Bari, 69 furbetti del vaccino rischiano il processo. La Procura non fa sconti: tra loro anche un anziano di 103 anni

La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per 69 furbetti del vaccino con l’accusa di accesso abusivo a sistema informatico e concorso in falso materiale in atto pubblico. Tutti sono accusati di aver certificato in maniera falsa la somministrazione delle due dosi di vaccino anti Covid per ottenere il Green Pass. I fatti risalgono tra il 2020 e il 2021, il più giovane degli imputati ha 22 anni, il più anziano addirittura 103.

Sarebbero state utilizzate le credenziali di un’infermiera, abilitata alla registrazione telematica delle avvenute vaccinazioni anti Covid, per entrare nel sistema informativo del Dipartimento di Prevenzione e vaccinazioni dell’Asl Bari. Gli imputati sono dei comuni di Bari, Sannicandro, Grumo Appula, Modugno, Binetto e Toritto.

Brindisi, 39enne dimessa muore il giorno dopo in ospedale: aperta inchiesta. Lamentava dolori al fianco e nausea

La Procura di Brindisi ha aperto un’inchiesta sulla morte di una 39enne avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì scorsi nell’ospedale ‘Perrino’ di Brindisi.
A chiedere l’avvio di un’indagine sono stati i familiari della vittima che ieri hanno presentato una denuncia ai carabinieri. A quanto si apprende la donna si sarebbe recata una prima volta all’ospedale di Francavilla Fontana lunedì scorso lamentando dolori ad un fianco e nausea. Dopo i controlli sarebbe stata dimessa.

Le sue condizioni, però, non sarebbero migliorate, e così martedì la 39enne si è presentata nuovamente in ospedale. Questa volta da Francavilla Fontana è stata trasferita d’urgenza al ‘Perrino’. Qui è stata sottoposta ad alcuni accertamenti diagnostici per una sospetta colica e poi è stata operata. Al termine dell’intervento è stata trasferita nel reparto di Terapia intensiva dove poi è morta. La salma della 39enne si trova ora nel cimitero di Brindisi a disposizione dell’autorità giudiziaria, così come la cartella clinica. Non è escluso che la Procura di Brindisi disponga l’autopsia per accertare le cause della morte.

Stp Trani nella bufera, la Procura: “Usata da Sandrino Cataldo per scopi elettorali”. Rischio azzeramento

La Stp di Trani nel mirino della Procura di Bari. L’ipotesi è che la società di trasporti sia stata utilizzata da Sandrino Cataldo, marito dell’ex assessore regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia, come bacino elettorale. L’assemblea dei soci è stata rinviata a lunedì 9 dicembre, sono attesi il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, il sindaco metropolitano di Bari, Vito Leccese, e il presidente della provincia Bat Bernardo Lodispoto. Al centro l’eventuale riassetto della società come richiesto nei mesi scorsi dal primo cittadino barese. Il Comune di Trani controlla il 49% della società, mentre la Città metropolitana ha una quota del 12%.

“Ho già espresso la mia idea rispetto a un percorso di cambiamento. Bisogna capire come stanno effettivamente le cose prima di procedere a riportare tutto al punto di partenza”, le parole di Lodispoto riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno. Sul tavolo dell’assemblea i soci troveranno una relazione riservata predisposta dal presidente della Stp, Francesco Tandoi, nominato a settembre anche amministratore delegato. La relazione ruota attorno alla figura principale dell’ex direttore generale, Barbara Santeramo, assunta nel 2018 sotto la gestione di Cataldo dopo essersi laureata in giurisprudenza alla Pegaso, l’università online riconducibile proprio a Sandrino. Santeramo è poi diventata tutor della stessa università. Ma non solo. Si parla anche del direttore di esercizio, Bartolo Maiullari, ex consigliere comunale di Trani. Entrambi avrebbero ricevuto un premio di risultato non dovuto per un totale di 21mila euro. Nella relazione sono emersi affidamenti a persone vicine al gruppo politico di Sud al centro, partito sciolto dopo la maxi inchiesta Codice Interno, tra cui anche l’avvocato Gino Olivieri, fratello di Giacomo, l’ex consigliere regionale finito in carcere per corruzione elettorale e mafia, che ha ricevuto 8 incarichi tra 2019 e 2023.

Morte Patrizia Nettis, la Procura chiede l’archiviazione ma la famiglia si oppone: l’11 febbraio udienza a Brindisi

È stata fissata al prossimo 11 febbraio l’udienza in merito alla richiesta di archiviazione da parte della Procura delle indagini sulla morte di Patrizia Nettis, la giornalista di Gioia del Colle trovata impiccata il 29 giugno del 2023 nella casa dove viveva a Fasano, in provincia di Brindisi. La tesi della Procura è che si tratti di un suicidio. La famiglia della donna non ha mai però creduto alla tesi del suicidio e ha avanzato opposizione alla richiesta di archiviazione. Nell’inchiesta resta indagato un uomo, che in passato ha avuto una relazione sentimentale con la donna. I reati ipotizzati sono istigazione al suicidio e atti persecutori.

