Abbiamo parlato dell’ultimo episodio al Pronto Soccorso del Policlinico e dell’esperimento dell’infermiere di processo con Saverio Andreula, Presidente di OPI Bari.
Continue readingBari, infermiere colpito a pugni al Pronto Soccorso del Policlinico: arrestato 36enne
L’uomo, nella tarda serata di ieri, dopo essersi recato presso il Pronto Soccorso ed aver ricevuto le prime cure del caso, presumibilmente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e/o alcoliche, avrebbe aggredito un infermiere che lo stava curando, colpendolo con un violento pugno al volto che avrebbe causato la rottura degli occhiali ed una ferita all’altezza dell’occhio sinistro.
Continue readingBari, il Pronto Soccorso del Policlinico di Bari intitolato a Vito Procacci: “Un atto dovuto questo è il nostro grazie”
“Ogni suo gesto di cura, ogni parola di conforto che ha speso in questo luogo di dolorosa necessità, sono state un seme piantato nel cuore dell’umanità”.
Recita così la dedica a memoria del dottor Vito Procacci, direttore dell’unità operativa di Medicina d’Emergenza-Urgenza del Policlinico di Bari, prematuramente venuto a mancare lo scorso agosto. La targa è stata scoperta nel Pronto soccorso che Vito Procacci ha diretto negli ultimi sei anni e che da stasera è intitolato a suo nome. L’unità operativa d’emergenza-urgenza dell’ospedale universitario barese ha fatto registrare nell’ultimo anno oltre 87.000 accessi (una media di oltre 230 accessi al giorno), di cui circa 6.000 tra codici rossi e arancioni e eseguito oltre 123mila prestazioni e consulenze in Pronto soccorso. La cerimonia di commemorazione si è svolta ieri pomeriggio nella sala formazione di Asclepios, alla presenza di colleghi, amici e familiari.
Sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il direttore generale del Policlinico Antonio Sanguedolce, l’arcivescovo dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto Mons. Giuseppe Satriano, il direttore ff della medicina d’urgenza del Policlinico, Francesco Incantalupo, il sindaco di Bitonto, Francesco Paolo Ricci e la vice presidente della Società italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza, Paola Caporaletti.
“L’intitolazione della sede del Pronto soccorso del Policlinico di Bari a Vito Procacci – ha dichiarato Emiliano – è un po’ un atto dovuto, perché molti anni fa, quando ristrutturammo questo pronto soccorso e gli altri delle principali città pugliesi, il modello di riferimento fu proprio questo del Policlinico di Bari che è stato in gran parte studiato e voluto da Vito Procacci. In questo modo speriamo di riuscire a ringraziarlo in morte per tutto quello che ha fatto per noi in vita”.
“La scomparsa prematura di Vito Procacci è stata una perdita immensa per la comunità medica e per tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di lavorare al suo fianco”, ha detto il direttore generale del Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce, che poi ha poiricordato alcune delle idee e dei progetti che hanno fatto “del Policlinico di Bari un grande Pronto Soccorso, un punto di riferimento per l’intera comunità, fornendo all’area metropolitana di Bari e a tutta la Puglia un servizio di grande valore, sia umano che professionale”.
Tra le più significative l’infermiere di processo, preso oggi a modello per le altre strutture in Puglia per ridurre la conflittualità tra medico urgentista e familiari dei pazienti. Al Policlinico di Bari è collocato all’interno delle aree di presa in carico, e si occupa di monitorare costantemente e di dare informazioni ai pazienti che sono in attesa di essere visitati sul e ai loro parenti che chiedono delucidazioni percorso diagnostico. C’è poi il Nucleo Assistenziale Avanzato, che rappresenta un esempio di integrazione medico-infermieristica per la valutazione e il trattamento precoce dei pazienti con criticità intermedia.“Vito – ha concluso Sanguedolce – ha sempre messo al primo posto la dignità del paziente, prima di tutto riconoscendone l’unicità e le singole esigenze, e poi coinvolgendoli nel processo decisionale riguardante il loro percorso di cura. Questo ha reso la sua Unità Operativa un luogo sempre più accogliente sia per i pazienti che per i loro accompagnatori”.
