Bari, studenti in protesta davanti alla Regione: “Trasporti adeguati, più sicurezza e stop all’alternanza lavoro”

Trasporti adeguati a prezzi calmierati, sicurezza, investimenti nell’edilizia, stop all’alternanza scuola-lavoro nelle aziende. A chiederli a gran voce sono gli studenti di università e scuole superiori di Bari che stamattina hanno sfilato fra le vie del centro. Il corteo autorizzato, che ha riunito circa mille ragazzi, è partito alle 10 da piazza Umberto. Dopo aver attraversato via Nicolai, via De Rossi, corso Vittorio Emanuele e il Lungomare, si è fermato davanti alla sede della presidenza della Regione Puglia per esprimere solidarietà agli oltre 100 lavoratori di Baritech a rischio licenziamento. “Vogliamo che l’alternanza scuola lavoro – affermano i giovani aderenti a Osa (Opposizione studentesca alternativa) – non coinvolga più i privati, che pensano solo al profitto, ma che sia interna agli istituti. Il governo ha stanziato 28 miliardi di euro per la guerra ma si dimentica la scuola”. Sul fronte universitario la richiesta delle sigle Link, Uds e Cambiare rotta è di “spazi più adeguati per lo studio, di trasporti a prezzi calmierati che aiutino i pendolari a raggiungere la città e di un confronto con Comune di Bari e Regione Puglia per rendere più accessibili gli alloggi e le stanze destinati ai fuori sede”. “In una città che conta circa 50mila studenti universitari non ci sono servizi sufficienti”, gridano al megafono davanti a Palazzo di città per poi proseguire fino in Regione, scandendo slogan contro il governo e richieste alle istituzioni.

Taranto, prosegue protesta tir davanti a raffineria Eni: distributori a secco e allarme rifornimenti

Molti distributori di carburanti di Taranto sono rimasti a secco a causa della protesta degli autotrasportatori aderenti all’Usb che da cinque giorni presidiano i varchi della raffineria Eni bloccando l’accesso dei mezzi.

I manifestanti lamentano di essere stati esclusi dalla parte dell’appalto che nel luglio scorso è stato riassegnato alla ditta ligure G e A. Quest’ultima ha precisato che all’indotto locale è garantito almeno il 50 per cento del servizio, ma gli autotrasportatori in agitazione sono usciti dal consorzio CTCT (Consorzio Trasporti Carburanti Taranto) con cui è stato rinnovato il rapporto di sub-vezione. ‘Usb annuncia in una nota che il presidio permanente organizzato di fronte al varco 2 della raffineria Eni di Taranto “prosegue e andrà avanti fino a mercoledì 7 settembre, giorno in cui è previsto il confronto in Prefettura tra l’Eni, la società G e A e l’organizzazione sindacale. Circa 80 i camion parcheggiati lungo la strada consortile che collega le statali 100 e 106 jonica”.

I mezzi sono fermi, aggiunge l’Unione sindacale di base, “nonostante gli autotrasportatori abbiano sottolineato la propria disponibilità a coprire il servizio gratuitamente e con i propri mezzi, per evitare di far ricadere gli effetti negativi della protesta sulla cittadinanza. Si registra che in molte realtà della provincia di Taranto, ma anche nel capoluogo, non è più possibile fare rifornimento”.

Franco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto, spiega che “proprio per evitare quello che sta accadendo, la categoria si era messa a disposizione per garantire il carburante negli impianti di distribuzione del territorio. Di fronte all’assenza di risposta, sembra chiaro che questo atteggiamento miri ad alimentare frizioni”.