Alta velocità e manovre azzardate, auto semina il panico a Putignano. Alla guida 17enne senza patente: maxi multa

Una Pattuglia della Polizia di Stato del Commissariato di Putignano ha notato ieri sera, nella zona industriale, un’auto che viaggiava a velocità sostenuta mentre violava diverse norme del codice della strada. Gli agenti hanno intimato l’Alt e hanno chiesto i documenti  a chi era boro della vettura. Al volante c’era un minore di 17 anni, senza patente, al suo fianco il proprietario della vettura, un maggiorenne, che ha provato a convincere gli agenti.

“Stiamo facendo solo una guida”, le sue parole. La versione non ha convinto i poliziotti. Il proprietario della vettura si è voluto scusare con gli agenti dell’accaduto. Quest’episodio comporta una sanzione amministrativa pari a 5.100 euro che potrebbe aumentare a 15.700 se non sarà pagata entro 60 giorni.

Falsi certificati medici per la patente, 13 arresti tra Bari Foggia e Taranto: tra loro ufficiale dell’Aeronautica

I militari del Comando Compagnia Carabinieri P.M. A.M. di Bari stanno dando esecuzione a Bari, Foggia, Taranto e Venezia, ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 soggetti, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, su richiesta di questa Procura della Repubblica. Tra questi 13 arrestati, due sono un Tenente Colonnello Medico dell’Aeronautica Militare e la sua collaboratrice ai arresti domiciliari; 7 sono titolari di autoscuole ed agenzie di pratiche auto, sottoposti all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria; e 4 anch’essi titolari di autoscuole ed agenzie, colpiti da divieto di esercitare la professione per 12 mesi. Con tale provvedimento sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico dei predetti soggetti indagati, a vario titolo, per le ipotesi delittuose di “falso in atto pubblico in concorso” (art. 81, 110 e 479 c.p.), “accesso abusivo a sistema informatico” (art. 615 ter c.p.) e “detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a servizi informatici o telematici” (art. 615 quater c.p.), reati commessi in Bari, Foggia, Taranto e Venezia tra il 2021 ed il 2022.

L’esecuzione dell’ordinanza costituisce l’epilogo di una complessa attività investigativa che trae origine da evidenze emerse nel corso di una precedente indagine condotta dal Comando Compagnia Carabinieri P.M. A.M. di Bari e coordinata dalla Procura Militare della Repubblica di Napoli, nel corso della quale oltre a riscontrare il compimento di numerosi reati militari (“truffa militare continuata pluriaggravata in concorso” e “simulazione d’infermità continuata aggravata in concorso”), veniva rilevato che l’ufficiale medico, nella sua qualità di “medico accertatore”, tra il 2018 e il 2022, aveva emesso un numero elevatissimo di certificati medici (oltre 40.000) attestanti l’accertamento dei requisiti psicofisici per il rilascio/rinnovo di patenti di guida.

In particolare, secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. (allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), le indagini hanno disvelato che il medico militare, la sua assistente ed i titolari di autoscuole e di agenzie di pratiche auto avrebbero emesso falsi certificati medici utilizzando diverse modalità, a seconda delle esigenze: omettendo totalmente di effettuare la visita medica; mediante visite mediche fittizie (poiché i relativi certificati risultavano già precedentemente trasmessi); mediante visite condotte da terzi senza alcun titolo (la collaboratrice dell’ufficiale gli stessi titolari di autoscuole/agenzie) in accordo con l’ufficiale medico; mediante la cessione a terzi delle credenziali di accesso al sistema informatico del Dipartimento Trasporti Terrestri del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; dal marzo 2022, mediante l’utilizzo delle credenziali di altro medico abilitato, essendo sopraggiunta nei confronti del Tenente Colonnello una sospensione cautelare dal servizio a seguito del provvedimento di rinvio a giudizio emesso nell’ambito della sopra citata vicenda penale incardinata presso la Procura Militare della Repubblica di Napoli, con conseguente sospensione della potestà certificativa per conto della Motorizzazione e inibizione delle credenziali di accesso ai sistemi informatici.

I vantaggi conseguiti tramite tale prolungata attività illecita nel suo complesso sono stati molteplici: il “medico accertatore”, omettendo di effettuare la visita medica oppure delegandola alla propria collaboratrice o al titolare della scuola guida, aveva la possibilità di incrementare in maniera esponenziale il numero dei certificati emessi, ognuno rilasciato per un corrispettivo di circa 25/30 euro, conseguendo in tal modo un enorme profitto; non meno significativi sono stati i vantaggi per i titolari delle autoscuole ed agenzie che, in ragione di più elementi, sono riusciti a monopolizzare il mercato nei territori dove sono ubicate, primi tra i quali la sicurezza del buon esito e le tariffe concorrenziali in virtù della mancata effettuazione della visita medica e, non da ultimo, il fatto di aver catalizzato presso di loro la presenza di tutti quei soggetti che altrove non avrebbero mai potuto vedere rinnovata la patente di guida, non essendo in possesso dei requisiti minimi previsti. Evidenti le pericolose implicazioni dal punto di vista della sicurezza stradale: appaiono lampanti, infatti, le gravi potenziali ripercussioni sulla incolumità pubblica, considerando che le certificazioni rilasciate senza il rispetto delle procedure previste in materia di accertamento dei requisiti psicofisici per il rilascio/rinnovo delle patenti di guida, avrebbero consentito il rinnovo di tali titoli anche a consumatori abituali di sostanze stupefacenti, ed a soggetti titolari di invalidità civile che invece si sarebbero dovuti sottoporre, come espressamente previsto, alla valutazione di una Commissione medica locale. È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione delle misure cautelari odierne, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine alle ipotesi di reato contestate, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.