Sanità Puglia, il Governo impugna la legge regionale sulla vaccinazione contro il papilloma virus: l’ira di Emiliano

“L’impugnativa del governo nazionale nei confronti della legge regionale pugliese che promuove la vaccinazione contro il papilloma virus e introduce misure di prevenzione per il carcinoma del collo dell’utero rappresenta non solo un attacco alle competenze legislative della Regione Puglia, ma anche una chiara disconnessione dalla realtà sanitaria e sociale che viviamo. La legge regionale n. 22 del 30 maggio 2024 si fonda su un principio etico: proteggere la salute dei cittadini, in particolare dei più giovani. È inaccettabile che il governo, guidato da una visione miope, scelga di opporsi a iniziative che mirano a garantire una vita più sana ai pugliesi”. Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

“La legge pugliese non impone obblighi, ma richiede un’informazione consapevole e responsabile, stabilendo che l’iscrizione scolastica sia subordinata alla presentazione di documentazione riguardante la vaccinazione contro l’HPV, con la possibilità che ci si rifiuti di presentarla, nel rispetto, perciò, del diritto di scelta – le parole del vice presidente Raffaele Piemontese -. Questo approccio educa e informa, elementi fondamentali per combattere la disinformazione e promuovere una cultura della prevenzione. Ci saremmo aspettati cooperazione non l’ennesima impugnazione di legge regionale”.

Allerta arancione in Salento, chiuse alcune scuole. Emiliano: “Da Regione nessuna ordinanza sono fake news”

Allerta arancione in Salento da mezzanotte fino alle ore 14 di oggi. Sono previste precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, con quantitativi cumulati moderati sulla Puglia meridionale. Per questo motivo il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, ha disposto per venerdì 4 ottobre la chiusura del cimitero, dei parchi pubblici e di tutti gli edifici scolastici e la sospensione del mercato settimanale. Sul resto della Puglia l’allerta è gialla.

“Il presidente della Regione Puglia comunica che non è stata emanata un’ordinanza di chiusura delle scuole per la giornata di domani 4 ottobre. Le notizie che sono state diffuse, soprattutto a mezzo social, sono quindi false e destituite di ogni fondamento. La Regione si riserva ogni intervento di legge contro gli autori di eventuale falsa documentazione che sia stata prodotta e diffusa in rete e invita i cittadini a utilizzare solo le notizie provenienti dai canali ufficiali come il sito web istituzionale della Regione e i suoi canali social ufficiali”, precisa la Regione in una nota.

Parificazione Rendiconto Regione, c’è l’ok dalla Corte dei Conti: criticità su debiti fuori bilancio e spesa sanitaria

La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti della Puglia ha emesso la pronuncia di parificazione del Rendiconto generale della Regione Puglia per l’esercizio finanziario 2023.

Come ha sottolineato in sede di requisitoria il Procuratore regionale Carmela De Gennaro, la gestione del bilancio della Regione del 2023 “non ha evidenziato particolari problemi, grazie all’impegno dell’ente per una sana e corretta gestione delle risorse” ed è “apprezzabile” che la Regione abbia “raggiunto l’obiettivo del pareggio di bilancio”.

Preoccupa, tuttavia, la crescita dei debiti fuori bilancio, che nel 2023 si sono attestati sui 12 milioni di euro contro i 6 del 2022 e che riguardano soprattutto l’acquisizione di beni e servizi. “È assurdo – ha aggiunto il Procuratore a margine dell’udienza – che una regione non riesca a programmare quella che sarà la sua gestione futura”, essendo quindi costretta a “contrarre delle spese per acquisire beni e servizi per la cui copertura non ha previsto nulla in bilancio”.
Criticità sono state osservate anche dal punto di vista della spesa sanitaria: il bilancio consolidato 2023 del servizio sanitario regionale si è chiuso con una perdita di 38,54 milioni di euro, in netto calo però rispetto al -144,31 milioni del 2022.

