L’acqua della scuola non è potabile, al “Marconi” nessuno lo sa. La preside: “Metteremo più avvisi”

L’acqua dell’Istituto Marconi non è potabile. Eppure, a quanto pare, nessuno lo sapeva fino al nostro arrivo. Studenti, professori e genitori sono scesi dalle nuvole quando ci siamo recati sul posto a comunicarlo. A dirlo non siamo noi, ma un documento certificato dopo le analisi effettuate su campioni. Nel video allegato la precisazione della preside Brucoli sul caso.

“Qui iscritti solo delinquenti”, il discorso della preside del Salvemini diventa un caso: nel mirino anche la Bari Bene

“Ho studiato in un Liceo barese che ha sempre avuto un corpo docenti fantastico, anche se alcuni, in senso spregiativo, lo definivano un liceo di Sinistra, come a dire che fossimo tutti promossi per il credo politico, per appartenenza e non per merito e che gli/le insegnanti fossero tutti/e Agit-prop. Sono trascorsi tanti anni e ora, mentre sono al lavoro, mi arriva un messaggio di un fraterno amico, anch’egli formatosi nel medesimo liceo. Si tratta del discorso rivolto dalla Preside ai genitori dei futuri alunni in occasione dell’Open day. Lo pubblico non solo perché lo condivido, ma anche perché mi fa essere orgoglioso di essere figlio di questa storia. Un liceo di periferia, a pochi passi dalla B2 in cui spadroneggiava Savino Parisi”.

Inizia così il post di denuncia pubblicato su Facebook dall’ex deputato del Pd Dario Ginefra. Nel mirino la preside Tina Gesmundo e il suo appello alle famiglie e al buon senso di genitori e ragazzi. Ecco il discorso della preside secondo quanto pubblicato dal politico nella parte finale de post.

“Questa scuola va molto di moda, l’anno scorso 400 iscrizioni, 400 vastasi, delinquenti, che fotografano le targhe dei professori, che sfottono un compagno per un brutto voto, perché in sovrappeso, perché troppa magra. In questa città c’è un’emergenza educativa, 3 ragazzini hanno sparato a un migrante per provare una pistola. Non c’entrano i social, c’entrate voi genitori che sovrapponete i vostri desiderata alle vite dei vostri figli, educate a coltivare solo il mito del successo e del denaro, e quando sarete vecchi vi abbandoneranno in una casa di cura e a 18 anni si faranno di Ketamina. Poi ci sono quelli della Bari-bene che mi fanno chiamare dagli assessori regionali per raccomandare i figli, i padri innamorati dell’indirizzo sportivo pensando di avere in casa dei calciatori, quelli del Cambridge che camminano con la puzza sotto al naso e s’aspettano i viaggi ma da qui non si parte se per tutti gli altri devo rinunciare alla carta igienica. Ecco, se dovete venire qui a fare tutte queste cose, andate altrove. E in ogni caso ascoltate i vostri figli, insegnate la cura, non a coltivare sogni di gloria e di ricchezza, questa è una scuola dedicata a un oppositore del fascismo, portatene rispetto”.

“Il mio discorso è stato travisato. Ho 350 alunni nelle prime, sicuramente ho detto che alcuni sono un po’ vivaci e vanno sicuramente scolarizzati, così come ho sottolineato che c’è un cambio generazionale e un’emergenza educativa in atto. Ma non penso questo di tutti i nuovi alunni, quelli che hanno bisogno di essere più seguiti sono una minoranza. Tra i nuovi iscritti ho delle vere e proprie perle”, la replica della preside riportata da La Gazzetta del Mezzogiorno.

Bari, post sui social della scuola per votare il preside del Duse al Comune. Uil Puglia: “Serve ispezione”

La Uil scuola Puglia si augura che “l’Ufficio scolastico regionale disponga immediatamente un’ispezione per far luce” sull’uso “dei social istituzionali per diffondere materiale elettorale” relativo al dirigente scolastico dell’istituto comprensivo statale Eleonora Duse di Bari, Gerardo Marchitelli, candidato al Comune di Bari nelle liste del centrodestra.

Il post con la scheda elettorale che invitava a votare per Marchitelli è stato rimosso dopo le proteste dei genitori di alcuni alunni. Per il sindacato quanto accaduto “non solo rappresenta una violazione della legge, ma calpesta l’etica”. “La scuola – sostiene il segretario generale della Uil scuola Puglia, Giovanni Verga – non è una piazza in cui fare campagna elettorale, ma un luogo di cultura e formazione delle future generazioni”. “Quale esempio si sta dando a centinaia di ragazzi e alle loro famiglie anteponendo i propri interessi elettorali alle regole che disciplinano un istituto scolastico?”, chiede Verga.

