Bancarotta fraudolenta, i soldi della Popolare di Bari in Lussemburgo: in 10 a processo. Tra loro i Jacobini – NOMI

Il gup Giuseppe De Salvatore ha rinviato a giudizio 10 persone per bancarotta fraudolenta e riciclaggio in merito ai crac di due società immobiliari, Immobil Icon e Logistica Sud, controllate dalla Maiora di Vito Fusillo, che avrebbero portato i soldi della Popolare di Bari fino in Lussemburgo. Secondo l’accusa le due società, fallite con un buco di 25 milioni, sono state svuotate attraverso un’operazione da 200 milioni svolta sull’asse Bari-Lussemburgo.

Tra le 10 persone ci sono anche Marco e Gianluca Jacobini, rispettivamente ex presidente ed ex condirettore generale. Rinviati a giudizio anche l’imprenditore Fusillo, gli ex amministratori Nicola Valerio Lamanna e Vincenzo Trono, l’ex vicedirettore generale Gregorio Monachino e l’ex dirigente Nicola Loperfido di PopBari, i finanzieri Massimo Catizone, Raffaele Mincione e Girolamo Stabile. Il processo inizierà il 6 febbraio 2025 davanti alla Seconda sezione collegiale del Tribunale di Bari.

Accusato di abusi sessuali su 12enne nel villaggio in Puglia, animatore 28enne è irreperibile: il processo sfuma

Finisce con un nulla di fatto l’inchiesta della Procura di Lecce su un presunto caso di violenza sessuale avvenuta il 26 agosto 2022 ai danni di una ragazzina di 12 anni in vacanza in un villaggio turistico di Otranto, nella zona dei Laghi Alimini. Ieri mattina il gup di Lecce Anna Paola Capano ha emesso la sentenza di non luogo a procedere a carico del presunto responsabile della violenza, un ragazzo di 28 anni di origini cubane residente a Milano, in servizio come animatore nel villaggio.

La sentenza è motivata dal fatto che non c’è prova che l’imputato abbia avuto conoscenza della pendenza del procedimento a suo carico. Il 28enne, infatti, risulta irreperibile. Agenti della questura Garibaldi di Milano quando si sono recati presso la residenza del giovane per notificargli la fissazione l’atto di fissazione dell’udienza preliminare, non hanno trovato alcun nominativo sul citofono in uno stabile sprovvisto di portineria. L’ultima volta in cui il 28enne è stato visto risale al 23 aprile 2023, in occasione dell’incidente probatorio con l’ascolto della minore in modalità protetta. Poi nessun contatto, neppure con il suo avvocato. Anche il numero del cellulare risulta disattivato.

Il 28enne si è sempre proclamato innocente asserendo che la ragazzina si fosse inventata tutto con le amiche, che la minorenne avrebbe assunto alcol fino ad ubriacarsi per poi inventare la violenza per nascondere ai genitori la sbronza. La dodicenne, invece, nel corso dell’incidente probatorio ha confermato quanto esposto nella querela presentata a distanza di tempo dalla madre: di aver cioè ballato con lui in pista nel corso di una serata evento organizzata nel villaggio e di aver accettato dall’animatore un drink che l’avrebbe stordita.

Processo Codice Interno, nuova udienza a Bari: l’ex consigliera Maria Carmen Lorusso per la seconda volta in aula

I legali dei 15 imputati del processo con rito ordinario, nato dall’inchiesta di Dda e squadra mobile di Bari “Codice interno”, che ha svelato i presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria cittadina, provano a escludere dal processo gli atti depositati dall’accusa nell’udienza del 30 ottobre. Atti che contengono chat tra alcuni degli indagati, estrapolate dai cellulari dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e del suocero, l’oncologo Vito Lorusso, al momento dell’arresto dello scorso 26 febbraio.

I due, insieme all’ex consigliera comunale – e moglie di Olivieri – Maria Carmen Lorusso, oggi per la seconda volta presente in aula, sono accusati di scambio elettorale politico-mafioso. Per l’accusa, l’elezione di Lorusso al consiglio comunale di Bari del 2019 sarebbe stata favorita dai voti dei clan Parisi, Montani e Strisciuglio, raccolti a pagamento da Olivieri. In totale gli arrestati furono 130, la maggior parte dei quali (compreso Olivieri) ha scelto il rito abbreviato. I due Lorusso sono invece a processo con rito ordinario.

I legali degli imputati, in una memoria depositata oggi in udienza, ritengono che quelle chat siano inammissibili, sia perché contengono messaggi privati non attinenti ai capi d’imputazione sia perché acquisite – a detta degli avvocati – violando le norme. L’accusa ha respinto queste eccezioni e chiesto al Tribunale di ammetterle. Sul punto, il collegio deciderà nella prossima udienza del 4 dicembre.

