Voto di scambio e mafia a Bari, in 124 a processo: prima udienza il 2 luglio. Tra loro Giacomo Olivieri e i Lorusso

I 124 indagati dell’inchiesta Codice Interno che ha evidenziato l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico, politico e sociale della città di Bari saranno processati a luglio. Tra loro anche gli esponenti del clan Parisi-Palermiti, Montani e Strisciuglio.

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Mafia a Bari, tremano i clan Strisciuglio e Parisi-Palermiti: nuovi pentiti svelano retroscena su omicidi e malavita

Il 48enne Gaetano Mastrorilli è uno dei nuovi pentiti del clan Parisi-Palermiti. Nino, affiliato al boss Savinuccio Parisi con il grado di “quinta”, è stato già preso di mira su TikTok. Anche il 35enne Domenico De Palo, soprannominato Trentotto e del clan Strisciuglio, è diventato collaboratore di giustizia.

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Mafia a Bari, Palermiti Jr in lacrime nell’interrogatorio fiume: confessa due omicidi e chiede scusa alle Istituzioni

Giovanni Palermiti, figlio del boss e capoclan Eugenio, lo scorso 29 gennaio è stato interrogato nel carcere di Secondigliano dove attualmente è detenuto. È stato lui stesso a chiederlo. Un colloquio di 7 ore in cui Giovanni ha confessato gli omicidi di Nicola De Santis e di Walter Rafaschieri, negando però di aver partecipato agli affari illeciti del clan. Non sono mancanti gli attimi di tensione, Palermiti Jr è infatti scoppiato in lacrime e ha chiesto scusa alle Istituzioni. 

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Mafia a Bari, si pente anche “Miki occhi blu”: Michelangelo Maselli fa tremare il clan Palermiti di Japigia

Il 30enne Michelangelo Maselli, vicino al clan Palermiti di Japigia e soprannominato “Miki occhi blu”, si è pentito ed è diventato un nuovo collaboratore di giustizia. È uno degli arrestati della maxi inchiesta “Codice Interno” della Dda di Bari che ha portato in cella 137 persone in cui è emersa l’infiltrazione dei clan mafiosi nel tessuto economico, sociale e politico della città.

“Ho maturato la decisione di collaborare con la giustizia per i fatti di cui io ed i miei familiari sono state vittime e ho deciso di cambiare vita anche per loro”, le parole proferite ai magistrati e riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno. I pm Antimafia lo avrebbero già interrogato nei giorni scorsi e Miki occhi blu avrebe già rivelato alcuni retroscena sugli agguati commessi a Japigia a gennaio e ad aprile 2017 in cui persero la vita i pregiudicati Giuseppe Barbieri e Nicola De Santis. Il primo fu ucciso perché iniziò a comprare la droga da Antonio Busco, rivale dei Palermiti, e non più da Domenico Milella, ex braccio destro del boss Palermiti, provocando così la reazione del clan di Japigia. La risposta di Buscopassò prima dall’omicidio di Giuseppe Gelao, in cui rimase ferito anche il nipote del boss Palermiti, e poi all’omicidio De Santis.

Mafia a Bari, blitz della Polizia: sequestrati beni per 12 milioni a 13 indagati del clan Parisi-Palermiti

La polizia ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni da 12 milioni di euro nei confronti di 13 persone legate al clan Parisi-Palermiti di Bari. L’attività rappresenta la prosecuzione dell’operazione ‘Codice interno’ che ha disvelato legami tra mafia e politica e con la quale lo scorso 26 febbraio sono state arrestate 130 persone. In totale le misure eseguite oggi sono 34. I sequestri riguardano beni immobili (terreni e case), quote di società commerciali e di servizio, beni aziendali e strumentali, conti correnti bancari e postali. Questi beni, sottolineano gli inquirenti in un comunicato, sono “riconducibili alle attività delittuose del clan o comunque costituenti patrimoni di ingiustificata provenienza in sproporzione alle reali capacità reddituali” da parte dei 13 indagati. Già nell’esecuzione delle prime misure, agli indagati erano stati sequestrati 20 milioni di euro.

Patto di sangue per affiliarsi, il rapporto con i padrini e la scala piramidale: come funziona il clan Palermiti

L’indagine ha testimoniato la sacralità di tale organizzazione nel conferire rigide cariche, attraverso il cosiddetto patto di sangue. Ogni adepto aveva un padrino e tra i due nasceva un rapporto particolare. Se salivi di “grado” c’erano altri riti da fare. Gli unici due modi per ritornare indietro sono o pentirsi o lasciare la città.

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