Prostituzione minorile a Bari: respinta la richiesta di patteggiamento dell’imprenditore leccese Fabio Carlino

Respinta la richiesta patteggiamento ad un anno e 8 mesi per l’imprenditore leccese Fabio Carlino, il 47enne imprenditore leccese finito agli arresti domiciliari nell’inchiesta barese sul giro di prostituzione minorile e tornato in libertà nei giorni scorsi. Avrebbe avuto rapporti a pagamento con due 17enni a Bari. Secondo il gip per non è previsto il patteggiamento per reati come questo.

Se ne tornerà a discutere il 3 ottobre, giorno in cui prenderà il via il processo in cui sono coinvolte altre persone. Il gip di Bari Giuseppe Ronzino ha disposto il giudizio immediato per 7 persone accusate di aver indotto, favorito, sfruttato, gestito e organizzato la prostituzione di quattro ragazze minorenni, parti offese in questo procedimento. Si tratta delle quattro «Squad girls» (così si chiamavano reciprocamente sui social) Marilena Lopez (35 anni), la 21enne Antonella Albanese, Federica Devito (25 anni), Elisabetta Manzari (24) e di Nicola Basile (25 anni), Roberto Urbino (42) e Ruggiero Doronzo (29).

Con loro sono indagate altre tre persone, tra cui Fabio Carlino, per le quali, però, non è stato disposto il giudizio immediato. Gli altri due sono il gestore del b&b di Bari Michele Annoscia (che avrebbe saputo che nella sua struttura avveniva la prostituzione) e l’avvocato leccese Stefano Chiriatti, assieme a Carlino presunto cliente delle ragazze. Le indagini, coordinate dal pm Matteo Soave e condotte dalla Squadra mobile, portarono lo scorso 13 maggio all’esecuzione di 10 misure cautelari. I fatti risalgono al periodo tra il 2021 e 2022, quando le ragazze avevano appena 16 anni.

Prostituzione minorile a Bari, in 7 a giudizio immediato: tra loro ci sono anche le Squad Girls

Il gip di Bari Giuseppe Ronzino ha disposto il giudizio immediato per sette persone accusate di aver indotto, favorito, sfruttato, gestito e organizzato la prostituzione di quattro ragazze minorenni, parti offese in questo procedimento.

Si tratta delle quattro «Squad girls» (così si chiamavano reciprocamente sui social) Marilena Lopez (35 anni), la 21enne Antonella Albanese, Federica Devito (25 anni), Elisabetta Manzari (24) e di Nicola Basile (25 anni), Roberto Urbino (42) e Ruggiero Doronzo (29). Con loro sono indagate altre tre persone per le quali, però, non è stato disposto il giudizio immediato. Si tratta del gestore del b&b di Bari Michele Annoscia (che avrebbe saputo che nella sua struttura avveniva la prostituzione), dell’avvocato leccese Stefano Chiriatti e di Fabio Carlino, questi ultimi presunti clienti delle ragazze.

Il processo si aprirà il prossimo 3 ottobre davanti ai giudici della prima sezione penale in composizione collegiale. In tre (Lopez, Devito e Basile) sono in carcere, gli altri quattro ai domiciliari. Le indagini, coordinate dal pm Matteo Soave e condotte dalla Squadra mobile, portarono lo scorso 13 maggio all’esecuzione di 10 misure cautelari. I fatti risalgono al periodo tra il 2021 e 2022, quando le ragazze avevano appena 16 anni.

Prostituzione minorile a Bari, la mamma di una 16enne: “Dormivo davanti alla porta per non farla uscire di notte”

“Abbiamo aumentato la sorveglianza, a volte ero costretta a dormire davanti alla porta di casa per evitare le sue fughe. Approfittando dei momenti in cui riposavo, però, usciva di nascosto per poi tornare a tarda sera, tanto da costringerci a uscire a cercarla”. Questa è la testimonianza della mamma di una delle 16enne coinvolte nel giro di prostituzione minorile a Bari. L’inchiesta, che ha portato all’arresto di 8 persone (tra loro le “Squad girls” Marilena Lopez, Federica Devito, Antonella Albanese ed Elisabetta Manzari), è partita proprio dalla denuncia di una mamma che si è preoccupata e insospettita a causa dei comportamenti irascibili e scostanti della figlia. Da qui l’idea che potesse essere finita in brutto giro e che si prostituisse.

Litigi ma non solo, anche ritirate a notte inoltrata, ritrovamento di droga e di oggetti costosi, ma soprattutto frequentazioni con rampolli della malavita locale. Una 16enne ad esempio avrebbe avuto una relazione con Sabino Capriati, il figlio di Lello, ucciso a Torre a Mare la sera di Pasquetta, e recentemente arrestato, con Mimmo Strisciuglio e il fratello di Davide Lepore, in carcere perché accusato di un omicidio di mafia. I sospetti del genitore si sono poi trasformati in realtà.

“Una volta, la madre dell’amica di mia figlia mi chiamò alle 3 di notte perché la ragazza era rientrata a casa e poi era uscita di nuovo a notte fonda. Insieme con lei e con i miei figli abbiamo girovagato per tutta la città fino alle 6 del mattino, fino a che l’abbiamo trovata nei pressi dei campi da calcio vicino alla Muraglia, vestita con abiti succinti”, ha poi aggiunto agli inquirenti la donna.