Omicidio Di Giacomo a Bari, domani al via il processo: l’Ordine dei fisioterapisti si costituisce parte civile

Domani, 5 novembre, dinanzi alla Corte d’Assise di Bari, si celebrerà la prima udienza del processo penale nei confronti di Salvatore Vassalli, il 65enne di Gravina accusato di aver ucciso il 18 dicembre dello scorso anno il fisioterapista barese Mauro Di Giacomo, di 63 anni.

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Processo Codice Interno a Bari: depositate le chat di Olivieri e Vito Lorusso con alcuni esponenti dei clan

La Direzione distrettuale antimafia di Bari ha depositato nuovi atti nel processo Codice interno che lo scorso 26 febbraio ha portato a 130 arresti e svelato i presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria cittadina. Quindici gli imputati a processo con rito ordinario. Tra questi l’ex consigliera comunale di Bari Maria Carmen Lorusso, il padre Vito (oncologo, in carcere per altre vicende) e Massimo Parisi, fratello di Savinuccio, il boss del quartiere Japigia. I Lorusso rispondono di scambio elettorale politico mafioso: gli inquirenti ritengono che l’elezione al consiglio comunale di Maria Carmen, nel 2019, sia stata favorita grazie ai voti dei clan Parisi, Strisciuglio e Montani di Bari. A raccogliere questi voti – pagando 10mila euro a clan – sarebbe stato il marito di Lorusso, l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, in carcere a Lanciano e a processo con rito abbreviato.

Gli atti depositati ieri in udienza riguardano alcune chat tra diversi indagati, tra cui Olivieri e Vito Lorusso, Massimo Parisi, Michele Nacci (candidato in ticket con Lorusso nel 2019), Tommaso Lovreglio (ritenuto il braccio destro del boss Savino) e Michele De Tullio (ex dipendente della municipalizzata Amtab e considerato uomo dei Parisi). Alcuni di questi imputati sono a processo con rito abbreviato, diverse conversazioni sono state estrapolate dai cellulari e dai computer sequestrati lo scorso 26 febbraio. Si tratta di un corposo numero di file sulla cui ammissibilità si discuterà nella prossima udienza del 6 novembre.

Nell’udienza di ieri sono poi stati acquisiti i verbali di due collaboratori di giustizia, Michelangelo Maselli e Gianfranco Catalano, ed è stato ascoltato il 34enne Emanuel Petroni, collaboratore in passato affiliato al clan Palermiti. Petroni ha riferito dell’aggressione avvenuta nel carcere di Matera ai danni di Giuseppe Signorile, ritenuto uno degli esecutori di un omicidio di mafia del 2017, quello di Giuseppe Gelao. L’aggressione ai danni di Signorile, sfregiato al volto da due detenuti, sarebbe stata ordinata – secondo quanto riferito da Petroni – direttamente dal boss Eugenio Palermiti.

Omesso versamento dell’Iva, a processo l’ex presidente della Provincia di Bari: Vernola si difende in aula

Marcello Vernola, ex presidente della Provincia di Bari dal 1999 al 2004 ed ex europarlamentare del Partito popolare europeo fino al 2009, è stato ascoltato nella giornata di oggi nel tribunale di Bari nell’ambito del processo che lo vede imputato, insieme ad altre 7 persone per i reati, contestati a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, omesso versamento dell’Iva, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione delle imposte.

Vernola ha affermato che nella società Velga aveva soltanto un ruolo di supervisione e non aveva mai avuto compiti operativi. E che, negli anni in cui ha ricoperto il ruolo di legale rappresentante della società, operante nel settore dell’energia elettrica, non aveva mai avuto una postazione negli uffici della srl con sede a Modugno. Respingendo, dunque, le accuse di aver avuto un ruolo nella presunta evasione dell’Iva tra il 2015 e il 2017. L’inchiesta riguarda due società operanti nel settore dell’energia, le srl Consorzio energetico italiano (Cei) e Velga. Giuseppe Giuliani, amministratore di fatto della Cei e vicepresidente del cda, ha definito la sua posizione in altra sede con un patteggiamento.

A Vernola, legale rappresentante della Velga, è contestato (originariamente insieme a Giuliani, direttore della società e consideratone amministratore di fatto) l’omesso versamento dell’acconto Iva per oltre 607mila euro per il 2017, oltre che l’evasione di Iva nel 2015 e nel 2016, fatta – secondo la Procura – indicando elementi passivi fittizi per circa 74 milioni di euro nel primo anno (avvalendosi di 84 fatture ricevute dalla Cei “per operazioni soggettivamente inesistenti”, si legge nel capo d’imputazione) e di poco più di un milione nel secondo.