Tra il 2018 e il 2019 il pronto soccorso del Policlinico di Bari è stato ristrutturato e concettualmente rivoluzionato proprio seguendo alcuni degli spunti di Vito Procacci a ricordarlo è il dottor Francesco Incantalupo che è oggi il direttore facente funzione dell’unità operativa di Emergenza Urgenza: “La notte dell’inaugurazione del nuovo pronto soccorso resterà un ricordo indelebile in tutti noi, perché penso di averlo visto felice come non mai e perché abbiamo condiviso un’atmosfera di speranza e di futuro che non si potrà mai dimenticare. Poi è arrivato il Covid e come tutti non avevamo idea di cosa aspettarci. Il 7 marzo arriva il nostro primo paziente. Nell’arco di 6 ore avevamo un’area interamente dedicata ai pazienti Covid, con percorsi dedicati, accesso dedicato, e il direttore che credo sia rimasto con noi per almeno 48 ore di seguito. E non è stata un’eccezione, perché durante le varie ondate COVID lui era sempre lì, di giorno e di notte, a capire cosa poter migliorare, ad aiutare, a comunicare con i parenti”. Il dottor Incantalupo in conclusione ha ricordato anche la dedizione per la formazione di Vito Procacci: “Grazie al suo entusiasmo il nostro pronto soccorso è e sarà sempre aperto ai giovani. Il nostro reparto è il luogo di formazione e crescita dei nuovi specializzandi MEU, che imparano qui a sporcarsi le mani, ad amare questo lavoro meraviglioso, a fare didattica, ricerca”.
Linfedema primitivo agli arti inferiori, 24enne operato a Bari: intervento innovativo di microchirurgia al Policlinico
È stato eseguito al Policlinico di Bari un intervento innovativo di microchirurgia linfatica su un giovane di 24 anni affetto da linfedema primitivo agli arti inferiori. Il paziente con un edema in rapido aggravamento, ovvero con un gonfiore causato dall’accumulo di grandi quantità di liquido linfatico nei tessuti, non riusciva più a svolgere le attività quotidiane. Il gonfiore localizzato nelle gambe, infatti, rendeva difficoltosa la deambulazione, provocava episodi frequenti di infezione e linfangite e impediva perfino di indossare abiti adeguati.
“Il linfedema è una patologia cronica ed in rapida evoluzione che deve essere diagnosticata e trattata precocemente per evitare di arrivare negli stadi avanzati di elefantiasi in cui le procedure chirurgiche sono ancora più complesse e di difficile esecuzione”, spiega il prof. Giuseppe Giudice, direttore dell’unità operativa di Chirurgia Plastica Ricostruttiva che ha preso in carico il paziente, che è arrivato al Policlinico di Bari dopo aver girato senza successo per altri centri.
Il caso è stato discusso da un team multidisciplinare composto da chirurghi, anestesisti, fisiatri ed è stato pianificato un intervento chirurgico con una tecnica microchirurgica avanzata, già eseguita per la prima volta a Bari nel 2017 dal prof. Michele Maruccia. L’intervento ha visto il trapianto di lembo linfonodale, un tessuto contenente linfonodi, prelevato per via laparoscopica dell’addome dello stesso paziente. La particolarità del caso è stata quella di dividere la porzione di tessuto ottenuta in quattro parti in maniera tale da eseguire quattro trapianti di lembi linfatici, due per ogni arto.
L’operazione è stata eseguita dal prof. Michele Maruccia, affiancato dalla dottoressa Rossella Elia e dal dottor Paolo Marannino, in team multidisciplinare con l’equipe della Chirurgia Generale “Marinaccio” diretta dalla Prof.ssa Angela Pezzolla e con il contributo del dott. Carlo Mitolo. “La multidisciplinarietà e l’elevata specializzazione rendono il Policlinico di Bari un punto di riferimento per il trattamento del linfedema”. Così il dg Antonio Sanguedolce
Record e speranza al Policlinico di Bari, maratona nelle sale operatorie: 9 trapianti in 24 ore
Una maratona di ventiquattro ore nelle sale operatorie del Policlinico di Bari per restituire una nuova speranza di vita a nove pazienti attraverso il trapianto. Tra venerdì 25 e sabato 26 ottobre sono stati effettuati due trapianti di cuore, quattro di rene e tre di fegato, grazie alla generosità dei donatori di organi, i cui prelievi sono stati eseguiti nelle città di Brindisi, Lecce e da due donatori fuori regione.
Nelle sale operatorie di Asclepios sono state impegnate in simultanea l’equipe della cardiochirurgia diretta dal prof. Tommaso Bottio, della chirurgia epatobiliare diretta dal prof. Francesco Tandoi e quella dell’urologia diretta dal prof. Pasquale Ditonno.“Il Centro regionale trapianti ha coordinato le equipe di prelievo su quattro sedi diverse. La grande squadra trapiantologica della nostra regione si è dimostrata ancora una volta all’altezza. Quando c’è un donatore compatibile tutti si mobilitano e sono pronti a qualsiasi ora a prendere un aereo e raggiungere un centro fuori regione”, ha commentato il prof. Loreto Gesualdo, coordinatore del Crt e direttore del dipartimento trapianti del Policlinico di Bari.Il direttore generale dell’ospedale universitario barese, Antonio Sanguedolce, ha voluto ricordare il grande impegno multidisciplinare a cui è stata chiamata la sua struttura: “C’è stato un grande impegno di tutte le equipe del Policlinico concentrato nell’arco di pochissime ore. La grande professionalità e lo spirito di sacrificio dei nostri operatori hanno consentito di affrontare una sfida impegnativa, portando a termine con successo interventi di altissima complessità. A tutti va un grande ringraziamento. Il Policlinico di Bari è in continua e rapida crescita ed è sempre più ai massimi livelli in Italia nel settore trapianti.”
Con questo risultato l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Piemontese, ha voluto rimarcare che: “Il Policlinico di Bari si conferma un’eccellenza nazionale nella chirurgia trapiantologica, un’attività di straordinaria complessità che richiede organizzazione e competenza. Questo risultato, però, non è solo un successo clinico di un singolo centro, ma il segno di quanto sia forte la rete di solidarietà nella nostra regione. Tre aziende sanitarie e ospedaliere coinvolte, nove equipe chirurgiche, medici e operatori pronti a intervenire, a cui va il mio ringraziamento. E poi non possiamo dimenticare che tutto parte dalla sensibilità dei donatori o delle loro famiglie. Ogni donazione rappresenta un atto di generosità che permette di salvare vite e dare nuova speranza a chi è in attesa di un trapianto e su questo dobbiamo e possiamo ancora fare meglio”.
Bari, interventi ginecologici senza cicatrici: al Policlinico i primi interventi con la tecnica innovativa Vnotes
Una procedura mininvasiva che utilizza l’accesso vaginale e non prevede le incisioni addominali tipiche della laparoscopia tradizionale, assicurando alle pazienti un recupero post operatorio più breve e nessuna cicatrice cutanea.
I primi due interventi sono stati eseguiti con successo dal prof. Ettore Cicinelli, direttore dell’unità operativa di ginecologia e ostetricia, su una paziente di 48 anni con emorragie resistenti a terapie medica ed una donna di 56 anni operata in precedenza per di cancro della mammella con predisposizione genetica legata a mutazione del BRCA, che rendeva necessaria una annessectomia profilattica.
“È possibile utilizzare questa tecnica, nota come VNotes (Vaginal Natural Orifice Transluminal Endoscopic Surgery), per selezionati interventi ginecologici, come nei casi di donne operate per cancro della mammella che si devono sottoporre all’isterectomia, la rimozione profilattica delle tube e delle ovaie per motivi di predisposizione genetica come la positività per le mutazioni BRCA”, spiega il prof. Ettore Cicinelli.
Un impianto di protesi per la disfunzione erettile: eseguiti i primi 3 interventi al Policlinico di Bari
Sono stati eseguiti con successo al Policlinico di Bari i primi tre interventi di impianto di protesi peniene tramite accesso infrapubico, Un approccio innovativo rispetto al tradizionale accesso, che offre numerosi vantaggi per il paziente, tra questi un miglior risultato estetico e un posizionamento più agevole della protesi.
Le procedure sono state eseguite dal dottor Giuseppe Dachille, dell’equipe dell’unità operativa di urologia diretta dal professore Pasquale Ditonno, con il tutoraggio del professore Gabriele Antonini, esperto in chirurgia andrologica. Da oltre vent’anni il Policlinico di Bari è un centro per il trattamento della disfunzione erettile e della sindrome di Peyronie, per approfondire le nuove tecniche è stata organizzata una giornata di studio con il professore Antonini alla quale hanno partecipato anche i medici in formazione specialistica. Successivamente, in ambulatorio, sono state effettuate delle infiltrazioni di plasma ricco di piastrine per il trattamento della disfunzione erettile e della sindrome di Peyronie e poi gli impianti delle protesi.
Femminicidio a Gravina, Lacarpia è ricoverato al Policlinico: slitta l’interrogatorio per legittimo impedimento
Si farà in assenza del fermato l’udienza di convalida di Giuseppe Lacarpia, il 65enne di Gravina in Puglia (Bari) in carcere da lunedì con l’accusa di omicidio volontario – aggravato e premeditato – della moglie, Maria Arcangela Turturo. Lacarpia, che ha nominato un nuovo avvocato di fiducia (il legale nominato inizialmente, Gioacchino Carone, ha rinunciato all’incarico per assumere la difesa dei quattro figli della coppia) si trova ricoverato da ieri nel Policlinico di Bari, dove è stato trasportato in seguito a una caduta avvenuta nella sua cella. Il suo interrogatorio è stato quindi rinviato per legittimo impedimento.