Lucera, preside picchiato dalla mamma di un alunno: è il secondo caso in Puglia a distanza di giorni

Da Taranto a Foggia, un altro preside è stato aggredito in Puglia. L’episodio a Lucera dove Pasquale Trivisonne, dirigente scolastico dell’istituto Bozzini-Fasani, è stato aggredito dalla mamma di un alunno con calci e pugni. A scatenare l’ira della donna la punizione ritenuta poco severa nei confronti di due ragazzi dell’istituto, sospesi per cinque giorni dal Consiglio d’Istituto, dopo aver picchiato suo figlio e aver diffuso il video dell’aggressione ripresa con il cellulare. Il preside è così finito al Pronto Soccorso, rimediando ferite guaribili in cinque giorni.

“Se siamo arrivati alle aggressioni fisiche a un dirigente scolastico per aver fatto il proprio dovere, allora dobbiamo rivedere tante cose della nostra società – le parole del consigliere regionale Antonio Tutolo -. Non dobbiamo assolutamente ammettere e far passare sotto silenzio situazioni del genere – aggiunge Tutolo – perché i capisaldi educativi vanno preservati a qualunque costo se vogliamo che i nostri figli diventino poi buoni cittadini che sappiano trovare solo nel dialogo, anche serrato, la soluzione ai problemi. Pure il ragazzo vittima di bullismo va protetto adeguatamente e con gli opportuni accorgimenti, ma aggiungere altra violenza non serve assolutamente a niente”.

Professori fermi e studenti mobili tra le aule: il sistema americano del liceo Salvemini fa discutere

Fanno discutere le nuove regole introdotte dal Liceo scientifico Salvemini di Bari che, dopo una sperimentazione fatta la primavera scorsa, vara quest’anno un sistema all’americana istituendo “aule dipartimentali” con gli studenti che a fine ora si spostano da un’aula all’altra, invece dei professori che resteranno fermi. Con una circolare la preside, Tina Gesmundo, ha dato indicazioni molto precise per evitare ingorghi e caos nei corridoi, del tipo: “I corridoi devono essere percorsi camminando a destra e favorendo il flusso nei due sensi di marcia”, “gli studenti devono muoversi in silenzio e correttamente per gruppi classe, possibilmente in fila indiana” e se due flussi si incrociano “la classe rispetta la precedenza a destra senza mai dividere i gruppi classe in transito”.

Un decalogo che sta suscitando dibattito dopo la pubblicazione sul Fatto quotidiano on line di un articolo che parla di “codice militaresco”, tanto che la Cgil di Bari insieme alla Flc Cgil e all’Uds provinciali, ha chiesto “un incontro urgente alla dirigente scolastica, al consiglio d’istituto tutto e ai rappresentanti degli studenti”. La circolare invita gli studenti che “devono raggiungere l’aula dipartimentale prevista dall’orario delle lezioni” a farlo “entro quattro minuti, senza attardarsi e seguendo il gruppo classe”. E chiarisce che i ragazzi “non possono recarsi al bagno o al bar durante gli spostamenti, ma possono farlo solo dopo essersi recati nell’aula dipartimentale prevista da orario e previo permesso concesso dal docente”. Esiste anche una regola nel caso in cui la classe trovi l’aula dipartimentale ancora occupata dal gruppo precedente, in questo caso “gli alunni dovranno attendere che l’aula sia liberata stando in fila indiana in corridoio, accostati al muro e in silenzio”.

“Sono serena e tranquilla, stiamo lavorando per fare la didattica disciplinare come fanno altre 200 scuole in Italia, fra le quali circa 150 licei”, spiega all’ANSA Tina Gesmundo, preside del liceo scientifico Salvemini di Bari, in merito al regolamento varato per disciplinare gli spostamenti degli studenti fra le classi, al centro di alcune polemiche. “Questo regolamento – prosegue – regola L’afflusso di 1.070 ragazzi che si spostano da una classe all’altra. Per redigerlo mi sono ispirata ai licei Kennedy e Newton di Roma ed è identico a quello di tutte le altre scuole che applicano questo tipo di didattica”. La preside parla di “attacco pretestuoso” riferendosi all’articolo pubblicato sull’edizione online del Fatto quotidiano e spiega che il decalogo “è stato sperimentato per una settimana lo scorso anno, è passato al vaglio del consiglio di istituto e del consiglio dei docenti e c’è stato un monitoraggio fra gli studenti”. “Non c’è nulla di poco trasparente”, precisa. In merito all’invito della Cgil, che le chiede un incontro, risponde senza esitazioni: “A scuola può venire chiunque, sono disponibile a incontrare Cgil e chiunque altro. Questa polemica non mi tocca e andremo avanti”.