelli furono raggiunti da colpi di pistola mentre erano a bordo di una moto. In favore di Palermiti, a cui sono state riconosciute le attenuanti generiche, ha giocato anche «il comportamento processuale», costituito dall’aver risarcito Alessandro Rafaschieri con 100mila euro «al fine di contribuire alle spese mediche necessarie per la sua riabilitazione dalle gravissime lesioni personali subite». Ma Palermiti ha anche ammesso la propria responsabilità nel delitto, e queste circostanze per i giudici sono «sintomatiche di un principio di ravvedimento» dello stesso Palermiti. In secondo grado i giudici hanno concesso uno sconto di pena anche per Filippo Mineccia (da 20 a 18 anni, anche lui ha risarcito Rafaschieri con 100mila euro), che avrebbe fatto parte del commando, e per l’ex collaboratore di giustizia Domenico Milella (otto anni dai nove anni e quattro mesi del primo grado), condannato per il concorso nell’omicidio.

Pistole e armi in discoteca: i baby Palermiti e Parisi fanno scena muta davanti al gip

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Savino Parisi ed Eugenio Palermiti, il 28enne e il 21enne arrestati venerdì a Bari con l’accusa di detenzione e porto d’armi aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa.

I due, nipoti dei boss (omonimi) del quartiere Japigia di Bari, in un’occasione si sarebbero presentati armati nella discoteca Divinae Follie di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani), e avrebbero eluso i controlli delle forze dell’ordine grazie all’aiuto di bodyguard compiacenti che li avrebbero aiutati a uscire dal locale.

Dalle indagini della Dda, condotte dai carabinieri, è emerso come Palermiti fosse armato anche la sera del 22 settembre scorso nella discoteca ‘Bahia’ di Molfetta (Bari), quando il 21enne Michele Lavopa sparò per colpire lui – che rimase ferito insieme ad altri tre amici – ma uccise la 19enne Antonia Lopez, detta Antonella.

Parisi e Palermiti si trovano in carcere. Il primo è difeso dagli avvocati Nicola Oberdan Laforgia e Michele Dell’Erba; Palermiti da Andrea Casto.

Bari, i baby Parisi e Palermiti arrestati perché meditavano vendetta contro Lavopa: “È un morto che cammina”

Il 21enne Eugenio Palermiti e il 28enne Savino Parisi, entrambi nipoti degli omonomi boss (Eugenio come suo nonno e Savino come suo zio), avrebbero potuto utilizzare le armi in loro possesso per vendicare l’omicidio di Antonella Lopez, la 19enne uccisa al Bahia Beach di Molfetta il 22 settembre scorso, e il ferimento dello stesso Palermiti se lasciati in libertà. Per questo il gip di Bari ha disposto nei loro confronti la detenzione in carcere per porto e detenzione d’arma aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa.