I viaggi di Olly, per il PM non è truffa. Il legale: “Opposizione e istanza di fallimento”

Torniamo ad occuparci della storia e della presunta truffa dell’agenzia di viaggi di Mola di Bari per vedere se ci sono stati sviluppi dal punto di vista legale. Ne parliamo con gli avvocati di uno dei 27 che ha denunciato Olimpia. Il pm ha disposto subito l’archiviazione del caso ed è una scelta che lascia abbastanza sorpresi. 

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Sacra Corona Unita, minacce di morte alla giudice Mariano e alla pm Ruggiero: un arresto

La polizia ha arrestato una persona ritenuta responsabile mandante di una serie di atti di violenza e minaccia, aggravati dal metodo mafioso, ai danni della giudice Maria Francesca Mariano e della pm Carmen Ruggiero, sotto scorta da settembre dopo aver firmato gli atti dell’inchiesta The Wolf contro la Sacra corona unita.

Le minacce erano state anche rivolte nei confronti di un giornalista. La gip presso il tribunale di Lecce Maria Francesca Mariano e la pm antimafia Carmen Ruggiero nei mesi scorsi sono state destinatarie di lettere intimidatorie con minacce di morte, e anche di tentativi di aggressione durante gli interrogatori. A Mariano lo scorso settembre venne recapitata anche una testa di capretto insanguinata e infilzata con un coltello da macellaio, accompagnata da un biglietto su cui era scritto ‘Così’: la testa dell’animale fu lasciata davanti alla porta della sua abitazione.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip di Potenza su richiesta della Dda. I dettagli dell’operazione verranno resi noti nel corso della conferenza stampa programmata alle ore 10.30 presso la sala riunioni della questura di Lecce in via Oronzo Quarta (piazzale stazione), alla presenza del procuratore della Repubblica di Potenza.

Finge di pentirsi per uccidere la pm antimafia Carmen Ruggiero: “Le taglio la gola durante l’interrogatorio”

Il piano shock del 42enne Pancrazio Carrino, uno dei 22 indagati coinvolti nel blitz antimafia “The Wolf” con cui nel luglio 2023 è stato decapitato il clan Lamendola-Cantanna, non è andato fortunatamente come era stato ideato. Il bersaglio era la giudice Carmen Ruggiero che ha condotto quelle indagini assieme alla collega Francesca Mariano. Entrambe sono finite sotto scorta.

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Naufragio Norman Atlantic, i pm durante il processo: “La sentenza greca non può essere applicata in Italia”

La sentenza nei confronti di cinque imputati nel processo celebrato in Grecia non può essere applicata in Italia, come invece chiesto dalla difesa. Lo hanno sottolineato i pm Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano cominciando così le loro repliche dinanzi al Tribunale di Bari nel corso del processo per il naufragio della Norman Atlantic, avvenuto a largo delle coste albanesi nella notte tra il 27 ed il 28 dicembre 2014 e che causò la morte di 31 persone e il ferimento di 64 passeggeri. La sentenza greca riguarda i principali esponenti della società Anek Lines, noleggiatrice del traghetto. In quattro (Ioanni Verdinoyannis, Pavlos Fantakis, Georgios Katsavenaki e Lazaros Chatzavramidis) hanno ottenuto pene dimezzate in Appello, poi convertite in una sanzione pecuniaria da 20mila euro perché accusati di reati colposi. Un altro, Dimosthenis Sotiropoulos, è stato invece assolto. Per loro in Italia sono invece state chieste pene pesanti: Verdinoyannis, rappresentante legale di Anek, è accusato di naufragio e omicidio plurimo colposo con l’aggravante della colpa cosciente, per lui sono stati chiesti nove anni di reclusione; per Fantakis, supervisore a bordo della stessa azienda noleggiatrice, Katsavenaki (legale rappresentante di Anek) e Chatzavramidis la richiesta è invece di otto anni di reclusione. Per la difesa, la sentenza greca dovrebbe essere applicata immediatamente in Italia e determinare l’improcedibilità nel nostro Paese, rispettando il principio per il quale “non si può essere giudicati due volte per lo stesso reato dopo una sentenza diventata definitiva, come riconosciuto a livello di Unione europea con diverse norme”, come avevano detto gli avvocati Mario Scopesi e Nicola Scognamillo nell’udienza del 21 dicembre 2022. La Procura di Bari ritiene, invece, che quella sentenza non sia riconoscibile nel nostro Paese perché fondata su una presunta “discriminazione basata sulla nazionalità”, hanno detto i pm, rilevando che il Tribunale greco ha affrontato solo le posizioni degli imputati greci, tralasciando gli italiani fra i quali ci sono l’armatore Carlo Visentini e il comandante Argilio Giacomazzi (per entrambi la Procura di Bari ha chiesto nove anni di reclusione). A riportarlo è l’Ansa.

Lizzano, muore operaio dopo crollo di un solaio: due indagati

Sono due gli indagati per il crollo del solaio in una casa a Lizzano che ha provocato un morto e un ferito. Si tratta dei due operai che erano al lavoro nella casa e su loro pende l’accusa di omicidio colposo.

Uno dei due è il titolare dell’impresa edile a cui il proprietario dell’immobile aveva affidato i lavori. Il titolare aveva subappaltato il lavoro ai due operai travolti dal solaio.

Il pm ha disposto l’autopsia sul corpo di Claudio Principale, 54enne di Talsano, borgata di Taranto. L’altro operaio è rimasto gravemente ferito e adesso è ricoverato nell’ospedale, Santissima Annunziata di Taranto.

Giustizia truccata, l’ex pm Savasta torna libero: sentenza rinviata a fine maggio

Dopo 40 mesi di custodia cautelare l’ex pm Antonio Savasta torna libero su decisione della Corte di Appello di Lecce su richiesta della Procura generale.

Ricordiamo che l’ex magistrato fu arrestato nel gennaio 2019 in merito all’inchiesta che riguardava la giustizia truccata. L’unica condanna è l’interdizione dai pubblici uffici.

Al 29 maggio La Corte di Appello ha rinviato la sentenza per Savasta e Scimè che hanno chiesto come per l’ex gip Michele nardi di annullare la condanna di primo grado e trasferire la competenza territoriale al Procura di Potenza. Alla richiesta si è opposta la Procura di Lecce perché ritiene che il processo debba rimane in Puglia.