Crac dei fratelli Antro, la Procura di Bari chiude le indagini: si va verso il processo per bancarotta – NOMI

La Procura di Bari ha notificato, a distanza di anni, un avviso di conclusione di indagini ad Alviero ed Erasmo Antro, rispettivamente di 57 e 61 anni, i noti imprenditori baresi del settore edile, per la presunta bancarotta delle società Consorzio Sigi, Infrastrutture e servizi, Infotec, Segnaletica e servizi, dichiarate fallite nel luglio 2012. Alla moglie di Erasmo Antro, Francesca Boffoli, invece è contestata l’accusa di riciclaggio, mentre l’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato anche agli avvocati Ugo Patroni Griffi e Giampiero Balena, curatori fallimentari delle 4 società.

Ora i legali degli indagati potranno provare a contestare le ipotesi della Procura, prima che venga chiesto un rinvio a giudizio. I fratelli Antro furono arrestati e finirono ai domiciliari con l’accusa di truffa nei confronti della Provincia di Bari e di alcune banche, 10 mesi fa sono stati assolti grazie alla prescrizione. Ora però rischiano il processo per bancarotta. “Scritture contabili con il fine di celare la produzione di falsa liquidità attraverso l’emissione di fatture false, anticipazione ai soci con distrazione di diversi milioni dalle casse delle società e irregolare utilizzo delle carte di credito aziendali”, secondo la Procura il problema sorge dall’aver tenuto le scritture contabili in modo da non consentire la ricostruzione delle articolate vicende delle quattro società, il movimento degli affari e la situazione patrimoniale.

Modificano Gratta&Vinci e tentano il colpo milionario del secolo: tre pugliesi finiscono a processo per truffa

Truccano un Gratta&Vinci per vincere 10 milioni di euro, ma vengono scoperti e ora rischiano una condanna penale. Protagonisti un 51enne di Martina Franca, un 46enne e un 47enne di Ceglie Messapica. I tre hanno modificato un biglietto del Maxi Miliardario, cambiando due numeri vincenti della sezione del maxi bonus, ma la commissione incaricata di controllare le vincite ha scoperto il tentato raggiro. I tre avevano anche cercato di mettere al sicuro il tesoro presentandosi da un notaio. Ora sono a processo con le ipotesi di reato di concorso in falso, ricettazione e tentata truffa.

 

Bari, Emiliano a processo per diffamazione all’ex consigliere Cipriani. De Santis (PD): “Era arrabbiato con Salvini”

Il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, è a processa con l’accusa di diffamazione nei confronti dell’ex consigliere comunale Luigi Cipriani, presidente del movimento politico Riprendiamoci il futuro. I fatti risalgono al 13 settembre 2018 quando Emiliano nel programma “Viva l’Italia” su Rete 4, aveva insinuato un legame tra l’ex consigliere comunale di Bari, Luigi Cipriani, e il suo movimento politico con la criminalità organizzata operante nel quartiere Libertà. Frase che venne riportata da alcune testate giornalistiche locali.

Nell’ultima udienza di ieri è toccato a Domenico De Santis, segretario regionale del Pd e vicecapo di gabinetto del presidente della Regione Puglia, testimoniare. “Emiliano era molto arrabbiato con il ministro Salvini per questo sgarbo istituzionale, perché invece di incontrare le istituzioni, il ministro dell’Interno fece un incontro politico”, le sue parole riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno. Il processo è ormai alle battute finali, Cipriani si è costituito parte civile. Gli altri tre testimoni, l’ex sindaco di Bari Antonio Decaro, la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone e il parlamentare Claudio Stefanazzi, non si sono presentati in aula per impegni istituzionali e saranno citati di nuovo per la prossima udienza in programma il 9 gennaio.

Nota alla figlia ribelle, papà fa irruzione al Majorana e picchia professore: chiesti 2 anni e 6 mesi di condanna

La Procura di Bari ha chiesto una condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione per il 35enne del quartiere San Paolo, papà di una studentessa dell’istituto Ettore Majorana di Bari, imputato per aver aggredito il professore Enzo Amorese. Stessa richiesta avanzata per l’amico di famiglia che lo ha accompagnato a scuola.

L’episodio risale al settembre 2022. Il professore, che si è costituito parte civile nel processo celebrato con rito abbreviato, fu schiaffeggiato per aver messo una nota alla studentessa dopo che questa aveva istigato i compagni contro di lui. La giovane era stata rimproverata per essere entrata tardi a scuola.