“Sulle spese per personale – ha concluso il Procuratore – si evidenzia che purtroppo la Regione ha usato le risorse assegnate per l’emergenza Covid 19, che potevano essere utilizzare solo fino al 31 dicembre 2022, per continuare ad assumere personale del tutto illegittimamente, come rilevato anche dalla Corte costituzionale”

Spaccio di cocaina in Puglia, nuovi arresti nel Foggiano e nella BAT: giro d’affari da 3,5 milioni

La Direzione investigativa antimafia ha eseguito altre 15 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati nell’operazione ‘Sed’, un’indagine condotta dalla Dia e dalla Dda di Bari nell’ambito della quale lo scorso 23 settembre, già 12 persone erano state arrestate perché accusate, a vario titolo, di aver promosso, diretto e partecipato ad un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

E di aver, di conseguenza, approvvigionato, detenuto e smerciato cocaina sul mercato di Foggia e provincia, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, nel Basso Molise e in Abruzzo con un giro di affari valutato in circa 3,5 milioni di euro. Le 15 nuove misure (nove tra carcere e domiciliari e sei con l’obbligo di dimora) sono state disposte dal gip di Bari dopo aver sottoposto gli indagati a interrogatorio preventivo, un istituto di recente entrato in vigore e duramente criticato dai magistrati baresi già lo scorso 23 settembre.

Gli arresti sono stati eseguiti a Foggia, Napoli, San Severo, Manfredonia e nelle province di Pescara, Campobasso (nella zona di Termoli), Venezia e Barletta-Andria-Trani.

Operazione antimafia tra Basilicata e Puglia contro il clan Scarcia-Scarci: 21 fermi

Tra Basilicata e Puglia è in corso un’operazione contro il clan Scarcia-Scarci, “una associazione di stampo mafioso operante – secondo la Direzione investigativa Antimafia di Potenza che coordina le indagini – sul litorale jonico lucano”.

In particolare, le forze dell’ordine stanno dando esecuzione “a numerosi decreti di fermo emessi dalla stessa Dda Potenza”. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, anche di estorsione, illecita concorrenza, detenzione e porto illegale di esplosivi e di armi. All’operazione stanno partecipando circa 200 persone delle forze dell’ordine. Ulteriori dettagli dell’operazione saranno illustrati stamani, alle ore 11.30, in una conferenza stampa che si terrà negli uffici della Procura della Repubblica di Potenza.

Si aggrava la crisi idrica in Molise: obbligo chiusure anche in Comuni di Campania e Puglia – L’ELENCO

Si aggrava la crisi idrica in Molise. Questa mattina i vertici di Molise Acque hanno inviato una nota urgente ai sindaci di 41 Comuni della provincia di Campobasso e a 26 Comuni di Campania e Puglia per comunicare la necessità di intervenire già oggi.

“Per compensare il continuo, progressivo e significativo decremento dell’erogazione di acqua dalle sorgenti del Matese – scrive il dirigente Carlo Tatti – è obbligatorio, per i comuni in indirizzo, effettuare chiusure notturne delle reti di distribuzione già dalla notte di oggi, 30 settembre, per evitare lo svuotamento di condotte e serbatoi e, se necessario, anche nelle ore diurne in relazione alle esigenze degli utenti finali serviti dalle reti di distribuzione”.

Molise Acque evidenzia che “in considerazione di quanto si sta registrando, la comunicazione riveste carattere di urgenza”. Sarà cura di Grim, Gestione Risorse Idriche Molisane, ed Egam, Ente di governo dell’ambito del Molise per il servizio idrico integrato, “assicurare e vigilare affinché, per tutti i comuni in indirizzo dell’Ato Molise, sia posto in essere quanto disposto. Sarà cura dei relativi gestori assicurare e vigilare affinché, per tutti i comuni extraregionali in indirizzo, sia posto in essere quanto disposto”. La lettera è stata inviata, oltre che ai Comuni, anche, tra gli altri, alle Regioni Molise e Campania, alle Prefetture di Campobasso, Benevento, Foggia, Avellino e Caserta e all’ente Acquedotto Pugliese.