Voto di scambio per Regionali e Comunali: l’ex assessora Anita Maurodinoia chiede di essere interrogata

L’ex assessora ai Trasporti della Regione Puglia, Anita Maurodinoia, ha chiesto di essere interrogata per fornire la propria versione relativamente all’inchiesta della Procura di Bari sulla presunta compravendita di voti per le Regionali del 2020 e le amministrative di Grumo Appula (Bari) dello stesso anno. Maurodinoia è accusata di aver fatto parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale diretta e organizzata da suo marito, Sandro Cataldo, fondatore del movimento politico ‘Sud al centro’.

Cataldo fu arrestato insieme ad altre persone il 4 aprile scorso, Maurodinoia è sempre stata indagata a piede libero. Per la Procura, l’ex assessora avrebbe preso parte all’associazione «al fine di ottenere la sua elezione», scrivono i pm, «delegando al coniuge Cataldo Sandro di mantenere i rapporti con gli elettori compiacenti».

L’associazione, secondo l’accusa, avrebbe inquinato le Regionali e le comunali di Grumo Appula del 2020 e le amministrative di Triggiano (Bari) del 2021, pagando gli elettori in contanti o con regali, oppure promettendo posti di lavoro. L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato a 18 indagati – tra cui l’ex sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli – il 18 ottobre scorso.

Crac dei fratelli Antro, la Procura di Bari chiude le indagini: si va verso il processo per bancarotta – NOMI

La Procura di Bari ha notificato, a distanza di anni, un avviso di conclusione di indagini ad Alviero ed Erasmo Antro, rispettivamente di 57 e 61 anni, i noti imprenditori baresi del settore edile, per la presunta bancarotta delle società Consorzio Sigi, Infrastrutture e servizi, Infotec, Segnaletica e servizi, dichiarate fallite nel luglio 2012. Alla moglie di Erasmo Antro, Francesca Boffoli, invece è contestata l’accusa di riciclaggio, mentre l’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato anche agli avvocati Ugo Patroni Griffi e Giampiero Balena, curatori fallimentari delle 4 società.

Ora i legali degli indagati potranno provare a contestare le ipotesi della Procura, prima che venga chiesto un rinvio a giudizio. I fratelli Antro furono arrestati e finirono ai domiciliari con l’accusa di truffa nei confronti della Provincia di Bari e di alcune banche, 10 mesi fa sono stati assolti grazie alla prescrizione. Ora però rischiano il processo per bancarotta. “Scritture contabili con il fine di celare la produzione di falsa liquidità attraverso l’emissione di fatture false, anticipazione ai soci con distrazione di diversi milioni dalle casse delle società e irregolare utilizzo delle carte di credito aziendali”, secondo la Procura il problema sorge dall’aver tenuto le scritture contabili in modo da non consentire la ricostruzione delle articolate vicende delle quattro società, il movimento degli affari e la situazione patrimoniale.

Lo spione dei conti bancari, Coviello controllava tutti. Anche i cittadini di Bitonto e la moglie: “Sono malato”

Vincenzo Coviello, il 52enne bitontino spione dei conti bancari, ha effettuato il primo accesso “abusivo” il 12 ottobre 2023 controllando i movimenti della moglie di suo cognato. “Ho commesso un errore di digitazione nell’ambito delle ordinarie verifiche dei plafond delle carte dei clienti gestiti. Ho comunque rispettato le regole sulla privacy”, la giustificazione data al suo ex direttore di Intesa Sanpaolo.

Le versioni però cambiano nel corso dei mesi, dopo aver violato altri conti bancari. “L’ho fatto per mera curiosità”, racconta. Nella difesa del procedimento disciplinare però spunta un “disturbo di adattamento misto” (ovvero disturbi emotivi e della condotta) come attestato da uno psicologo. Con la sua relazione ha cercato di evitare il licenziamento.

Il suo, con il passare del tempo, diventa un interesse morboso nei confronti dei segreti bancari delle persone, nel mirino non ci sono solo politici, sportivi (in totale 77) ma anche parenti (la madre e la moglie), conoscenti e abitanti di Bitonto. Tra le persone violate anche un suo omonimo, un primario del Policlinico di Bari (è stato quest’ultimo a far partire l’inchiesta), 73 colleghi di Intesa Sanpaolo e persino l’arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano. In totale sono 6.637 gli accessi effettuati sui dati di 3.572 clienti con conti correnti in 679 filiali tra il 21 febbraio 2022 e il 24 aprile 2024

Coviello è stato prima allontanato a maggio, poi licenziato l’8 agosto. I suoi legali hanno impugnato il licenziamento. Il 52enne ha dichiarato di non essere stato pagato o incaricato da nessuno e di aver cancellato e distrutto tutto. Ora però indaga su di lui la Procura. Le ipotesi di reato a suo carico sono quelle di accesso abusivo ai sistemi informatici e di tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.