Andria, costringe per mesi la moglie a prostituirsi anche per 20 euro: arrestato 40enne

Avrebbe sfruttato per mesi la moglie, obbligandola a prostituirsi con clienti che avrebbero pagato dai 20 ai 50 euro per stare con lei. Sarebbe stato lui a tenere l’agenda, a fissare gli appuntamenti che erano diversi in un solo giorno, e a trasportarla nei posti fissati per gli incontri.

Un uomo di circa 40 anni è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile di Andria con l’accusa di induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e maltrattamenti ai danni della moglie, sua coetanea.

Secondo quanto accertato dalle indagini coordinate dalla Procura di Trani, l’uomo, che ha precedenti penali anche per gli stessi reati, avrebbe sottomesso la donna che non sarebbe mai riuscita a ribellarsi, sottoponendola a violenze, fisiche e verbali, minacciandola e costringendola a prostituirsi anche nella loro abitazione. Sarebbe stato lui ad avviarla alla prostituzione, lui a contattare i clienti e a organizzare gli incontri con la moglie che subiva in silenzio. Il tribunale ha disposto per l’uomo la custodia cautelare in carcere.

Baby escort a Bari, il figlio del poliziotto Basile e la denuncia della 16enne: “Mi ricattò per farmi prostituire”

La 16enne, dopo un po’ di resistenza, aiutata da psicologhe pediatriche, ha confessato il giro di prostituzione minorile e di essere stata “costretta” dietro la minaccia di vedere diffuse su internet sue foto compromettenti. A farlo Nicola Basile, 25enne con precedenti per truffa online e figlio di un poliziotto in servizio a Bari.

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Mafia nigeriana nel Cara di Palese, estorsione e prostituzione a Bari: confermate 23 condanne – I NOMI

La Corte di Appello ha confermato le 23 condanne inflitte dal Tribunale di Bari nei confronti dei presunti componenti di due gang nigeriane, accusati di aver gestito per anni, all’interno del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari, il racket della prostituzione di donne connazionali vittime di tratta e l’accattonaggio di mendicanti, utilizzando riti voodoo, pestaggi e accoltellamenti. In alcuni casi le pene sono state ridotte e persino dimezzate perché non è stata riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso. I due gruppi criminali, denominati Vikings e Eiye, ma più noti come ‘Rossì e ‘Blu’ dai colori dell’abbigliamento scelto in occasione dei summit, secondo l’accusa avevano stabilito la loro base operativa nel Cara e operavano soprattutto nel quartiere Libertà del capoluogo pugliese.

L’indagine della Squadra mobile di Bari, coordinata dalla Dda, fu avviata nel 2016 dalla denuncia anonima di alcune presunte vittime. Gli investigatori hanno accertato che le donne sarebbero state costrette a sottomettersi con violenza fisica e psicologica, considerate “oggetti fabbricasoldi”. Stessa violenza sarebbe stata riservata ai mendicanti, costretti a pagare il pizzo sull’elemosina per garantirsi una postazione davanti ai supermercati di Bari e provincia. Gli imputati, tutti arrestati nel dicembre 2019, erano stati ospiti del Cara fino a un anno prima.

LE CONDANNE

11 anni e 2 mesi di reclusione a Osas O Ighoruty
10 anni e 2 mesi a Gbidi Trinity
9 anni a Ernest e Benjamin Omoti
Tra gli 8 anni e 8 mesi e gli 8 anni e 2 mesi a Okoh Godday, Benjamin Okoinemin, Monday Ogboy, Gods Pawara Agedo
7 anni e 8 mesi a Peter Maxwel
7 anni a Otaniyen Sunday
6 anni e 2 mesi a Uwa Dickson
6 anni a Nosa John a 6
5 anni e 10 mesi a Olatunde Opaleye
5 anni e 6 mesi a Sunday Victor
5 anni e 4 mesi a Iyobor Oni
Sotto i 5 anni a Favour Obazelu, Abibu Omodibo, Harrison Thomas, Kenet Achokwu, Timothy Obinyan, God Day Paul, John Augustine, Ebuka Ilegbunam

Bari, pizzo mensile per prostituirsi nella sua “zona”: arrestata 30enne. Vittime tre donne

Una cittadina straniera di 30 anni è stata arrestata dalla Polizia Locale con l’accusa di estorsione nei confronti di altre tre donne di diversa nazionalità. Secondo quanto ricostruito dagli agenti, avrebbe intascato somme di denaro come prosecuzione dell’attività di prostituzione con violenza e minacce. Il provvedimento è arrivato al termine di una complessa attività di indagine da parte della Polizia locale. Dopo verifiche e appostamenti gli agenti sono riusciti a fermare la donna in flagranza di reato dopo aver percepito la somma estorta alle vittime, verso le quali da mesi avrebbe usato violenza rivendicando di avere il controllo della zona. Ma non solo, chiunque avesse voluto prostituirsi in quella zona avrebbe dovuto pagare a lei una somma di denaro mensile. I soldi sono stati restituiti. Il giudice ha confermato la misura della custodia cautelare in carcere.