Questo l’elenco dei Comuni interessati: Casacalenda, Provvidenti, Bonefro, Santa Croce di Magliano, San Giuliano di Puglia, Colletorto, Montorio nei Frentani, Montelongo, Rotello, Larino, Baranello, Boiano, Busso, Campodipietra, Campolieto, Castellino sul Biferno, Cercemaggiore, Cercepiccola, Ferrazzano, Gildone, Ielsi, Macchia, Valfortore, Matrice, Mirabello Sannitico, Monacilioni, Montagano, Morrone del Sannio, Oratino, Petrella Tifernina, Pietracatella, Riccia, Ripabottoni, Ripalimosani, Sant’Elia a Pianisi, San Giovanni in Galdo, San Giuliano del Sannio, Sepino, Toro, Vinchiaturo, Gambatesa, Tufara, Santa Croce del Sannio, Castelpagano, Castelvetere, Circello, Colle Sannita, San Marco dei Cavoti, Reino, Molinara, San Giorgio la Molara Pago Veiano, Baselice, San Bartolomeo in Galdo, Foiano di Valfortore, Montefalcone Valfortore, Ginestra degli Schiavoni, Castelfranco in Miscano, San Marco la Catola, Faeto, Celle San Vito, Castelluccio Valmaggiore, Biccari, Alberona, Monteleone di Puglia, Anzano di Puglia, Savignano Irpino, Montaguto.

Personale ATA, la denuncia di UIL Scuola Puglia: “Numero insufficiente è impossibile garantire il servizio”

“In base alle continue e pressanti segnalazioni che ci pervengono dalle scuole pugliesi, stando alle nostre stime sarebbero necessari, soprattutto con l’orario definitivo e l’avvio della refezione scolastica, non meno di 1.166 collaboratori scolastici e 292 assistenti amministrativi”.

Sono questi i numeri contenuti nella nota che oggi la UIL Scuola Puglia ha inviato alla direzione scolastica regionale. “Nonostante l’apprezzabile sforzo fatto dalla direzione scolastica regionale e dagli uffici territoriali – si legge ancora nella nota – non è più rinviabile l’incremento di ulteriori posti in deroga a quelli previsti nell’organico di diritto di 13.000 unità e ai 1.100 posti già autorizzati in deriga. E’ giunto il momento che la politica prenda in seria considerazione la situazione emergenziale in cui versa la scuola statale”.

Nella denuncia della Uil Scuola Puglia si punta l’attenzione anche sulla “creazione di istituti sovradimensionati, che contribuiscono a ridurre l’organico ATA, ma l’assessorato regionale pugliese al ramo, anche alla luce dei tavoli tecnici tenutisi nei giorni scorsi con le province, persevera in scelte sbagliate. Auspichiamo che la nostra denuncia sia presa in carico urgentemente dalla direzione scolastica regionale in quanto i carichi di lavoro sono ormai insostenibili per gli spazi da coprire e per gli adempimenti amministrativi ulteriori previsti dal PNRR e, in ultimo, dall’obbligo ministeriale per l’utilizzo di nuova passweb”.

Autonomia differenziata, la Puglia insiste: depositati i quesiti referendari per l’abrogazione della legge

Sono state depositate oggi alle 11 in  Corte di cassazione a Roma le richieste di referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata votate dai consigli regionali Campania, Emilia-Romagna, Sardegna, Toscana, e Puglia.  Per il consiglio regionale della Puglia hanno depositato i quesiti i consiglieri Grazia Di Bari e Sergio Clemente. Presente anche il consigliere Paolo Campo.

“Ribadiamo ancora una volta il no – dichiara la consigliera del M5S Grazia Di Bari –  ad una riforma scellerata che frammenta l’Italia, danneggiando tutti. Una legge che vede la netta contrarietà dei cittadini come dimostra il numero di firme raccolte per il referendum, 1.300.000. Dopo la riunione del comitato per la determinazione dei LEP siamo ancora più preoccupati, perché si conferma ancora una volta quello che sosteniamo da tempo, ovvero la volontà di dare maggiori risorse al nord penalizzando il sud. Non possiamo rimanere fermi e permettere che la legge trovi attuazione. L’autonomia differenziata come voluta da questo governo è una sciagura per il Paese”.