Policlinico Bari, nel 2023 eseguiti 462 interventi chirurgici per tumore al seno: è il primo centro regionale
Il Policlinico di Bari si riconferma per il terzo anno consecutivo come il centro di riferimento regionale per il trattamento del tumore della mammella, con un totale di 462 interventi chirurgici eseguiti per tumore al seno, secondo il Piano Nazionale Esiti (PNE) 2024 sui volumi di attività 2023. I risultati arrivano alla vigilia di ottobre, mese dedicato proprio alla prevenzione del tumore al seno. “Questo risultato è il frutto del grande lavoro di squadra di tutti gli operatori coinvolti”, sottolinea il professore Marco Moschetta, coordinatore della Breast Care Unit del Policlinico di Bari.
“La nostra missione – aggiunge – è garantire alle donne un percorso di cura completo e personalizzato, in linea con il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale, regionale per la diagnosi e cura del carcinoma della mammella. Siamo orgogliosi di poter contare su un parco tecnologico d’avanguardia, che ci consente di migliorare continuamente la qualità delle cure offerte”. Nel 2023, la Breast Unit ha erogato oltre 41.000 prestazioni senologiche, principalmente destinate alla presa in carico e al follow-up di pazienti sintomatiche, a rischio genetico familiare o inserite in percorsi oncologici dedicati. Il 90% delle prestazioni si è concentrato su esami di secondo livello, mirati a garantire una diagnosi precoce e un monitoraggio approfondito.
L’unità operativa di senologia interventistica ha inoltre effettuato più di 1.409 procedure con l’ausilio di tecniche ecoguidate e tomoguidate. “Grazie al team multidisciplinare abbiamo potuto introdurre nella pratica clinica le più innovative strategie terapeutiche sia nel setting neoadiuvante (pre-operatorio) che avanzato, con un aumento complessivo delle terapie del 30%”, spiega la dottoressa Stefania Stucci, oncologa della Breast Care Unit. “Il Policlinico di Bari conferma un trend di crescita costante non solo per la quantità di casi trattati, ma soprattutto per l’eccellenza dei servizi e delle tecnologie a disposizione. Grazie all’ottimo lavoro svolto da tutti i professionisti della Breast Unit che si impegnano costantemente per fornire un’assistenza sempre più mirata e tempestiva alle pazienti”, conclude il direttore generale, Antonio Sanguedolce.
Policlinico Bari, tagli al personale di vigilanza armata. Caprio (Ugl): “Scelta inaccettabile sicurezza va al primo posto”
La drastica riduzione del personale di sicurezza al Policlinico di Bari solleva forti preoccupazioni nel mondo del sindacato, per questo motivo, richiedono un intervento immediato. La sicurezza all’interno del Policlinico di Bari è stata messa in discussione a causa di una gara dei servizi di vigilanza che prevede la riduzione del personale di vigilanza armata del 45%. Ad accendere i riflettori è Antonio Caprio, Segretario Provinciale Confederale del Sindacato UGL Bari, che ha sollevato l’allarme, dichiarando che questa decisione, attuata tramite un nuovo bando di gara, compromette la sicurezza di personale medico, paramedico e pazienti.
“Questa scelta è irresponsabile e inaccettabile”, dichiara Antonio Caprio, sottolineando il rischio crescente per l’incolumità di tutti coloro che operano o frequentano le strutture. Negli ultimi mesi, numerosi episodi di aggressioni hanno aggravato una situazione già delicata, rendendo ancor più critica la scelta di ridurre il numero di guardie giurate. Antonio Caprio sostiene che la presenza di queste figure risulta essere essenziale per garantire la sicurezza e il supporto necessario alle Forze dell’Ordine, soprattutto in un contesto dove gli episodi di violenza sono in continuo in aumento. Nel Sud Italia si registrano fino a 20 aggressioni al giorno contro il personale medico, con 1.600 episodi annuali a livello nazionale. Il sindacato UGL, rivolge un appello urgente al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, ai parlamentari pugliesi e ai consiglieri regionali chiedendo che venga garantito il rispetto delle normative in materia di sicurezza nei luoghi pubblici, come previsto dall’articolo 256-bis del Regolamento per l’Esecuzione al Testo Unico di Pubblica Sicurezza.
Questo articolo, infatti, prevede che le infrastrutture a rischio, come gli ospedali, siano presidiate da personale di sicurezza qualificato. In possesso dei titoli di Polizia rilasciati dal Prefetto. Affiancate da operatori di servizio fiduciario abilitati all’accoglienza e receptionisti. “Non possiamo permettere che la sicurezza venga messa in secondo piano”, dichiara Caprio, ribadendo l’urgenza di un intervento da parte delle istituzioni locali e regionali. Il sindacato continua a insistere affinché la sicurezza degli operatori sanitari e dei cittadini diventi una priorità, in un contesto in cui i tagli alla spesa non dovrebbero mai compromettere la protezione delle persone. Se noi tutti abbiamo il desiderio di essere curati nelle strutture sanitarie pubbliche, dobbiamo garantire la sicurezza al personale.