Putignano, doppio trapianto di cornea in anestesia locale: pazienti svegli e collaborativi durante intervento

Doppio trapianto di cornea per curare i difetti della vista di due pazienti, svegli e collaborativi. Tutto in mezz’ora, applicando tecnologie innovative e tecniche sempre più complesse ma poco invasive: gli interventi, infatti, sono stati eseguiti in anestesia locale – con poche gocce di collirio anestetico e non più in anestesia generale – dall’équipe di Oculistica dell’ospedale di Putignano, diretta dal dottor Gianni Colonna. “Gli interventi in day surgery, quindi senza necessità di ricovero – spiega Colonna – sono durati circa trenta minuti ciascuno.

I pazienti, abbastanza giovani entrambi e affetti da due patologie corneali differenti, erano vigili e collaboranti ed hanno potuto assistere a tutte le fasi dell’intervento e, appena terminato, hanno ripreso da subito le loro funzioni”. Gli interventi sono stati resi possibili grazie all’arrivo delle cornee, provenienti da donatore, dalla Banca degli occhi del Veneto, con sede a Mestre, con la quale la Asl Bari ha una convenzione.

Per il primo paziente, affetto da una Distrofia di Fuchs che comporta la diminuzione delle cellule dell’endotelio corneale e la perdita irreversibile della trasparenza della cornea, si è proceduto alla sostituzione del solo endotelio malato con quello del donatore. Nel secondo caso, una Distrofia corneale stromale che determina la perdita della trasparenza della cornea con conseguente cecità, si è proceduto ad un trapianto di cornea lamellare anteriore, cioè alla sostituzione della sola porzione anteriore del tessuto corneale (stroma) con quella della cornea del donatore.

“Queste attività complesse – sottolinea il direttore generale facente funzioni Asl Bari, Luigi Fruscio – sono il frutto del potenziamento delle attrezzature dell’oculistica di Putignano, in una logica di rafforzamento complessivo di tutte le strutture oculistiche, ospedaliere e territoriali”.

Screening, prelievi domiciliari e assistenza a casa. Accordo tra sindacati e Oncologico: “Più servizi per i pazienti”

Dai fondi contrattuali, più servizi per l’assistenza ai malati oncologici. È l’accordo sottoscritto fra la direzione generale dell’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari e le sigle sindacali, durante l’incontro di delegazione trattante in sede di contrattazione integrativa aziendale. Su proposta del direttore generale Alessandro Delle Donne, una quota dei residui dei fondi del 2023 sarà utilizzata per finanziare alcuni servizi di assistenza per i pazienti dell’Istituto: fra le proposte, i prelievi a domicilio, il transfert da e per l’Istituto, l’assistenza a casa, l’attività di screening. Tutti i lavoratori, su base volontaria, potranno aderire a questi progetti. La partecipazione sarà valutata nell’ambito delle performance individuali e, di conseguenza, andrà ad incidere sul premio di produzione connesso.

«Rendiamo operativo – spiega il direttore generale Alessandro Delle Donne – il protocollo applicativo per la gestione del sistema di valorizzazione delle performance individuali e del connesso sistema premiante che abbiamo di recente approvato. Questo protocollo nasce dalla necessità di spendere bene, in maniera proficua, tutte le risorse a disposizione. Le sigle sindacali, in sede trattante, hanno compreso e accettato la sfida, e grazie alla loro collaborazione, una parte dei fondi contrattuali si trasformerà in servizi ai cittadini. Questo Istituto così sarà capace di offrire un’assistenza sempre più globale e qualificata, integrando anche i servizi che i presidi territoriali non sempre riescono a garantire. Per questo Istituto è un risultato significativo anche perché rappresenta l’inizio di un rapporto sempre più proficuo, sempre più collaborativo e costruttivo con le organizzazioni sindacali, che ringrazio anche a nome dei pazienti che, presto, potranno usufruire di questi servizi».

Nello specifico, saranno destinati 158 mila euro, pari a circa il 10% delle risorse disponibili dei fondi del 2023, dal comparto che dalla dirigenza sanitaria e dalla dirigenza professionale, tecnica e amministrativa per la realizzazione di progetti assistenziali, di natura trasversale. Tutti i dipendenti, di tutti i ruoli e di tutti i profili, potranno aderirvi, su base volontaria. Saranno gli stessi sindacati a proporre e presentare i progetti che dovranno essere approvati dalla direzione strategica dell’Istituto e in delegazione trattante. Tutti i progetti dovranno essere poi realizzati entro la prossima primavera, così da poter essere valutati nel sistema del performance dell’anno prossimo.

«Il paziente è al centro anche in sede di contrattazione integrativa sindacale», commenta a riguardo il presidente del consiglio di indirizzo e verifica, Gero Grassi. «Grazie al lavoro svolto da questa direzione generale e alla disponibilità delle sigle sindacali, anche il confronto sindacale diventa occasione e strumento per migliorare le cure rese».

