Omicidio a Molfetta, Lavopa pestato 6 anni fa dal gruppo di Palermiti: “Antonella Lopez una vittima innocente”

Tra Michele Lavopa, il 21enne di Bari fermato per l’omicidio di Antonella Lopez e per il ferimento di quattro giovani in un locale di Molfetta, e il gruppo di Eugenio Palermiti, vero obiettivo della sparatoria e nipote omonimo del capoclan del quartiere Japigia di Bari, ci sarebbero stati vecchi dissapori legati a un episodio di circa 6 anni fa, quando entrambi erano minorenni.

Come hanno spiegato in un punto stampa il coordinatore della Dda di Bari, Francesco Giannella, e il pm Federico Perrone Capano (titolare del fascicolo d’indagine), Lavopa sarebbe stato vittima in quella circostanza di un pestaggio (per questioni legate a relazioni sentimentali) avvenuto nei pressi del Fortino, a Bari vecchia, da parte del gruppo di Palermiti che venne filmato e fatto circolare tra le chat. Un episodio dopo il quale “l’indagato ha detto di essere cambiato”, hanno spiegato gli inquirenti.

Lavopa, come ricostruito dall’analisi delle telecamere del locale, sarebbe arrivato al ‘Bahia’ di Molfetta insieme a una decina di amici intorno all’1.30 di sabato notte. Circa un’ora dopo è arrivato nel locale anche il gruppo di Palermiti, di cui faceva parte anche Antonella Lopez. Nel giro di pochi minuti tra i due gruppi sarebbero volate minacce e insulti, e al termine del litigio Lavopa avrebbe estratto la pistola e sparato almeno sei colpi per colpire Palermiti. I proiettili avrebbero però colpito mortalmente Lopez e ferito Palermiti e tre suoi amici, trasportati in ospedali ma non in pericolo di vita.

“Si è trattato di una reazione improvvisa e incontrollata da parte di un giovane che ha impugnato una pistola e sparato nel mucchio, colpendo cinque persone”. Antonella Lopez, dunque, si è trovata al posto sbagliato nel momento sbagliato.

Mafia a Bari, lotta tra i clan Strisciuglio e Palermiti. Duplice tentato omicidio al Madonnella: 10 arresti

Alle prime luci dell’alba, personale della Squadra Mobile della Questura di Bari ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari, su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di dieci pregiudicati baresi che, la sera del 18 settembre 2018, nel quartiere Madonnella di Bari, via Cattaro, angolo via Dalmazia, attentarono alla vita di due pregiudicati.

Con la doverosa premessa che si tratta di accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari, che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, gli arrestati rispondono, con l’aggravante mafiosa, dei delitti di duplice tentato omicidio aggravato in concorso, detenzione e porto illegali di armi da fuoco, ricettazione, calunnia e danneggiamento seguito da incendio.

Nell’estate del 2018, la frangia del clan Strisciuglio del quartiere San Paolo, tentò di conquistare la fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Madonnella di Bari, cercando di estromettere il clan Palermiti, da sempre dominante in quel rione. La sera del 18 settembre, gli obiettivi dell’azione di fuoco erano due pregiudicati del clan di Japigia, che viaggiavano sullo scooter: il commando armato, a bordo di un’autovettura rubata e di tre motoveicoli, aprì il fuoco, incurante della presenza di ignari cittadini che passeggiavano per strada.

Il passeggero dello scooter riuscì a sottrarsi ai proiettili esplosi da un revolver Colt 38 special e da una pistola semiautomatica CZ, calibro 9 mm, mentre il conducente, colpito in più parti del corpo, dopo un delicato intervento chirurgico ed una lunga degenza ospedaliera, riuscì a salvarsi. Compiuto l’agguato, una delle moto utilizzate dai sicari fu data alle fiamme, sulla strada provinciale Bitonto Palese, mentre per le altre moto, appartenenti ad esponenti del clan Strisciuglio, furono presentate false denunce di furto, con l’obiettivo di ostacolare le indagini. La risposta del clan Palermiti, per l’agguato del 18 settembre, non tardò ad arrivare: infatti, sei giorni dopo, il 24 settembre, nel quartiere Carbonara di Bari, Michele Walter Rafaschieri fu assassinato e suo fratello rimase gravemente ferito.

Per le persone arrestate in data odierna, di età compresa tra i 25 ed i 47 anni, è stata disposta la custodia in carcere. Solo uno dei destinatari del provvedimento è stato collocato agli arresti domiciliari. È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.

Voto di scambio e mafia a Bari, in 124 a processo: prima udienza il 2 luglio. Tra loro Giacomo Olivieri e i Lorusso

I 124 indagati dell’inchiesta Codice Interno che ha evidenziato l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico, politico e sociale della città di Bari saranno processati a luglio. Tra loro anche gli esponenti del clan Parisi-Palermiti, Montani e Strisciuglio.

Continue reading

Mafia a Bari, tremano i clan Strisciuglio e Parisi-Palermiti: nuovi pentiti svelano retroscena su omicidi e malavita

Il 48enne Gaetano Mastrorilli è uno dei nuovi pentiti del clan Parisi-Palermiti. Nino, affiliato al boss Savinuccio Parisi con il grado di “quinta”, è stato già preso di mira su TikTok. Anche il 35enne Domenico De Palo, soprannominato Trentotto e del clan Strisciuglio, è diventato collaboratore di giustizia.

Continue reading

Mafia a Bari, Palermiti Jr in lacrime nell’interrogatorio fiume: confessa due omicidi e chiede scusa alle Istituzioni

Giovanni Palermiti, figlio del boss e capoclan Eugenio, lo scorso 29 gennaio è stato interrogato nel carcere di Secondigliano dove attualmente è detenuto. È stato lui stesso a chiederlo. Un colloquio di 7 ore in cui Giovanni ha confessato gli omicidi di Nicola De Santis e di Walter Rafaschieri, negando però di aver partecipato agli affari illeciti del clan. Non sono mancanti gli attimi di tensione, Palermiti Jr è infatti scoppiato in lacrime e ha chiesto scusa alle Istituzioni. 

Continue reading

Mafia a Bari, si pente anche “Miki occhi blu”: Michelangelo Maselli fa tremare il clan Palermiti di Japigia

Il 30enne Michelangelo Maselli, vicino al clan Palermiti di Japigia e soprannominato “Miki occhi blu”, si è pentito ed è diventato un nuovo collaboratore di giustizia. È uno degli arrestati della maxi inchiesta “Codice Interno” della Dda di Bari che ha portato in cella 137 persone in cui è emersa l’infiltrazione dei clan mafiosi nel tessuto economico, sociale e politico della città.

“Ho maturato la decisione di collaborare con la giustizia per i fatti di cui io ed i miei familiari sono state vittime e ho deciso di cambiare vita anche per loro”, le parole proferite ai magistrati e riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno. I pm Antimafia lo avrebbero già interrogato nei giorni scorsi e Miki occhi blu avrebe già rivelato alcuni retroscena sugli agguati commessi a Japigia a gennaio e ad aprile 2017 in cui persero la vita i pregiudicati Giuseppe Barbieri e Nicola De Santis. Il primo fu ucciso perché iniziò a comprare la droga da Antonio Busco, rivale dei Palermiti, e non più da Domenico Milella, ex braccio destro del boss Palermiti, provocando così la reazione del clan di Japigia. La risposta di Buscopassò prima dall’omicidio di Giuseppe Gelao, in cui rimase ferito anche il nipote del boss Palermiti, e poi all’omicidio De Santis.