Garanzia Giovani, scoppia la bufera in Puglia. Tirocini non pagati dalla Regione: “Aspettiamo da mesi non è giusto”

“Sono una ragazza di 29 anni e vi contatto per parlarvi di una situazione piuttosto spiacevole che sto vivendo, e come me, anche altri giovani residenti in tutta la Puglia. A fine 2022 ho aderito ad un tirocinio finanziato dalla Regione Puglia, tramite il fondo europeo Garanzia Giovani. Ho quindi svolto un periodo di stage presso un’azienda pugliese da gennaio 2023 a giugno dello stesso anno. Durante questi mesi di formazione, ho sempre svolto i miei compiti con serietà e voglia di imparare. Per quanto riguarda il rimborso spese, la misura di Garanzia Giovani prevede il pagamento mensile di 150 euro da parte dell’azienda e di 300 (sempre mensili) da parte della Regione Puglia (per un totale di 450 euro mensili). Ho ricevuto regolarmente i soldi dell’azienda, purtroppo, però, non ho ancora ricevuto neanche parte del rimborso spese spettante da parte della Regione, nonostante sia passato più di un anno dall’attivazione del tirocinio”. Inizia così la denuncia arrivata in redazione da parte di una nostra lettrice.

“Perciò, ho contattato qualsiasi istituzione ed ente coinvolto in Garanzia Giovani, tra cui l’ente di formazione che mi ha attivato il tirocinio, ma nessuno mi ha saputo dare indicazioni in merito, solo vaghe risposte come ‘i soldi arriveranno’. Ritengo che non sia concepibile che a più di un anno dalla stipula del contratto con Garanzia Giovani, non possa ancora ricevere neanche un euro da parte della Regione Puglia e che nessuno sappia dirmi niente. Ad aderire a questo programma, ci sono anche e soprattutto giovani adulti come me e tanti altri, anche professionisti, che, ormai disperati dalla mancanza di vere occupazioni in Puglia, si piegano ad accettare perfino tirocini scarsamente retribuiti pur di mettersi alla prova, migliorare e cercare di mettere un po’ di soldi da parte, magari per aiutare la famiglia o costruirsi un futuro – aggiunge -. Sicuramente si è trattata di un’esperienza formativa stimolante, ma ho continuato a svolgerla da semplice tirocinante, ricevendo solamente i 150 euro mensili da parte dell’azienda. Ho preso seriamente i miei compiti, ho portato a termine i miei impegni, ritengo sia mio diritto ricevere il rimborso spese da parte della Regione Puglia. Ho spiegato tutto ciò ad ulteriore dimostrazione del fatto che la maggior parte di noi giovani ha tanta voglia di mettersi alla prova, ma la nostra volontà viene spesso fermata da continui vincoli burocratici e politici che non ci permettono di ricevere il giusto riconoscimento, sia immateriale che economico”.