Oncologico Bari, soldi dai pazienti: l’ex primario Vito Lorusso torna in carcere

Vito Lorusso, l’ex primario dell’Oncologico di Bari, torna in carcere. L’uomo si trova da qualche giorno nell’istituto di Turi dopo che la sua condanna a 5 anni, patteggiata il 14 maggio scorso, è diventata definitiva.

Lorusso è stato accusato di peculato e concussione perché avrebbe chiesto soldi a pazienti malati di cancro per visite, ricoveri e per velocizzare pratiche burocratiche. Nei suoi confronti è stata disposta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione. L’oncologo, padre dell’ex consigliera comunale di Bari, Maria Carmen Lorusso, arrestata lo scorso 26 febbraio con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso alle elezioni del 2019, era stato arrestato la scorsa estate ed era tornato in libertà. Nell’ambito dell’indagine in cui è coinvolta la figlia, lo stesso Vito Lorusso era stato nuovamente arrestato perché – secondo l’accusa – per favorire l’elezione della figlia avrebbe stretto un accordo con Massimo Parisi, fratello del boss ‘Savinuccio’: in cambio dei voti alla figlia avrebbe curato un nipote del capoclan, poi deceduto.

Bari, soldi dai pazienti. Vito Lorusso patteggia 5 anni di reclusione: c’è l’interdizione perpetua dai pubblici uffici

Vito Lorusso, l’ex primario dell’Oncologico di Bari accusato di peculato e concussione perché avrebbe chiesto soldi a pazienti malati di cancro per visite, ricoveri e per velocizzare pratiche burocratiche, ha patteggiato 5 anni di reclusione. Disposta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione.

L’oncologo, padre dell’ex consigliera comunale di Bari, Maria Carmen Lorusso, arrestata lo scorso 26 febbraio con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso alle elezioni del 2019, era stato arrestato la scorsa estate ed era tornato in libertà. Nell’ambito dell’indagine in cui è coinvolta la figlia, lo stesso Vito Lorusso è stato nuovamente arrestato ed è attualmente ai domiciliari perché – secondo l’accusa – per favorire l’elezione della figlia avrebbe stretto un accordo con Massimo Parisi, fratello del boss ‘Savinuccio’: in cambio dei voti alla figlia avrebbe curato un nipote del capoclan, poi deceduto.

Aesthetic Franco, convenzione col medico legale: “Capisco il dramma. Visita e perizia a 100 euro”

La nostra inchiesta non si ferma e va avanti. Come sempre facciamo, oltre a denunciare quello che non va, proviamo anche a trovare soluzioni concrete. Pasquale Bacco e Dike Medicina si sono proposti di seguire il caso e di aiutare le vittime dell’allegro chirurgo.

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Aesthetic Franco: “Ricattato da giornalista”. Antonio mette in riga il chirurgo: “Rovini i pazienti”

È bastata una sola delle decine di testimonianze raccolte sui suoi disastrosi interventi e la telefonata scomposta del suo legale, per far perdere le staffe al piccolo chirurgo estetico Antonio Francesco Franco. L’inchiesta continua.  Vi faremo scoprire cos’ha combinato, le denunce che sta ricevendo, non solo per il suo operato, ma per la prassi di farsi pagare in nero.

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Castellaneta, ubriaco semina il panico al Pronto Soccorso del San Pio: aggrediti pazienti e operatori sanitari

“Gli episodi di aggressione e di minacce che subiscono gli operatori sanitari presso i Pronto Soccorso della provincia Jonica, sono ormai all’ordine del giorno. Lo scorso anno, il personale sanitario dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto, è stato minacciato e aggredito, riportando lesioni e traumi e solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine che la situazione si placò. Situazione analoga è successa la notte tra il 9 e il 10 gennaio presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale San Pio di Castellaneta”. Inizia così la nota del consigliere regionale Antonio Scalera (La Puglia domani).

“Un uomo di origine marocchina in evidente stato di alterazione psicofisica, si sarebbe reso responsabile di danneggiamento aggravato e resistenza a Pubblico Ufficiale, inoltre, avrebbe molestato i pazienti ed il personale sanitario presente in infermeria, pretendendo di far visitare immediatamente una donna in sua compagnia, anche lei in evidente stato di ebbrezza. Solo l’intervento dei carabinieri della Compagnia di Castellaneta impedirono il peggio – si legge -. Ed è proprio per questi motivi che, ho inviato un’interrogazione urgente al Presidente della Giunta regionale, Dott. Michele Emiliano e all’assessore alla sanità, Dott. Rocco Palese, per sapere se intendano valutare l’opportunità di rafforzare la presenza del personale di vigilanza per mettere in sicurezza gli operatori sanitari in servizio presso i Pronto Soccorso e per evitare che simili episodi possano nuovamente accadere compromettendo anche la salute dei pazienti, dei paramedici e dei medici che già lavorano in condizioni di estremo disagio psicofisico”.