Pediatrico Bari, muore a 12 anni sotto i ferri: il primario Leonardo Milella assolto per il caso Zaray

Il Tribunale di Bari ha assolto “per non aver commesso il fatto” Leonardo Milella, primario del reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari, imputato per l’omicidio colposo della 12enne di origini colombiane Zaraj Tatiana Coratella Gadaleta.

La ragazzina morì il 19 settembre 2017 per una ipertermia maligna subito dopo un intervento di riduzione di una frattura al femore. Al primario, intervenuto ad operazione chirurgica conclusa, la pubblica accusa contestava di aver erroneamente diagnosticato una “tromboembolia polmonare” e “ritardato” di altre tre ore “la somministrazione del farmaco salvavita”.

A processo era costituito parte civile il padre della vittima. “Dopo 6 anni di processo e l’audizione di diversi testimoni, e sopratutto consulenti di fama nazionale, il tribunale ha riconosciuto l’assoluta assenza di responsabilità del dott.Milella per il decesso della giovane paziente. Il lungo e complesso dibattimento ha reso giustizia al mio assistito – spiega il difensore di Milella, Angelo Loizzi – che sin dal primo momento ha rivendicato la correttezza del suo operato. Oggi, finalmente, gli è stata restituita la serenità che merita”.

Intervento chirurgico in ritardo di un mese, 62enne muore: primario e due medici del Miulli a processo

Il direttore del reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari) e due dirigenti medici sono stati rinviati a giudizio, a Bari, con l’accusa di omicidio colposo in ambito sanitario in relazione alla morte del 62enne barese Paolo de Scisciolo, avvenuta nella struttura lo scorso 23 aprile. La decisione è stata presa oggi dal gup Francesco Vittorio Rinaldi.

A processo – che inizierà il 2 febbraio 2026 davanti alla giudice Valentina Tripaldi – sono dunque finiti il direttore del reparto, Francesco Decembrino, e i medici Nicola Castellaneta e Domenica Firenti, avvicendatisi nei turni di servizio durante la degenza di de Scisciolo, come si legge nel capo d’imputazione.

Secondo quanto ricostruito dalla pm Silvia Curione, che ha coordinato le indagini, nonostante la colonscopia di controllo (il paziente era affetto da colite, ndr) avesse evidenziato la necessità di un intervento chirurgico quale unica alternativa terapeutica possibile alla luce del fallimento della terapia farmacologica, i medici avrebbero omesso ‘di dare indicazione di intervento di colectomia, poi effettuato ‘inutilmente il 19 aprile, ‘proseguendo il trattamento farmacologico.

In questo modo, avrebbero determinato ‘un grave e progressivo peggioramento clinico, sino all’insorgenza del megacolon tossico che determinava la morte, avvenuta per ‘shock settico secondario a megacolon tossico correlato ad una malattia infiammatoria del colon’.

La necessità dell’intervento chirurgico sarebbe stata nota ‘quantomeno a partire dal 26 marzo scorso, ma l’intervento fu appunto eseguito quasi un mese dopo. I fratelli della vittima sono assistiti dall’avvocato Mario Malcangi.

Oncologico Bari, soldi dai pazienti per saltare le liste d’attesa: chiesto il rinvio a giudizio per Vito Lorusso

L’oncologo è il padre dell’ex consigliera comunale di Bari, Maria Carmen Lorusso, arrestata lo scorso 26 febbraio con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso alle elezioni del 2019. Nell’ambito di questa indagine lui stesso è stato nuovamente arrestato ed è attualmente ai domiciliari perché, per favorire l’elezione della figlia, avrebbe stretto un accordo con Massimo Parisi,

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Trani, soldi per saltare le liste d’attesa: il listino prezzi del primario di Radiologia che punta ora alla pensione

Nuovi retroscena nell’inchiesta che vede coinvolti Francesco Nemore, responsabile dell’Unità di Radiologia del Pta di Trani, e l’infermiera Mina Abbatista. I due si trovano agli arresti domiciliari da mercoledì scorso con le accuse di concussione e peculato, con l’accusa di aver intascato soldi per far saltare le liste d’attesa ai pazienti. 

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