Tragedia al carcere di Milano, 44enne pugliese si toglie la vita in cella: è il 75esimo suicidio nel 2024

Un detenuto di 44 anni pugliese si è suicidato in una cella del carcere milanese di San Vittore, dove è stato trovato cadavere stamani. Dell’accaduto è stata informata la pm di turno di Milano Letizia Mocciaro.

“Era in carcere per presunti reati correlati agli stupefacenti, fine pena provvisorio fissato al 2027 – spiega Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria – si è strozzato ed è stato ritrovato esanime verso le 5.30 di stamattina”.

A nulla, aggiunge De Fazio, “sono valsi gli immediati tentativi di soccorso della Polizia penitenziaria e dei sanitari”. Si tratta “del 75esimo recluso che si toglie la vita dall’inizio dell’anno, in una strage continua – prosegue De Fazio – e che non trova alcun argine dal Governo”.

Pedrengo, cadavere nel fiume Serio: è di un 50enne pugliese scomparso a inizio luglio

Il cadavere trovato sabato 20 luglio nel Serio a Pedrengo appartiene ad un 50enne pugliese di cui si erano perse le tracce da inizio mese. I carabinieri della Compagnia di Bergamo avevano diffuso la foto del tatuaggio trovato sul corpo e hanno poi controllato le denunce di scomparsa di tutta Italia, fino ad arrivare alla sua identificazione.

Secondo quanto ricostruito si tratterebbe di un gesto volontario. Dopo il nullaosta dell’autorità giudiziaria la salma sarà restituita ai parenti per le esequie.

Muore dissanguato in casa, svolta nelle indagini sulla morte di Giorgio Simone: “Fu spinto dalla ragazza”

La fidanzata di Giorgio Simone, il 28enne di Montesano Salentino morto nel 2020 nel Piacentino per una emorragia fatale, è stata iscritta nell’elenco degli indagati con l’accusa di omicidio preterintenzionale dalla Procura. C’è da registrare infatti un’importante svolta nelle indagini: il 28enne è deceduto per un’emorragia causata dall’impatto contro una porta a vetri, ma non si trattò di un incidente domestico. A spingerlo fu la 30enne dopo una lite. A ricostruire la dinamica è stata una criminologa incaricata dalla famiglia della vittima: sarebbe stata proprio la fidanzata a speronare Giorgio Simone, facendolo sbattere contro la porta a vetri. Restano indagati anche gli operatori sanitari che presero in cura il giovane con le accuse di omicidio colposo e lesioni personali colpose. La vittima sarebbe stata accompagnato in ospedale con almeno un’ora e mezza di ritardo dalla richiesta di intervento e non sarebbero state praticate le prescrizioni dal protocollo nazionale Ares del 118.