“Come già specificato, ho provato a chiedere informazioni a chiunque fosse coinvolto in questo iter, ho contattato la Regione, l’INPS (che a quanto pare, dovrà alla fine erogare i soldi), inviato PEC, mail, chiamato uffici. Le rare volte in cui qualcuno mi ha risposto, ho ricevuto vaghe indicazioni come ‘ci vuole tempo’, come se questa fosse la normalità, oppure addetti che si sono limitati a dire di non essere loro ad occuparsene, scaricando la responsabilità su altri uffici o su altri amministratori, che a loro volta scaricavano il problema su altri. Oltre al problema del compenso in sé, quindi, c’è anche un gravissimo problema di assenza di punti di riferimento. Ad oggi, non si sa a chi poter fare riferimento e chiedere un consiglio in merito. Spinta dalla necessità e dalla voglia di interfacciarmi ed interagire con qualcuno su questo problema, ho scritto su alcuni gruppi Facebook dedicati a Garanzia Giovani, chiedendo un confronto con altre persone ed ho potuto constatare che, come me, anche tutti gli altri giovani che hanno preso parte a questa misura europea e regionale nell’ultimo anno non hanno ancora ricevuto il rimborso spese o, pochi ‘fortunati’ sono riusciti ad ottenerne una minima parte. Come me, neanche loro riescono ad interfacciarsi con nessuno, ricevendo le stesse risposte o lo stesso silenzio che ho sperimentato anche io e di cui vi parlavo poc’anzi. Al momento, sono riuscita a creare un gruppo di una ventina di persone nella mia stessa situazione (anche se i giovani coinvolti saranno molti di più, dato che la Regione non sta pagando praticamente nessuno) e cerchiamo di confrontarci quasi giornalmente sulla nostra situazione e di condividere le pochissime informazioni che riusciamo a racimolare. Stavamo anche pensando di recarci di persona presso gli uffici regionali preposti ma, ancora una volta, non abbiamo riferimenti, né indirizzi di sedi presso cui andare a parlare e far sentire la nostra voce. Io ed altri membri del gruppo abbiamo commentato (in forma pacifica ed educata) alcuni post dell’Assessore alla formazione Sebastiano Leo chiedendo di ricevere risposte poiché non ha mai dato seguito alle tante mail e pec inviategli. Inizialmente, lui o chi per lui del suo staff, ha prontamente cancellato i nostri commenti e poi, a seguito della nostra insistenza, ci ha risposto di non aver mai cancellato i nostri commenti (assolutamente non vero) e di stare cercando di ‘sbloccare la situazione’, come se la cosa non dipendesse direttamente dalla Regione. Potete leggere di questo avvenimento sulla pagina dell’Assessore, guardando le risposte al post del 25 luglio. La mamma di una ragazza è riuscita a mettersi in contatto con lui telefonicamente e lui le ha promesso diverse volte di stare facendo il possibile, comunicandole date che non sono poi state rispettate. L’assessore Leo ha tirato in gioco un altro ente: l’INPS, che a detta dell’Assessore, sta ritardando i pagamenti. L’INPS, dal canto suo ha riferito di aver provveduto a pagare tutti i nominativi comunicati dalla Regione e che al momento non risulti nulla in sospeso. L’assessore adesso chiede di attendere ottobre, ma sarà davvero così? Dopo le tante promesse non mantenute, io ne dubito. Noi però pretendiamo il compenso che ci spetta e che è stato giustamente pattuito inizialmente e non ci fermeremo. Hanno persino rinnovato il progetto Garanzia Giovani, estendendolo anche a giovani adulti fino ai 35 anni. Ma con quali soldi e risorse, se già non riescono a pagare i tirocini svolti tra il 2019 ed il 2024 ed hanno evidenti problemi di gestione e comunicazione? Spero che questa storia possa rappresentare un modo per far conoscere la situazione mia e di molti altri ragazzi e che qualcuno possa aiutarci ad avere un riscontro da parte delle istituzioni, oltre che il rimborso spese che ci spetta di diritto”.

Il premio Oscar Paul Haggis indagato per violenza sessuale in Puglia: il gip si riserva su richiesta di archiviazione

Il gip del Tribunale di Brindisi si è riservato di decidere sulla opposizione alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta nella quale è indagato il regista, sceneggiatore e premio Oscar Paul Haggis, accusato di lesioni e violenza sessuale ai danni di una donna inglese di 30 anni. La Procura, dopo due anni di indagini, ha chiesto l’archiviazione del procedimento, ma la vittima ha presentato opposizione.

Oggi Haggis si è presentato in udienza insieme al suo avvocato, Michele Laforgia. La 30enne è difesa dall’avvocato Ilaria Boiano. Le accuse risalgono al giugno del 2022 quando il regista, in Puglia per partecipare ad una rassegna cinematografica, fu arrestato e messo ai domiciliari per due settimane dopo la denuncia presentata dalla donna per presunte violenze sessuali. Dopo la scarcerazione, il 29 luglio del 2022, disposta dal giudice, il tribunale del Riesame di Lecce aveva rigettato l’appello del pubblico ministero contro la revoca dell’arresto. A quasi due anni dai fatti, la Procura di Brindisi, valutati gli atti del procedimento, ha avanzato quindi richiesta di archiviazione.

“Abbiamo fatto l’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione ed il giudice si è riservato di decidere. Noi – ha detto Laforgia uscendo dal tribunale -abbiamo chiesto che questa vicenda si chiuda al più presto, perché sono passati più di due anni dal provvedimento del Riesame che aveva già detto che in questa vicenda non c’erano i gravi indizi”. “Sono stati fatti altri due anni d’indagine e le conclusioni di tre pubblici ministeri – ha aggiunto – sono nel senso che non c’è materia per fare un processo. Io penso che è nell’interesse di tutti che questa vicenda si deve chiudere al più presto. La Procura dice testualmente che ci ‘sono seri dubbi sulla credibilità e attendibilità della persona offesa e del suo racconto”.